Capitolo decimo

646 23 0
                                    

Dedicato a tutte le persone che leggono la mia storia. Spero che questo capitolo vi piaccia.

Pov Helen

Le sue labbra accarezzavano, i suoi denti mordevano e marchiavano, la sua lingua esplorava e le sue mani… oh, le sue mani.

Sentivo il respiro affannato di quel ragazzo nella mia bocca, mentre mi baciava con una passione che non sarei riuscita a sostenere.

Anch’io respiravo affannosamente, senza avere il coraggio, o la voglia, di staccarmi da lui.

Potevano essere passate ore, giorni, probabilmente erano solo minuti, ma non contava. Non se ero con lui.

Ricambiavo il bacio, strusciando languidamente la ma lingua sulla sua, che guidava i movimenti lenti.

Aveva tolto la sua mano dal mio mento, e aveva preso ad accarezzarmi gentilmente il collo, là dove in precedenza l’aveva stretto rudemente.

Sapevo che non si sarebbero formati lividi, perché non aveva stretto a quel punto, ma i suoi polpastrelli freddi mi donarono comunque una sollevante sensazione di sollievo.

L’altra mano, invece, mi massaggiava la vita, senza mai scendere troppo o salire ulteriormente, facendomi provare un’alternanza afrodisiaca di sussulti e brividi.

Io, a differenza sua, dei miei arti non sapevo che farmene. Non sapevo quali fossero le zone in cui un uomo voleva essere accarezzato, poiché non si parlava mai di questo genere di cose a casa. Mi avevano sempre reputata troppo piccola… e in fondo lo ero.

Tenevo i palmi sulle sue spalle, entrambi ben aperti per assumere ogni traccia del suo confortante calore.

Quanto a me, io ero una stufa a pedali: caldissima e con un fuoco inestinguibile nella zona del basso ventre, proprio dove Daniel stava passando il pollice in quel momento, e più in basso. 

Daniel si staccò per un attimo, e il lieve schiocco prodotto dalle nostre labbra mi portò alla realtà, facendomi riaprire gli occhi, un po’ sorpresa.

Avrei voluto che non si fermasse per nulla al mondo, volevo stare lì in eterno. Nella sua bocca.

Il suo sapore era magnifico, proprio come lo ricordavo dalla notte prima.

Intenso, avvolgente, mascolino, fresco… Sapeva di Daniel.

Lui sorrideva maliziosamente, e il mio sguardo si spostò sulle sue labbra, più gonfie e carnose del solito. Dovevo averlo morso inavvertitamente.

Me ne compiacqui. Almeno avevo avuto una piccola vendetta.

Ma il fatto di avere il segno dei miei baci sulla bocca non sembrava importargli affatto, anzi, sembrava proprio volerne ancora. 

“Finalmente sono riuscito a baciarti davvero” disse con voce roca e sensuale.

Arrossii. Non ero abituata a simili frasi, e sentirsele dire così inavvertitamente era un piacere infinito, ma anche un terribile imbarazzo.

Non replicai, ma nemmeno chinai la testa. Continuai, invece, a guardarlo negli occhi grigi, più scuri del solito.

“Non è stato… male” sussurrai, diventando un peperone ambulante.

“Oh, no… affatto” qualcosa nella mia affermazione lo divertiva, ma non riuscivo a decifrare il suo sguardo per capire cosa fosse.

Forse, semplicemente, quella non era una cosa da dire dopo aver baciato qualcuno.

UnderwaterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora