no control.

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Harry stava entrando nel panico. Generalmente era una persona calma e ragionevole, ma si trattava di Louis. Quel ragazzo non lo aveva mai reso ragionevole. Dall'inizio, quando si conobbero a scuola, e il liscio aveva iniziato a prenderlo in giro, già da lì iniziava ad uscire di testa: ogni volta che Louis se l'era presa con lui, prendeva ad urlargli contro, o urlare dentro, maledicendo la sua esistenza. Aveva iniziato ad odiare la scuola -più di quanto già facesse- nel momento in cui Louis mise piede nella sua classe, ed aveva iniziato ad odiare casa propria nel momento in cui il ragazzo era arrivato. Ma erano due tipi di odio differenti. Il primo era perché a scuola veniva umiliato, preso in giro ed in un certo senso bullizzato -seppure non fosse un nerd, anzi, era davvero 'voluto' dalle ragazze, ed aveva avuto sempre una buona comitiva di amici- mentre nel secondo caso veniva desiderato, toccato, bramato. Il problema era che a desiderarlo, toccarlo e bramarlo era proprio colui che lo bullizzava. E forse, la cosa a parer suo peggiore, era che fosse attratto da lui. Non solo fisicamente.

Si vestì velocemente, come mai prima d'ora, ed a stomaco vuoto, con i capelli in disordine e la mascella serrata dal nervosismo, uscì di casa per saltare nella propria macchina. Iniziò a girare per ogni strada che conoscesse, in tutti i vicoli, mentre provava a richiamarlo. Scattava la segreteria: il telefono era ormai scarico. Verso le undici però, Harry, individuò sul marciapiede di una strada che stava percorrendo, due amici di Louis, e tirò un sospiro di sollievo. Sicuramente era con loro. Accostò con la macchina cercando di avvicinarsi il più possibile a loro. I due, appena lo videro, scoppiarono a ridere. Lo sguardo perplesso di Harry li faceva quasi lacrimare. Niente insulti? Niente minacce? Perché ridevano e basta?

"Hey, ecco l'amichetto di Louis!" sputò uno dei due. "Scommetto lo stai cercando! No perché ieri lui cercava te!" aggiunse subito dopo, mentre altre risate uscivano dalla bocca spalancata del ragazzo. Notarono la curiosità nei suoi occhi. Che in realtà non era solo curiosità, ma anche stupore.

"Una ragazza ci provava con lui mentre era stra-fatto e lui l'ha respinta, mentre continuava a ripetere il tuo nome, Harreh." Disse l'altro, marcando l'ultima parola, battendo poi i pugni sull'asfalto, dato che sul marciapiede ci erano seduti. "E' a due isolati da qui, lo abbiamo lasciato a dormire su una panchina, non andiamo in giro con i froci."

Harry non replicò nemmeno, tirò il freno a mano, precedentemente azionato, e nel momento in cui premette sull'acceleratore, una frase arrivò al suo orecchio: 'poi a scuola ce la vediamo con te, frocio.' Decise di ignorare il presentimento che questa volta ci sarebbero andati giù pesante e seguì le loro istruzioni. E come detto dai due, Louis era lì. Su una panchina, stava steso, con la faccia colpita dal sole e gli occhi chiusi. Il riccio frenò velocemente e si fermò, parcheggiando in doppia fila. Corse da lui ,che lo notò solo quando si trovava ad una distanza di pochi centimetri dal suo viso. Harry iniziò a riempirlo di domande, preoccupato peggio di una madre ansiosa, e Louis, come suo solito, fece lo sfacciato sussurrando solo un "Spostati da lì che non mi arriva la luce del sole."

Il riccio dovette trattenersi dal prenderlo a schiaffi. Decise in ogni caso, di non fare domande per non innervosirlo. Arrivato a casa avrebbe deciso il da farsi. Magari avrebbe proposto di farsi raccontare il tutto ed in cambio lasciargli fare qualsiasi cosa con il proprio corpo. Infondo gli mancava il tocco di Louis. E vederlo lì, con l'aria confusa e gli occhi azzurri dalle pupille piuttosto dilatate lo convinceva ancor di più a cedere ad ogni suo ordine. Lo aiutò a rialzarsi, e tenendolo per un braccio lo condusse verso la smart nera, parcheggiata lì vicino. Lo face salire al posto del passeggero, poi salì a quello del conducente e mise in moto. Dopo alcuni minuti di viaggio pareva essersi rimesto in sesto.

"Entra in quel vicoletto" gli ordinò d'un tratto Louis, indicandogli una piccola rientranza, nella quale -nonostante fosse piena mattina- era piuttosto buia. Il riccio non ribattè e soltò, facendo come gli era stato detto. Fermò la macchina alla fine del vicolo, che non finiva, era semplicemente bloccato da un muro. Harry si guardava intorno, notando l'assenza di abitazioni: aveva capito cosa voleva fare Louis. E prima che potesse dire qualcosa lo precedette, sedendosi a cavalcioni su di lui, facendo sorridere il riccio in modo così malizioso che Harry poteva quasi sentire il calore al basso ventre impossessarsi di lui. Prese a muoversi su di lui con estrema lentezza, bramando il tocco di Louis che tardava ad arrivare.

"Ti sono mancato, Harreh? Mi sei mancato anche tu." Sussurrò d'un tratto l'altro, poggiando improvvisamente la mano sul suo cavallo dei pantaloni.

"Potrai.. potrai farmi tutto ciò che vuoi se giuri di dirmi tutto." Le parole, interrotte da alcuni mugulii, rotolarono via dalla bocca di Harry, senza che potesse controllarle. Forse anche solo l'essere sfiorato dal ragazzo gli faceva questo effetto. Lo voleva. Non si pentì nemmeno un attimo della propria richiesta, soprattutto dopo che Louis ebbe accettato e lo ebbe sollevato per abbassargli jeans e boxer contemporaneamente, in modo da liberarlo dagli indumenti per procedere. Avrebbe preferito a casa, nel letto, di certo sarebbe stato più comodo, ma non si lamentó.

In pochi attimi anche lui ebbe abbassato gli skinny jeans neri insieme agli slip, abbastanza da potersi muovere liberamente. Portó due dita alla bocca per poter lubrificare ed allargare il ragazzo, che essendo stato da sempre etero, fino a quel momento, era vergine. Fece scivolare l'indice ed il medio nella sua apertura ed il riccio sobbalzó. Provò prima un leggero fastidio, poi, appena le dita iniziarono a muoversi, un forte piacere investì il corpo del ragazzo, che fece capire che ne voleva di più.

Louis non provò nemmeno a continuare usando un terzo dito, ma ritiró la mano e si posizionó con il membro contro l'apertura. Con un colpo secco lo penetrò, facendo gemere di dolore il riccio, che si aggrappó alle sue spalle con le lacrime agli occhi.

Fell for you|| Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora