Che diavolo ci fa lui qui?

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La prima cosa che sentì Harry, fu un dolore che lo costrinse ad urlare, ma all’altro non sembrava importare troppo.  Louis non si spinse troppo a  fondo, ma comunque prese a muoversi in lui, ignorando il dolore del riccio. Andarono avanti così per un po’: Louis spingeva in lui, ansimando rumorosamente ed Harry gemeva sommessamente, prima dal dolore –poi, una volta abituatosi al fastidio- per il piacere. Louis capì che stava per venire, nel momento in cui i ricci sudati dell’altro arrivarono a solleticargli i capezzoli e il suo viso si appoggiò al proprio petto, iniziando, dapprima a leccarlo, poi a succhiarlo. Gli stava facendo un succhiotto. Louis, lo alzò di scatto, strattonandolo via, in modo, da venire fuori, con conseguenti proteste dell’altro, che però venne poco dopo, sporcando la tshirt, già non in ottime condizioni, del più grande. Restarono fermi per un po’, semplicemente ad ansimare, per godersi quel momento. Dopo alcuni complimenti sussurrati da Louis, si rivestirono.  Harry si rimise alla guida, anche se si sentiva come ubriaco. Tutto quello che era appena successo, una cosa che qualche settimana prima, mai lontanamente si sarebbe immaginato. Ma lo aveva fatto per uno scopo preciso: voleva sapere che combinava Louis. In effetti, ci pensò un po’ su: scopare per avere in cambio qualcosa si chiamava prostituzione. Ma lui non era un puttana. Lo aveva fatto solo con il ragazzo accanto a lui, e lo aveva fatto perché provava attrazione per lui.
“Ora però voglio sapere tutto.” Disse d’un tratto. Rompendo il silenzio. La risposta ci mise un bel po’ ad arrivare. Louis non voleva dirglielo. Ma una promessa è una promessa. Iniziò a spiegargli come aveva cominciato con il fumare un po’ di tutto, e di come poi era arrivato all’LSD. Gli raccontò ogni cosa, stettero chiusi in macchina, fermi in un parcheggio per più di un’ora. Harry credette di sentirsi svenire quando gli venne detto che la sera precedente aveva assunto dell’eroina. Che addirittura l’aveva iniettata direttamente nelle vene. Louis odiava parlare di sé alle persone, quindi cercò di terminare il discorso il prima possibile. In realtà aveva raccontato tutta la verità ad Harry, perché sapeva che così facendo, avrebbe ricevuto altro sesso, ed era ciò che più voleva. Iniziò a spiegare ad un Harry preoccupato che un solo buco non creava dipendenza fisica e che non lo avrebbe fatto più. Gli sembrava di parlare con suo padre. Harry gli credette, e quindi decise, dopo una lunga pausa, di ripartire. Non imboccò la via per casa. Aveva troppa fame per aspettare di ritornare e preparare qualcosa, così si fermò al primo fast food e dopo aver parcheggiato ed essere scesi dalla macchina, si avviarono a gran passi all’interno del locale. Non appena ebbero finito di ordinare, andarono a cercare un posto, facendosi spazio  tra la folla di ragazzini appena usciti da scuola, con i vassoi tra le mani, stando attenti a non far cadere nulla.
“Il sesso mette molto appetito, sai Harry?” chiese Louis, non appena riuscirono a trovare un piccolo tavolo appartato. Il riccio avvampò. Cercava di reprimere quel pensiero con le urla dei ragazzi lì dentro, ma ogni volta ci pensava l’altro a ricordarglielo. Non riusciva a credere di essere gay e di averlo preso da colui che lo bullizzava. E mentre Louis addentava tranquillamente il panino, ad Harry era passata la fame. Stava pensando che entro due giorni i genitori sarebbero tornati. Come avrebbero fatto lui e Louis? Di certo non glielo avrebbero detto. Ma insomma, adorava vivere solo con lui, e sperava in un prolungamento della vacanza da parte di entrambi i genitori.
“Harreh.” Ed il riccio avvampò solo a quel soprannome. “stasera ti porto in gay club.”  Se fosse stato possibile sarebbe diventato ancora più rosso. Annuì semplicemente, perché infondo era quello che voleva. Oramai era bisex no? No. Era etero, a eccezione di Louis, ecco cos’era.
Dopo una lunga chiacchierata sul sesso, sui contraccettivi e sul gay club, decisero di tornare a casa. A guidare fu Louis, perché il riccio era troppo stanco per farlo, dopo ciò che aveva passato quella mattinata. Arrivati a casa, Louis non fece tempo a chiudere il portone che subito richiese del gay club.
"Ci vuoi venire? Giuro non te ne pentirai." Sussurrò all'altro, con tono fortemente malizioso.
Harry, dopo aver accettato l'allettante offerta, lo congedò salendo in camera propria, per andare a riposare.
Intanto, Nathan, preoccupato per l’assenza dell’amico negli ultimi tempi, decise che parlare con lui era la cosa migliore da fare. Appena uscì da scuola, dopo aver pranzato lì ed aver frequentato il corso obbligatorio (obbligatorio per via dei suoi genitori piuttosto esigenti), si diresse a casa del riccio. Aveva la macchina con le ruote a terra, quindi dovette prendere il pullman, che fortunatamente si fermava proprio difronte casa sua. Attraversò la strada e bussò al campanello più e più volte. Harry intanto, aveva preso sonno sul proprio letto, così come voleva, perciò, ad alzarsi dal divano per aprire fu Louis, che osservò il viso di Nathan distorcersi dalla sorpresa. Il ragazzo che aveva  aperto tese la mano, non in segno di amicizia, ma di sfida, che subito Nathan colse. L’amico del riccio spintonò l’altro dentro casa e chiuse la porta, strattonandolo al muro.
“Dov’è Harry? Cosa gli hai fatto?” urlò lui, pronto a tirare un pugno a Louis.
“E’ a dormire, in camera sua.” Rispose semplicemente, con un sorriso beffardo sul volto. Ma Nathan non gli credeva. Il pugno del ragazzo arrivò dritto e veloce nello stomaco di Louis. Il liscio non si scompose, se non per ricambiare il pugno. Non si faceva picchiare da nessuno. Lo buttò sul divano  e lo colpì nuovamente. Probabilmente le urla dei due svegliarono Harry, che velocemente scese di sotto. Sgranò gli occhi, e corse a dividere i due litiganti. La prima cosa che fece fu lanciare un occhiataccia ad entrambe, poi si preparò a sviare il discorso Louis-è-a-casa-mia, ma Nathan lo precedette.
“Che diavolo ci fa lui qui?”
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Mi scuso per il capitolo così breve e orribile, ma la scuola non mi concede un attimo di respiro, sto anche studiando per un esame.
Quuindi, perdonatemi,  prometto che al prossimo farò di meglio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 11, 2015 ⏰

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