Don't leave me alone.

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Harry provò un turbine di emozioni quando vide il ragazzo nella doccia, accanto a sé. La prima fu sicuramente la paura. Quasi fece un salto, quando se lo ritrovò accanto: non lo aveva sentito entrare ne tanto meno aveva visto la sua ombra riflessa sulla tendina opaca. La seconda emozione fu un misto fra sorpresa ed imbarazzo. Non si aspettava di trovarselo lì. Imbarazzato perché, diamine, Louis Tomlinson lo stava osservando mentre era completamente nudo! Il riccio, non ascoltò ciò che disse, era troppo preso dall'osservare il suo fantastico corpo, e l'altro se ne accorse immediatamente. Subito fu pronto a trarne vantaggio. Allungò una mano ad accarezzare il fianco dell'altro, che irrigidì la schiena al solo tocco. Lentamente, fece lo stesso con l'altra, arrivando così a cingergli i fianchi. In uno scatto veloce lo tirò a se, facendo scontrare i due bacini. Per la prima volta Harry arrossì. Capì che era arrivato il suo turno di ricambiare il favore, anche dimenticando per un po' quello che in classe gli era stato fatto. Allungò la mano destra al suo pube, e prese a massaggiare con cautela la zona, il che turbò ben poco Louis. Lui voleva di più, e si capiva dal ghigno malizioso che si era fatto spazio sul suo volto angelico. Le dita, quasi come una marcia, lentamente scendevano, e sul viso del maggiore, piano piano si riusciva a trovare qualche espressione di godimento. Avvolse l'accenno di erezione con la sua grande mano, e iniziò a muoverla lentamente. Louis ansimò più e più volte, ma il rumore fu coperto dall'acqua della doccia che scrosciava sulla pelle dei due. Più il ritmo aumentava, più Louis perdeva il controllo. Ed Harry, a sua volta, non mancò nel "prendere in pugno" la situazione. Non voleva sottostare alle sue regole, voleva essere libero. Ma nello stesso momento, aveva bisogno di un contatto con lui. Voleva toccarlo, stargli appiccicato il più possibile. Ed inconsapevolmente, Harry si stava prendendo una piccola cotta per lui. Era l'ultima cosa che doveva accadere. Non poteva piacergli un ragazzo, come prima cosa. Lui era sempre stato etero fino al midollo, ed ora si ritrovava a segare il suo probabile futuro fratellastro.

Louis era talmente eccitato da non rendersi conto del piano dell'altro. Lentamente il riccio avanzava, fino a schiacciare il più basso contro la parete. In un attimo, uscì velocemente dalla doccia, lasciando a metà il lavoro iniziato. Si infilò nell'accappatoio e uscì dalla stanza. Corse in camera propria, sentendosi un ragazzino dopo una bravata contro la maestra. Louis, intanto si trovò a risolvere il problema, in più senza accappatoio o altri indumenti. Intanto Harry se l'era svignata. Si era vestito velocemente ed era sceso di casa, senza prendere o altro, incamminandosi a piedi.

Doveva schiarirsi le idee.

Intanto Louis, nell'appartamento, pensava compiaciuto a ciò che il riccio aveva fatto, e non era arrabbiato, per nulla. Ovviamente sarebbe stato meglio se fosse stato il suo sottomesso, Avrebbe potuto punirlo quanto voleva, come voleva.

Harry quella sera restò a girovagare per le strade della città fermandosi in qualche bar a bere qualche drink o a mangiucchiare qualcosa, mentre Louis, a casa dell'altro, era a mangiare la propria pizza, ormai fredda, in attesa del ritorno dell'altro, che ci mise molto: tornò verso le undici. Il liscio notò il ritorno del ragazzo dagli occhi verdi -così lo denominava nelle proprie fantasie- quando lungo il viale della casa si accesero le luci. Si tolse solo la t-shirt e la arrotolò su se stessa, in modo da formare una sottospecie di fune. Le chiavi girarono e la serratura scattò: la porta si aprì e la prima cosa che Harry vide, fu l'altro, seduto sulla poltrona, con il collo piegato di lato ed un'espressione indecifrabile sul volto. Il suo sguardo piombò in quello del riccio, che quasi sentì le gambe tremare, ma che comunque entrò con spavalderia, e superò senza problemi la poltrona sulla quale il ragazzo più basso era adagiato. Louis, con molta calma provò a chiamarlo, ed Harry inspiegabilmente si bloccò. Louis si alzò e lo raggiunse, cingendogli i fianchi, questa volta senza usare le mani, ma solo la maglietta arrotolata. Piegò le labbra in un sorriso malizioso ed al riccio sussurrò un "non è finita qui, ragazzino.". Poi si allontanò, salendo in camera, ma non in quella di Harry. Andò nella stanza della madre dell'altro, e si sdraiò sul letto. Chiuse gli occhi e senza nemmeno avvolgersi nelle coperte cadde in un inconsueto sonno profondo. In realtà, questa forte stanchezza non era casuale o dovuta al poco sonno della notte precedente. Era dovuta a qualcosa che solo lui ed il suo migliore amico conoscevano. Un segreto.

Intanto, il riccio credette di trovarselo in camera, ma non fu così. Non era nel proprio letto, non lo stava aspettando con quel suo sorrisino. Ed Harry non se lo seppe spiegare, ma ci rimase davvero male. Harry lo voleva lì. Ci aveva dormito solo una notte, eppure gli mancavano quelle braccia. Harry non voleva dormire da solo.

Harry voleva dormire con Louis.

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Mi scuso immensamente per l'attesa e la breve durata dei capitoli ma sono stra impegnata con la scuola. Durante la pausa didattica spero di aggiornare più velocemente e con roba migliore.

Intanto mi auguro lasciate qualche commento in modo da farmi capire cosa ne penso.

Seguitemi, ricambio sempre e pubblico aggiornamenti sul profilo se siete abbastanza.

Intanto grazie, ho superato 1k di visualizzazioni ed è una cosa stupenda!

Fell for you|| Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora