Convivenza.

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Dopo quello che era successo quella mattina Louis si era volatilizzato. O forse, Harry che era rimasto nel letto tutto il tempo, non lo aveva sentito. Alle undici e mezzo circa, aveva deciso di alzarsi. Non aveva dormito per nulla, come poteva dopo quell’esperienza traumatica-fantastica? Era rimasto tutto il tempo a pensare: Gli era piaciuto? Al ragazzo era piaciuto? Provava attrazione verso l’altro? La risposta a queste domande era un ‘Sì, ovvio,’.

“Quindi sono gay?” Si era ritrovato a pensare? Beh, sì, lo era. E lo doveva capire dal primo momento in cui aveva incrociato quegli occhi azzurri. E Louis? Louis era gay? Sì, per forza… gli aveva fatto un pompino di sua spontanea volontà! Ed allora perché stava con quella tipa? Perché si baciavano e si accarezzavano, perché lui le palpava il sedere o il seno?

Il riccio non si capacitava, quindi, decise di riprendere l controllo del proprio corpo e scendere a cercare l’altro. Si rivestì, e non si preoccupò di rifare il letto, ormai con le coperte sul pavimento e le lenzuola scompigliate. Scese a piedi scalzi, cercandolo prima in cucina, senza successo, poi in salotto.

Ed eccolo, stravaccato sul divano, capelli scarmagliati, boxer ed aria strafottente, con le iridi puntate allo schermo del televisore.
E sì, Harry Styles, sei proprio gay.

Trattenne a stento l’impulso di avvicinarsi e supplicarlo di rifare ciò che gli aveva “regalato” poco tempo prima. Prense coraggio e si avvicinò, sedendosi sulla poltrona, entrando così nel suo campo visivo. Il più grande restò a fissarlo, piegando le labbra in un sorriso malizioso, per poi aggiungere un: “Ti preferivo nudo, ragazzino.” Che ovviamente fece avvampare i riccio. Quelle poche parole lo avevano mandato in confusione, facendogli quasi dimenticare perché  fosse lì. QUASI.

“Louis.. puoi spiegarmi un paio di cose, per favore?” Mormorò timidamente, mentre la sua vocina lo sgridava: ‘Diamine. Smettila di sempre una femminuccia!’

L’altro spense la tv, per focalizzare l’attenzione sul riccio. Louis adorava quando appariva timido ed indifeso, e non nascondeva che, da parte di Harry, questo comportamento lo eccitava, e parecchio. Si fermò a guardarlo da capo a piedi, studiandolo per bene, cosa che rendeva il più piccolo maggiormente nervoso.

“Dimmi tutto, Styles” Affermò poi, posando lo sguardo sulla sua piccola bocca. Così il ragazzo dai capelli ricci, o ciò che rimaneva di essi, prese ad elencare i propri dubbi. Louis non si curò di seguire il suo discorso, era troppo preso dalle sue labbra, che sembrava quasi danzassero per lui.

Erano così invitanti.

Sarebbero state sue.

Le voleva baciare, con violenza. E mordergliele. E perché no, anche qualcosa di più. Infondo doveva ancora essere ringraziato per quel fantastico –a parer suo- pompino.

Dopo aver ascoltato quello che il ragazzo aveva da dirgli, o almeno aveva provato a concentrarsi per capire, decise che rispondergli e quindi affermare ciò che pensava era precoce. Se avrebbe tradito la sua fiducia e avesse raccontato  ciò che avrebbe detto a tutta la scuola? Non poteva permettersi ciò, e magari rovinarsi la reputazione.

“Sai, Harreh, ci sono così tante cose da dire e temo possano annoiarti.” Ammise, con una punta di sarcasmo nell’ultimo pezzo, perché sapeva che Harry non voleva nient’altro che quello. Il riccio fece per protestare, quando l’altro si alzò di scatto e si avvicinò piano al corpo del riccio, seduto comodamente sul divano.

Non appena vide Louis avvicinarsi con tale grazia, il corpo di Harry si irrigidì e il cuore minacciava di saltare fuori dal petto.

Fell for you|| Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora