Quella stessa mattina lui...
Alex mi guarda a occhi sbarrati quando apre la porta del suo appartamento in centro. Ha la barba incolta e l'aria stanca. Appena mi riconosce un lampo appare nei suoi occhi azzurri e buoni.
<Owen?!> esclama esterrefatto. Quella era la reazione che suscitavo dal mio ritorno a Milano, o meglio dal mio ritorno al mondo dei vivi.
<T-tu...> fa per dire confuso.
<Sono qui in carne ed ossa amico> dico abbracciandolo. Lui rimane impietrito e ancora sorpreso mentre gli stringo le spalle. Sembra più magro dall'ultima volta che l'ho visto. Chissà quante cose sono cambiate mentre dormivo.
<Tu eri in coma> mormora sbattendo le palpebre confuso.
<Fidati se ti dico che negli Stati Uniti sono avanti> ridacchio e mi faccio strada dentro l'appartamento senza che lui mi inviti ma, sono certo che è troppo sconvolto per prestarci attenzione e in ogni caso Alex è troppo gentile per notare una cazzata del genere. Gli spiego brevemente della mia 'resurrezione' come la definisce Stephen, mio fratello. Non mi perdo nei dettagli, non sono da lui per quel motivo.
<Alex rivoglio il mio posto all'ospedale> riferisco dopo il racconto. Alex si stringe nelle spalle <non sarà così facile> mormora.
<non importa.> quando mai la mia vita è stata facile?
<adesso è Bonetti il primario di chirurgia> mi informa paonazzo.
<Perché? Dov'è Marchi?> chiedo con sincera curiosità. Alex mi guarda negli occhi e assume la sua postura da brutta notizia ai parenti. Oh-oh non è un buon segno.
<Il dottor Marchi è morto tre mesi fa> mi dice col suo tono professionale. Mi stropiccio la faccia rammaricato e mi sfugge un imprecazione.
<Non lo ha mai detto a nessuno, ma era molto malato.>
<Cos'aveva?>
<Un tumore alle gola che si era esteso ai polmoni e poi al sangue.> L'immagine del Dottor Marchi nel suo abito scuro, mi balena in mente. Lui e il suo dannatissimo vizio del fumo. Le poche volte che ero stato nel suo ufficio avevo visto il posacenere stracolmo di cicche. Impreco di nuovo.
<Bene> dico dopo un lungo silenzio. <Andrò a parlare con Bonetti.> do una pacca sulla spalle al mio unico amico e mi alzo dal divano dove eravamo sprofondati il tempo della chiacchierata.
<Adesso devo andare>
<Dove abiti?> mi chiede mentre si alza faticosamente in piedi. Ha l'aria distrutta. Chissà da quanto tempo non dorme. Nonostante sia uno straccio provo un briciolo di invidia per lui. Quanto desidero poter passare quarantotto ore in pronto soccorso, sentire l'adrenalina scorrermi nelle vene mentre mi affretto in qualche operazione disperata. E poi dopo aver passato un anno in un letto di ospedale, in coma, l'ultima cosa che voglio è dormire. Tutti a ripetermi di riposarmi, di fare cautela come fanno a non capire che ho il bisogno fisico di una sferzata di energia? Che poi 'tutti' è un parolone le uniche persone che sanno che mi sono svegliato sono mio fratello e la sua inquietante famiglia perfetta e adesso Alex.
<Per adesso sto in un b&b giù in periferia. Se le cose dovessero andare bene con Bonetti affitterò un appartamento.> gli dico mentre mi dirigo alla porta d'ingresso.
<Puoi stare qui da me se vuoi> gli sorrido debolmente.
<Non dormo bene ultimamente e tu hai un disperato bisogno di riposare.> a quelle parole Alex si lascia andare in un lungo sbadiglio.
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Un amore di Chirurgo 2
RomanceAvete mai amato qualcuno talmente tanto da non riuscire a dimenticarlo anche dopo che la storia è finita? Continuato ad amare nonostante viviate una nuova relazione? Può un amore sopravvivere al tempo? alla distanza? alla sua stessa fine? Per Marik...