20 Ottobre 2018 h.10.30, lui
L'ufficio di Marika è piccolo e scarno. Al centro vi è una scrivania non più larga di un metro sul quale poggia un computer dall'aria costosa. Le pareti laterali sono occupate da alcuni schedari che riempiono ancora di più lo spazio già ristretto. Sembra l'ufficio di qualche ragioniere di poco conto, e forse Marika lo utilizza proprio a quello scopo. Mi fa cenno di sedermi su una delle due sedie di pelle che fronteggiano la scrivania. Lei si accomoda di fronte a me. Soli e chiusi nel suo piccolo ufficio riesco a percepire tutta l'elettricità che regna tra noi e mi pizzica la pelle. Mi sento agitato all'idea.
Chissà se anche lei prova questa sensazione.
Oggi è così bella. I capelli lunghi e platinati le accarezzano le spalle cadendo dritti e lisci. Porta un rossetto viola che non fa altro che ravvivare con la lingua facendomi impazzire. Ad ogni suo piccolo movimento rilascia un inebriante profumo di ciliegia che mi riempie le narici e mi ha già totalmente assuefatto. Sedendosi si slaccia la giacca nera che indossa poi sposta la tastiera davanti a lei poggiandola in un angolo della scrivania. Resta solo questo corto tavolo a dividerci; sento le sue ginocchia sfiorarmi i pantaloni. Siamo così vicini. Mi basterebbe allungare la mano per poterle accarezzare il viso. Stamattina quando mi sono deciso a venire a trovarla temevo che lei avrebbe rifiutato di parlarmi. Mai avrei immaginato che si appartasse con me nel suo ufficio.
Siamo soli... Siamo chiusi... Siamo così vicini...
Lei poggia i gomiti sulla scrivania e a quel movimento i bottoni sul seno della sua camicetta iniziano ad allentarsi mostrando un piccolo lembo di pelle bianca. Il mio corpo reagisce a questa candida visione.
<gradisci qualcosa?> mi chiede interrompendo il flusso dei miei pensieri proibiti. Faccio cenno di no col capo ancora troppo agitato per poter proferire parola.
<allora, di cosa volevi parlare?> chiede con tono vagamente altezzoso. I suoi modi mi fanno tornare lucido. Se non ha voglia di parlare perché mi ha portato qui?
<pensavo ti avrebbe fatto piacere chiacchierare un po' visto che l'ultima volta non ne abbiamo avuto l'occasione> spiego sulla difensiva.
<certo che mi fa piacere.> esclama poi mi sorride dolcemente e per un attimo riconosco la vecchia Marika.
<Allora come va?> domando mentre continua a sorridermi.
<Bene, oggi sono un po' nervosa...>
<L'avevo notato> ridacchio interrompendola con la speranza di smorzare la tensione.
<Ecco.> ride piano lei. È così bella quando ride.
<A cosa dobbiamo questo nervosismo?> chiedo sinceramente interessato. Il mio lato oscuro prega che abbia litigato con faccia da fesso ma, a sentire parlare lui, vanno d'amore e d'accordo.
<Stasera ho il catering per George Clooney e sua moglie e sono un po' in ansia.>
<Non devi esserlo, andrà bene.> le sorrido con dolcezza <Avete dei prodotti squisiti e tu ci sai fare con le persone.> e sono sincero quando lo dico. I dolci e le altre cose che vende fanno venire l'acquolina in bocca solo a guardarle.
<Grazie>. Sembra colpita dalle mie parole come se fosse la prima volta che le sentisse dire.
<A te come va?>
<Bene anche se sono stato sospeso dal lavoro> mi stringo nelle spalle. Lei mi guarda incredula.
<Perché?> Chiede alzando la voce di un'ottava come solo le persone del sud sanno fare.
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Un amore di Chirurgo 2
RomanceAvete mai amato qualcuno talmente tanto da non riuscire a dimenticarlo anche dopo che la storia è finita? Continuato ad amare nonostante viviate una nuova relazione? Può un amore sopravvivere al tempo? alla distanza? alla sua stessa fine? Per Marik...