La conquista del pianeta Katsarida venne completata in una settimana. Pochi giorni di assedio erano bastati all'esercito Tkall per poter sterminare l'intera popolazione. Il pianeta, divenuto ormai inabitabile per l'assenza di acqua e di cibo, era stato designato dal re Drakon come discarica e come pianeta d'esilio per i detenuti più pericolosi. Quando il generale Lefukos seppe il vero scopo del suo sovrano, ebbe un che di lamentarsi.
« Ci avete mandato a conquistare una discarica? »
Disse spazientito e frustrato.
« Avevamo necessità di sterminare i Katsaridiani il prima possibile... Potevano creare grossi problemi ai pianeti a loro vicini e nostri alleati. »
Il re Drakon, severo e orgoglioso come sempre, era un Tkall molto alto e possente. Vestito sempre da una tunica rossa e con un elmo che nascondeva la folta chioma blu. Aveva un colorito più scuro rispetto ai suoi simili e ciò non faceva altro che incutere più terrore nei suoi nemici.
« Lo capisco. Ma non era una conquista in cui necessitava assolutamente l'aiuto di un esercito. Mi stupisco che vostra maestà abbia mandato uno dei più forti plotoni del proprio esercito per un pianeta-discarica! »
Lo sguardo freddo del generale era fissò sul proprio sovrano che, invece, non smetteva di guardarlo con sguardo severo.
« Il vostro compito era quello di conquistare Katsarida, il motivo per cui lo fate è futile. Era un mio ordine e voi l'avete completato alla perfezione. Potete andare generale Lefukos. »
« Ma sire! »
« Ho detto che potete andare! »
Lo sguardo di Drakon era fisso verso il suo generale. Non voleva più sentire lamentele. Lefukos, infuriato e sconfortato per il comportamento del proprio sovrano, decise di lasciare la sala del trono. Dopo essersi allontanato dalla stanza, non potè non dare un pugno al muro per la rabbia. « Non mi perdonerà mai per avergli tolto lo schiavo che ha ucciso Prouta! », pensò furente. Non si era mai pentito di aver preso Daimon nel proprio esercito. Era un ottimo guerriero, sebbene restio al seguire gli ordini del proprio generale. A Drakon non era mai andato giù il fatto che il terrestre era stato esonerato dai suoi compiti di schiavo diventando un soldato. Il re degli Tkall avrebbe preferito perdere mille pianeti, piuttosto che vedere il terrestre libero e privo di frustate. Dopo qualche secondo, il generale albino si accorse della presenza di qualcuno alle sue spalle. Si girò e vide una donna dinanzi a lui. Era alta quasi quanto lui, la sua pelle verde era così splendente che sembrava che la donna brillasse ed i suoi capelli erano di blu intenso. I suoi occhi verdi, più scuri della sua pelle, davano un senso di profondità enorme. Il suo corpo, magro e sinuoso, con un seno abbondante, era coperto da un lungo vestito viola, con cerchi dorati sparsi.
« Principessa Telefta! »
Disse inchinandosi e volgendo lo sguardo per terra. La principessa, una donna di una ventina d'anni, era l'unica figlia del re Drakon. Amata come il primogenito Prouta, era una delle poche donne che avevano il permesso di attraversare la sala del trono.
« Spero che la vostra missione sul pianeta Katsarida sia andata a buon fine. »
La principessa non posò lo sguardo sul generale, per determinare il grado di superiorità verso le razze a lei diverse. Ciò non tolse il diritto a Lefukos di inchinarsi di fronte ad un membro della famiglia reale.
« Certamente, principessa! Abbiamo compiuto la conquista dopo soli sette giorni di assedio. »
« Ci sono vittime illustri? »
Chiese quasi non curandosi della risposta del generale. Lefukos sapeva il perché della domanda. Anche lei, alla morte del fratello maggiore, era colma di odio verso il giovane schiavo ai comandi del generale. Nonostante tutto quello che Daimon avesse fatto per lei, ancora aveva forti risentimenti nei suoi confronti e sperava in cuor suo di vederlo morto un giorno.
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Il demone schiavo
FantasyStoria di un eroe che si mette in catene a costo di salvare la razza umana e di un gruppo alieno che tenterà di sventare una cruenta minaccia. By Telespalla Wolf Copyright © 2015 Davide Valente, tutti i diritti riservati.