16) Tkall perfetto

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Il battaglione di Lefukos combatteva ormai da una buona mezzora contro i terrestri. Le armi che utilizzavano per difendersi erano nulle in confronto delle varie razze aliene che le sue truppe potevano vantare. Tra questi, i combattenti Tkall erano i primi che si erano buttati nella mischia. Il loro corpo, duro e resistente, gli permetteva di contrastare le armi da fuoco dei terrestri. Lefukos osservava da dietro le quinte il massacro, notando quanto potessero essere deboli le difese di quel pianeta.

« Primitivi... Non solo non riescono a combattere, ma la loro costituzione non riesce nemmeno a resistere ad un singolo colpo di mazza. Questo pianeta verrà conquistato prima del previsto. »

Mentre il generale studiava i movimenti da effettuare una volta conquistato quel settore della Terra, in prima linea c'era qualcuno che guidava i soldati verso una facile vittoria. Prouta, figlio del re Drakon e principe degli Tkall, che combatteva senza sosta, falciando le teste di innumerevoli terrestri con la sua enorme spada. L'arma assomigliava molto ad una katana terrestre ed il manico bianco era rimasto pulito nonostante tutte le uccisioni di quella giornata. Prouta era talmente abile da permettersi quasi di "ballare" durante i combattimenti. Su Kyria, l'arte della spada era una delle tradizioni fondamentali del pianeta degli Tkall. La loro conoscenza sulle armi era tre volte quella terrestre che, circa a metà della loro esistenza, avevano smesso di apprendere i segreti delle spade. Un grave errore che uno Tkall non potrebbe mai commettere. In primis Prouta, che aveva dedicato la propria vita all'arte del combattimento. Lui era alto e possente, con i capelli di un blu intenso e con la pelle di un verde brillante. Ma, senza la sua katana, si sentiva nudo. Come se quella spada fosse parte di lui. Un pezzo della sua anima. Xiovi, era questo il nome che Prouta aveva dato alla sua amata arma. Un nome che rimandava al colore del manico e del fodero, entrambi di un candido bianco latte.

« Tagliali con un colpo secco. »

Questo era uno dei consigli che Prouta diede ad uno dei suoi compagni che aveva ferito un terrestre alla spalla. Il principe Tkall, avvicinandosi al corpo del giovane sanguinante, staccò di netto la testa del ragazzo, mettendo fine alla sua vita.

« Non c'è bisogno di farli soffrire inutilmente. Dai una fine onorevole ai tuoi avversari, altrimenti non meriterai di averne una. »

Era un pensiero che Prouta aveva fin da bambino. Non aveva mai amato far del male al prossimo, ma, essendo uno Tkall ed essendo il futuro re di Kyria, doveva rimanere fedele alle tradizioni del suo popolo. Doveva dimostrare forza e determinazione per farsi rispettare. Ma l'avrebbe fatto a modo suo, ovvero dando una fine dignitosa ad ogni suo avversario e cercando di cambiare l'atteggiamento barbaro di alcuni del suo popolo. Prouta era molto intelligente ed era dotato, fin dall'infanzia, di innate capacità al combattimento. Lui era l'orgoglio di Kyria e nessuno riusciva a superarlo. Da molti era stato nominato come "Tkall perfetto" Lefukos fu ben felice di averlo nel suo battaglione. Era uno dei pochi generali alieni dell'esercito Tkall ed era riuscito a convincere il figlio del re ad unirsi tra i suoi soldati. Ciò non poteva che aumentare il prestigio per lui e per il suo popolo, conquistato e schiavizzato dagli stessi Tkall. Lefukos era, però, riuscito a risollevare le sorti del suo popolo dal giorno della sconfitta del suo pianeta. Con gli innumerevoli successi militari, aveva ottenuto la fiducia del re ed i migliori soldati a disposizione. Mancava poco, ormai, alla liberazione del suo popolo da parte dello stesso Drakon. Con la conquista della Terra, Lefukos avrebbe potuto chiedere al sovrano di Kyria la clemenza verso il suo popolo. Dopo venti pianeti conquistati, il re non avrebbe mai rifiutato la richiesta disperata del generale.

« Manca poco... »

Disse il Lefukos, mentre notava che, all'interno dell'edificio alle spalle dell'esercito, si stavano aprendo le porte.

« Prouta! »

Urlò indicando l'edificio. Lo Tkall vide l'apertura e agì all'istante. Prese dalle mani di un suo compagno una lunga lancia e, dopo qualche istante, lanciò l'arma con tutta la forza che aveva verso l'apertura, centrando un povero ragazzo che aveva messo appena un piede al di fuori della porta.

« Potrebbe servire come avvertimento. Non è saggio uscire in questo momento. »

Esclamò Prouta vedendo che nessuno era ancora uscito dall'edificio dopo il lancio di quell'arma. A quanto pare, il suo tentativo di incutere timore verso i giovani che si trovavano nell'edificio era andato a buon fine. Sentì urla angosciose arrivare da quel luogo e nessuno aveva ancora varcato la soglia. Lo Tkall non avrebbe voluto usare un metodo del genere per costringere i terrestri a rimanere nascosti, ma quella era l'unica possibilità che avevano per diventare schiavi. Se si fossero arresi, avrebbero almeno evitato la morte. Gli uomini avrebbero potuto lavorare per i campi e le donne, nel peggiore dei casi, sarebbero state mandate nei bordelli di qualche pianeta lontano. Quel giorno, infatti, gli Tkall dovevano cercare di uccidere il minor numero di esemplari femmine. Avevano un grande valore ed erano molto ricercate nell'universo. Prima di partire per la Terra, molti dei suoi compagni pregustavano la conquista del pianeta azzurro. Non per i possedimenti, ma per poter avere la propria schiava personale. Gli Tkall subivano in una maniera impressionante il fascino dei popoli stranieri e non potevano permettersi di lasciarsi sfuggire l'occasione di avere una bella e candida serva terrestre. Prouta, però, non si accomunava agli altri soldati. Lui, come suo padre, rimaneva fedele alla sua cara moglie che lo aspettava a Kyria in dolce attesa. Quello che aspettava sarebbe stato il terzo figlio di Prouta, dopo un vivace maschio ed bellissima femmina. Non vedeva l'ora di tornare a casa per poter riabbracciare la sua famiglia e per potere attendere il nuovo nascituro. Aveva perso sua madre a causa della nascita di suo fratello minore e non voleva che anche sua moglie facesse la sua stessa fine. Voleva rimanere al suo fianco per tutto il tempo necessario, come suo padre aveva fatto con sua madre.

« Idioti... »

Qualche minuto dopo il lancio del principe Tkall, un paio di terrestri uscirono dall'edificio.

« Io c'ho provato... »

Una trentina di giovani, armati di utensili rotti ed appuntiti, stavano uscendo dal palazzo. Prouta vide alcuni tremare di paura, mentre altri erano soltanto infuriati e provavano un immenso odio verso il suo popolo. E, stranamente, non si fermavano e continuavano ad avanzare senza sosta verso il campo di battaglia.

« Generale! »

Urlò il soldato indicando i giovani terrestri. Lefukos, notando lo stupido atto di coraggio da parte di quelli che potevano essere degli studenti, ordinò ad un gruppo composto da tre Tkall e da un soldato Ropalo di andargli incontro per poter mettere fine alla loro stupidità.


Il demone schiavoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora