06) Quarck

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Era passata un'intera giornata dall'uccisione di Malaka e dalla cattura dell'anatra blu che aveva profanato la fontana sacra. Daimon aveva assistito a tutta la vicenda. Dopo la morte del soldato, un'altra decina di combattenti Tkall avevano provato a contrattaccare il profanatore, senza però riuscire ad evitare le pistole dell'avversario. Ci sono voluti molti più soldati ed un paio di gas soporiferi per far svenire quell'individuo e per catturarlo. Daimon conobbe la provenienza dell'anatra dopo aver sentito discutere due soldati. Era un papiano, un componente della razza più intelligente dell'universo. Ma non era riuscito ad avere maggiori informazioni, dato che il suo status di schiavo gli vietava di parlare liberamente con la gente. Il giorno dopo, gli fu affidato di nuovo la lucidatura della fontana, forse perché ci voleva quasi un mese per finire di lucidarla tutta, e fu sorvegliato da un nuovo soldato. Era anche lui un combattente Tkall, ma sembrava più docile di Malaka. Era molto più alto del suo predecessore, ma, a differenza sua, non aveva la stessa sete di sangue. Non aveva riferito una singola parola a Daimon da quando lo scortava e non si era nemmeno presentato. La mattinata passò abbastanza in fretta. Senza lo sguardo intimidatorio di Malaka, mancava nell'aria quel senso di pressione e di ansia che attanagliava il giovane terrestre. Non mancavano le occhiatacce d'odio da parte dei passanti, ma a quelle doveva farci il callo. Nel pomeriggio, dopo aver mangiato un tozzo di pane nero, stranamente salato, gli fu affidato un compagno di lucidatura. Lo raggiunse il papiano del giorno prima, incatenato e vestito con i suoi stessi stracci. Portava un paio di occhiali a spirale molto grandi e Daimon si chiese come avesse fatto a colpire tutti i suoi avversari con le sue pistole data la sua evidente miopia. Dopo averlo affidato, a sua volta, al soldato che teneva sotto controllo Daimon, gli diede spugna e secchio e gli indicò la fontana, facendogli segno di pulirla da cima a fondo. Non appena il papiano si mise vicino al terrestre, incominciò a parlargli, quasi come se non temesse le frustate che potevano arrivare dal loro guardiano.

« Piacere, Quarck! Sei un terrestre, vero? Sei il terrestre che ha ucciso il figlio del re, vero? Sei il terrestre che ha ucciso il primogenito, Prouta, del re, vero? Sei colui che è stato incatenato e punito per aver disonorato la famiglia reale, vero? Sei... »

Il papiano continuò a parlare per cinque minuti filati senza fermarsi. « Come fa a non rimanere senza fiato? », pensò il giovane. Dopo aver ascoltato le sue infinite domande, lo interruppe per la la disperazione.

« Si! Sono io! Il mio nome è Daimon... Piacere di conoscerti. »

« Daimon! Il demone schiavo! Sai che ti chiamano così in giro? Come mai sei qui in catene? Ho sentito che potresti distruggere ogni Tkall di questo pianeta con estrema facilità. Perché non scappi? È perché non hai un piano? O perché non sapresti come tornare a casa? O perché. »

Daimon per poco non fu tentato di strapparsi le orecchie.

« Non posso fuggire... Il mio popolo verrebbe attaccato se non rispetto l'accordo stipulato con il re. E le storie che raccontano non sono veritiere. Sono un semplice essere umano. »

Disse senza fiato per bloccare la parlantina del papiano e, parlando delle voci che circolavano su di lui, non potè non pensare a quanto fossero state ingigantite dai soldati Tkall.

« Re Drakon... Persona terribile e temibile. Sai ho letto che quando era giovane... »

Il papiano parlò per quaranta minuti filati delle imprese del re quando ancora non era il sovrano del regno. Daimon, sfinito e con il mal di testa, non riusciva più a sopportare l'incessante parlare dell'anatra blu. Arrivò al punto di sperare di ricevere le frustate della loro guardia, giusto per poter far smettere la cantilena di Quarck e sostituirla con un po' di dolore. « Questa è un'altra tortura... Lo so! L'hanno fatto apposta ad affiancarlo a me! », pensò volendo strappare il becco del papiano.

Il demone schiavoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora