Daimon guardò la scena inerme. Mattia fu il primo a soccombere in quel gesto disperato di rivolta, ma non ebbe nemmeno il tempo per poter aiutare i propri compagni nello scontro. Tutti i presenti avevano visto in lui un leader in quel momento di crisi. Era uno dei pochi che aveva afferrato le armi per poter reagire contro l'invasione ed era colui che aveva riunito tutti gli universitari. Il tempo parve fermarsi quando quella lancia lo trapassò.
« Mattia! »
Gridarono Chiara e Samantha in fondo all'entrata. Anche loro avevano assistito allibite alla scena ed avevano incominciato ad urlare per l'amico caduto. Daimon, volendo scattare verso il corpo immobile dell'amico, fu colto da un'incredibile paura. Mattia aveva gli occhi sgranati e privi di vita, dato che il colpo l'aveva centrato proprio in posizione del cuore. Il giovane non poteva fare nulla per salvarlo e sapeva che, quella morte, non avrebbe aiutato i propri compagni a raccogliere il coraggio necessario per reagire. Tutti i presenti rimasero scossi da quella morte improvvisa ed in molti lasciarono cadere le armi in preda al panico. Con Mattia era morta anche la volontà di combattere. Era dura assistere alla morte del proprio condottiero, prima ancora di raggiungere il campo di battaglia.
« Praticamente c'hanno fatto capire che non abbiamo alcuna speranza anche se combattiamo... »
Disse scioccato un ragazzo poco distante da Daimon, che si era rannicchiato per terra nel tentativo di trattenere una crisi. Gli altri non erano tanto diversi da lui. In molti avevano perso anche quella piccola speranza che Mattia gli aveva dato. Si poteva perfettamente leggere la paura e la rassegnazione sul loro volto. Ed era normale che erano spaventati. Erano studenti, non soldati. Erano studiosi, non combattenti. Erano uomini, non carne da macello.
« Ed adesso cosa faccio? »
Si domandò Daimon. Non riusciva a distogliere lo sguardo dal corpo senza vita dell'amico e tratteneva a stento le lacrime. Litri di sangue scendevano dalla lancia che l'aveva trafitto e la sua barba era completamente zuppa e rossa di sangue. Daimon non aveva mai affrontato la morte di un proprio caro fino ad oggi. Non aveva mai capito quanto si potesse essere tristi per la scomparsa di un amico o di un parente e, sicuramente, non aveva capito quanto la vita umana non contasse nulla per il mondo. Quella mattina tante persone morirono senza una valida ragione e senza poter far nulla per potersi difendere. Non sapeva nemmeno se la sua famiglia era riuscita a salvarsi o se era perita durante quella invasione di mostri. Non sapeva cosa fare.
« La razza umana vale davvero così poco? Meritiamo di essere trattati come carne da macello? »
Si chiese il giovane mentre osservava l'arma che aveva preso dalle mani di Mattia qualche secondo prima della sua morte. Una gamba di ferro di una sedia con la punta affilata. Non era abbastanza per poter uccidere dei mostri come quelli e Daimon lo sapeva. Dopotutto sapeva fin dall'inizio che quello che dovevano fare era un attacco suicida solo per portare onore alla razza umana.
« Fino alla morte... »
Erano state le ultime parole dell'amico. Lo credeva davvero oppure era una frase tipica da dire prima di andare in guerra?
« Fino alla morte. »
Dopotutto l'aveva detto fin dall'inizio. Se non facevamo qualcosa, quei mostri c'avrebbero uccisi tutti. Almeno se avessimo dovuto morire, l'avremmo fatto con onore.
« Fino alla morte! »
Dirlo o gridarlo sarebbe servito a qualcosa? Avrebbe evitato una disgrazia o sarebbe stata una scusa nel caso avessimo fallito?
« Fino alla morte! »
Senza rendersene conto, Daimon aveva incominciato a dire in continuazione quella frase ai presenti. Stranamente, come se fosse una melodia lugubre e piena di odio, anche i suoi compagni incominciarono a ripetere quella frase.
« Fino alla morte! Fino alla morte! Fino alla morte! »
Tutti avevano riabbracciato le armi e gli scudi artigianali e si erano messi al fianco di Daimon, che aveva ancora lo sguardo rivolto verso il corpo insanguinato di Mattia. In quel momento, tutti avevano gli stessi pensieri del giovane. Chiara e Samantha avevano raggiunto l'amico deceduto e stavano piangendo per la perdita. Daimon, guardando le sue amiche e notando che tutti i presenti si erano radunati attorno a lui, incominciò a capire l'importanza di quelle parole.
« Fino alla morte! »
Urlò alzando la gamba della sedia di ferro verso l'alto. A quella frase seguirono le incitazioni dei compagni che non aspettavano altro che il via alla battaglia. Tutti noi avevamo perso un leader, ma eravamo riusciti a trovare il coraggio di portare avanti la sua volontà. Mattia era stato il primo a capire che quello sarebbe stato l'ultimo giorno di vita per la razza umana ed, in un modo o nell'altro, era riuscito a farcelo capire anche a noi.
« Grazie Mattia... »
Daimon si girò verso l'uscita e vide tutto il prato macchiato dal sangue degli innocenti, con i mostri che combattevano contro le forze dell'ordine. Davano le spalle all'università e non si aspettavano un attacco da parte dei giovani all'interno di quell'edificio.
« Penseranno sicuramente che stiamo tremando di paura e che rimarremo bloccati qui dentro ad aspettare la fine... »
Daimon, volgendo lo sguardo per l'ultima volta verso il corpo dell'amico e verso le sue due compagne, strinse i denti e si lanciò fuori dall'edificio, seguito a ruota da una trentina di studenti come lui che erano riusciti a ritrovare il coraggio per combattere.
« Fino alla morte! »
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Il demone schiavo
FantasiStoria di un eroe che si mette in catene a costo di salvare la razza umana e di un gruppo alieno che tenterà di sventare una cruenta minaccia. By Telespalla Wolf Copyright © 2015 Davide Valente, tutti i diritti riservati.