Era mattina. La nuova mattina, la nuova fantastica mattina. La mattina dopo le farfalle del giorno prima. La mattina a scuola che non mi pesava affatto. Anzi, mi faceva bene un po’ di distrazione. Stavo per entrare nel mio solito mondo da cui non riuscivo ad uscire facilmente, amabile e carina dentro, antipatica e poco cordiale fuori. E a nessuno facevano piacere quei “miei momenti”. Sulle note di una canzone di cui non ricordo il titolo zampettavo di qua e di là.
Ricordo di aver fatto una cosa completamente stupida quella mattina, e non solo una. Avevo salutato Ludovica. Alta, non più di me. Quando cammina tende a portare in fuori il fondoschiena. Nella sua vita da sedicenne avrà avuto 20 o 25 fidanzati. Molto socievole, direbbe Andrea. Non aveva niente contro di me. Forse era solo gelosia, la mia. La gelosia di non essere bella come lei. Ma non pensavo negativo quella mattina e guardandola fissa negli occhi avevo alzato la mano facendo un cenno di saluto. Lei sembrava sorridere. Molto strano.
Il corridoio grondava di ragazzi annoiati. Tutti che avevano perso la voglia di vivere per i vari compiti in classe. Mancava più di mezz’ora all’inizio delle lezioni, ma non avevo trovato niente di meglio da fare in classe. Andai dal professore di algebra ed esclamai: –Buongiorno! Spero che abbia dormito bene. E’ davvero una bella giornata oggi!
Neanche di lui ho mai parlato: alto, trentenne, single, un genio matematico. Credo questi dati bastino.–L’ho sempre detto che l’amore fa male.
-Ma quale amore?
-Lavoro con i ragazzi da più di 10 anni. Non venire a spiegare a me la psicologia degli adolescenti.
-Ma lei dice questo ogni volta che la contraddico?
-Quasi. Vuoi parlarne?
-Mi farebbe piacere condividere con lei. Ma forse non sono all’altezza della sua complessa psicologia.
-Signorina Grimaldi, contenga la sua ironia, so essere simpatico io. Andiamo.
Gli voglio molto bene, siamo come amici. Quando ho bisogno di un consiglio, lo chiamo di lato e lui è sempre molto partecipe. Abbiamo un rapporto speciale, che resta però nei margini di professore/alunna. Andammo nella sala informatica, non ci andiamo quasi mai: di solito, parliamo in classe.
-Che hai combinato stavolta?
-Mi sono innamorata.
-E quando mai… su, racconta: voglio nome, cognome, classe, codice fiscale. Tutto.
-Non ha classe.
-Detto così sembra anche brutto. Vuoi dire che non è in questa scuola? Oppure che non è venuto qui a Londra?
-No, voglio dire che non frequenta più le scuole. E’ abbastanza cresciuto, suppongo.
-Ah, allora ha qualche annetto più di te?
-Si.
-Quanti?
-Molti più di quanto lei mi permette.
-Ha trent’anni?
-No, calma. Non così. Ne ha ventiquattro.
-Sophie, mi sembri impazzita. Dovremmo parlarne con i tuoi genitori, magari ti chiariranno le idee. Sei solo un po’ confusa. Sei in un periodo in cui vuoi ribellarti per tutto. Succede sempre a quelli della tua età, poi passa.
-Lui mi guarda in modo diverso. Per una volta mi fa sentire importante. Fra tutte le persone che mi parlano solo come fossi una mangiaumani, lui… mi guarda come fossi il suo diamante. Mi sento bene. Magari poi finirò come la Breni, sedotta e abbandonata. E so che queste parole la spaventano. Ma a me spaventa ancora di più rimanere sola. Arrivo ad un momento della mia vita in cui non riesco ad accontentarmi dell’amore forzato dei miei genitori, un momento in cui faccio caso a tutti gli psicofarmaci che mi prescrivono. Lo sa, sono sempre di più. Aumentano e aumentano. “Tranquilla, questo è per dormire meglio”. Ho diciotto anni, non sono stupida. Mi dicono di non lamentarmi, che la vita è bella e va vissuta e io non capisco perché non possono lasciarmi in un angolo a sciogliere tutti i miei nodi. La gente ha paura di me, io ho paura di me. Quando mia madre era incinta di me, progettava il mio futuro, mi immaginava bella, intraprendente e intelligente. E sono questo fallimento, adesso. Ci provo. Io non voglio avere limiti e questo sarà sempre un limite. La prego, chiuda un occhio e mi faccia vivere la mia felicità.
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Aiutami ad odiarti - Mika
Fanfiction(La storia è stata soggetto di violazione di copyright. Questa è l'unica versione autentica.) Michael, ventiquattrenne avviato alla passione e all’amore nei confronti della vita. Sophie, adolescente schizofrenica, disillusa dagli eventi e negativa c...