-E’ dedicata a qualcuno?
-Sai cosa trovo stupido? Che la persona a cui è dedicata mi chieda se è dedicata a qualcuno.
-Mi aspettavo qualcosa di diverso da Cat Stevens. Solo questo. Stai calma, stavo scherzando.
-Scusami…
Sospirò.
-Michael
-Dimmi.
Si aprì il sipario, entrai, mi guardai in torno e in apnea, feci uscire quelle poche parole:-Ma noi, stiamo insieme?-
Le parole mi uscirono soffocate. Soffocate come il cuore che tenevo in gola. Se avesse detto di no, in quell’esatto momento, tutto per me avrebbe perso senso. Ma cosa è peggio di una risposta negativa? Nessuna risposta, sicuramente. E fu quello che fece. Mi guardò negli occhi, mi baciò la fronte, si alzò in piedi e andò via. Ci rimasi un po’ male. Perché più che un “no”, assomigliava ad un “sei piccola per certe cose”. Per quel bacio sulla fronte. Come un papà che bacia la sua bambina, prima di andare a lavoro. Un gesto dolce, ma che mi faceva ricordare amaramente la mia età, confrontata alla sua. Io avevo diciotto anni e lui ventiquattro. Sei anni di differenza. Mi ero fermata a pensare, ma non mi ero accorta che ormai da 20 minuti, Michael non tornava. Mi misi in piedi e andai in cucina. Si era fatta ora di cena e lui cucinava qualcosa di deliziosamente profumato.
-Che fai?
-Io ho fame. Tu?
-Si, dai, un po’. Ah, posso usare un secondo il tuo computer?
-Certo. Guarda, è lì sul tavolo all’entrata.
Uno dei tanti tavoli in quella casa. Uno su un milione.
–Ma qui non c’è niente.
-Devi aprire il cassetto ed è qui. Vedi?
-Se per te è normale tenere un portatile in un cassetto…
-Proprio perché è un PORTATILE posso tenerlo in un cassetto. Devi ringraziare di non averlo trovato in una scarpiera.
Frugando sul blog di uno dei numerosi giornali che leggo, avevo trovato un paio di informazioni sul cantante del momento. Ormai, dopo quell’incontro, dopo le conversazioni notturne al telefono, dopo le scappatine sotto la pioggia, dopo i baci appassionati, dopo il profumo della sua pelle, faceva molto strano chiamarlo Mika.
-Guarda cosa scrivono su di te.
-Cosa scrivono?
-Parlano della tua passione per i fiori e della tua amicizia con Amanda. Qui c’è scritto che siete diventati amici perché lei ti faceva lezioni di guida. E’ vero?
-Si. All’inizio, mi è stato detto di prendere una macchina originale che mi rappresentasse. Così ho comprato la mia piccolina, la Austin Healy. Solo che c’era un problema: non sapevo guidare. Quindi, parlando razionalmente, la macchina non mi serviva a un accidenti. Così, questa donna che tanto mi aveva preso a cuore, decise di incontrarmi e scoprì che non sapevo guidare. Mi diede qualche lezione, così fu più facile prendere la patente.
-“Quella donna che tanto ti aveva preso a cuore…”
-Dai… porti ancora rancore per quella sera?
-No. Certo che no. Perché dovrei odiare la donna che mi ha offesa e umiliata davanti a decine di persone? Non posso che amarla.
-Vorrei così tanto che faceste pace. Proprio come i bambini.
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Aiutami ad odiarti - Mika
Fanfiction(La storia è stata soggetto di violazione di copyright. Questa è l'unica versione autentica.) Michael, ventiquattrenne avviato alla passione e all’amore nei confronti della vita. Sophie, adolescente schizofrenica, disillusa dagli eventi e negativa c...