8. Separazione

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La sera stessa parlo con Sakura confessandole tutto durante la cena.
Nostra figlia è partita per un'altra missione perciò ho ritenuto fosse il momento migliore per mettere le carte in tavola.
Non resta particolarmente sorpresa dal mio racconto, sembra come se si stesse aspettando da tempo che sarebbe successo.
Ci sta male, quello si, e mi dispiace davvero vederla sforzarsi di sorridere con gli occhi lucidi di lacrime che premono per uscire.

Sakura: Non immaginavo che il vostro legame fosse così forte. Mi sento una tale egoista in questo momento...

Sasuke: Tu non sei egoista, hai fatto tantissimo per me e non posso far altro che esserti grato. Avrei voluto fare anche io molto di più per te ma non sono mai riuscito ad amarti come meriti.

Sakura: Lo so, Sasuke. Ma mi hai resa felice lo stesso solo sposandomi e permettendomi di darti una figlia.

Sasuke: Non darmi meriti che non ho, e non è giusto che continui a svalutarti così come se non fossi tu quella che ha messo anima e corpo nel cercare di rendermi felice e far funzionare le cose.

Sakura: Hai ragione. Ho fatto il possibile, ma se il tuo cuore è altrove non posso far altro che lasciarti andare.

Sasuke: Spero che troverai qualcuno migliore di me.

Sakura: Adesso magari no, chissà in futuro. Però devi dire una cosa a Naruto da parte mia.

Sasuke: Cosa?

Sakura: Se non ti vedo felice lo gonfierò così tanto che rimpiangerà l'ultima guerra.

Sasuke: Va bene, glie lo riferirò.

Sakura: E lui che farà con Hinata?

Sasuke: Le ha già parlato e lei non si è fatta problemi, anzi lo ha incoraggiato. Alla fine dell'orario di lavoro è passata in ufficio tranquilla come sempre, e mi è sembrata anche più felice di prima.

Sakura: Sarà perché è successo tutto nel momento giusto...

Sasuke: Cosa intendi?

Sakura: Niente. Pensavo ad alta voce.

Sasuke: Sakura, cosa mi stai nascondendo?!

Sakura: Non posso parlarne. Etica professionale.

Sasuke: Hinata sta male? Devi dirmelo se è così.

Sakura: Ti ho detto che non mi è permesso parlarne. Comunque non è niente di troppo grave, e non dire nulla a Naruto, lei non vuole.

Sasuke: Cazzo, Sakura, non può tenerlo all'oscuro se è una cosa seria. Lui deve starle vicino ora, non deve pensare a me.

Sakura: Se Hinata vuole così non puoi metterti in mezzo. È felice di vedere suo marito sereno ed appagato, lascia le cose come stanno.

Sasuke: Come posso far finta di niente? Non so nemmeno cosa abbia di preciso.

Sakura: Ha un tumore all'utero, tra una settimana la operiamo io e Tsunade. Guai a te se ti sfugge una sola parola!

Sasuke: Dovete rimuovere anche l'organo?

Sakura: Purtroppo si.

Sasuke: Capisco...e Naruto che pensava che non avesse più desiderio verso di lui.

Sakura: Fortuna che è tonto. Comunque lei glie lo dirà dopo l'intervento, così che lui non si agiti troppo.

Sasuke: Non mi sembra giusto.

Sakura: È una sua scelta, rispettala e basta. E soprattutto pensa a Naruto, lei vuole vederlo felice quanto io voglio vederci te.

Annuisco senza dire altro. Questa non ci voleva, forse era meglio se non insistevo per saperne di più.
Come posso stare tranquillamente con lui sapendo come sta sua moglie, e soprattutto continuando a tenerlo all'oscuro di questo problema così delicato?
Sarà pure tonto ma se ho dei pensieri io se ne accorge subito, è quello il guaio. Dovrò inventarmi qualcosa per distrarlo se inizia ad insistere per sapere cosa mi preoccupa.

Sakura: Vuoi restare a vivere quí o pensi di trasferirti?

Sasuke: Prima di tutto dobbiamo dire a Sarada del divorzio. Poi vedremo.

Sakura: Hai ragione. Comunque per me non fa differenza se rimani, possiamo mettere un letto richiudibile nel tuo studio.

Sasuke: È una buona idea, si può fare. Nel frattempo userò il futon.

La mattina seguente mi fa un po' strano risvegliarmi da solo, ma mi sento estremamente leggero.
Penso che farò spostare una libreria per far mettere un armadio su misura con letto a scomparsa, così da poter avere tuto quí dentro.
Temevo che Sakura la prendesse peggio ed invece è stata fin troppo accomodante. Non è più la stupida ragazzina noiosa di un tempo, adesso è una donna matura e comprensiva.
Sono io quello che ci ha messo troppo a crescere e ad imparare ad affrontare i propri sentimenti. Combattere per sopravvivere è più facile rispetto a conoscere ed accettare se stessi.
Mi definivo uomo quando ero solo ancora un ragazzino solo perché pensavo al mio obiettivo invece che alle stupidaggini da adolescenti, e solo ora mi rendo conto che, se non c'è equilibrio tra le due cose, quello non mi rendeva superiore rispetto agli altri.
Tutt'ora non posso aspire a tale definizione, ma la raggiungerò facendo tutto quello che ho evitato sino ad ora, pensando prima di tutto a chi amo ed a chi mi è vicino.
Il primo passo è accettarsi, ed ora che l'ho compiuto devo rimediare alle mie mancanze di quando continuavo a fuggire dalla realtà.
Incomincerò rispettando ciò che desidera Hinata per quanto io non sia d'accordo. Se lei vuole affrontare il tumore da sola preferendo la serenità di Naruto non mi immischieró.
E da una parte, ripensandoci più lucidamente, posso anche capirla.

Quando arrivo nell'ufficio dell'Hokage, approfittando che non ci sia nessuno, mi fiondo per prima cosa a baciare Naruto sedendomi sulle sue gambe.
Non vedevo l'ora di riassaporare le sue morbide labbra, sembravo un drogato in astinenza.

Naruto: Ma buongiorno anche a te. Ci siamo svegliati bene stamattina?

Sasuke: Benissimo.

Naruto: Lo vedo.

Mi sorride divertito abbracciandomi e riprendendo il bacio.
Restiamo così per qualche minuto e poi incominciamo a lavorare normalmente, ed inizia dopo poco anche il via vai dei cittadini e dei vari ninja  pronti a risolvere i loro problemi.
Solite cose. L'ennesimo gatto scappato dalla padrona asfissiante, l'anziano che ha bisogno di aiuto nei lavori più pesanti, o chi si è perso qualcosa di più o meno importante.
Qualcuno che chiede una scorta per il percorso da un villaggio ad un altro.
In fin dei conti è tutto nella solita nomale routine.

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