11. Piccoli bisticci

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Sarada: Buongiorno papà.

Mi saluta mia figlia appena mi vede uscire dalla mia stanza e si affaccia alla porta dietro di me, curiosa, trovando però tutto già in ordine ed il letto chiuso. Si gira verso di me con aria delusa e non penso di comprendere esattamente cosa si aspettasse di vedere. Oppure lo so e non voglio proprio pensarci.

Sarada: Uff...ed io che pensavo di trovare un bello spettacolo lì dentro.

Sasuke: Come?! Intanto sei piccola per pensare a certe cose, e poi pensa a Boruto e non a suo padre.

Sarada: Ma l'Hokage è bellissimo, che male fa dare una sbirciatina?

Sasuke: Ma proprio i miei gusti dovevi ereditare?!

Sarada: Non posso farci nulla.

Alza le spalle e va in cucina, io chiudo la porta per poi seguirla e farmi un caffè mentre lei fa colazione.
Mi appoggio di spalle al lavandino bevendo dalla mia tazza accorgendomi che lei continua a fissarmi con una certa curiosità nello sguardo. Ho il timore che presto inizierà a parlare di argomenti alquanto imbarazzarti, sta iniziando la fase adolescenziale e forse è un bene che io sia rimasto al villaggio. Non può sempre occuparsi di tutto Sakura.

Sarada: La prossima volta potresti avvisarmi?

Sasuke: Su cosa?

Sarada: Ieri sera mi sono messa le cuffie con la musica alta per non sentirvi. Sai...mi stavi facendo invidia...

Sasuke: Invid.....Sarada hai dodici anni!

Sarada: Dovresti sapere che ho già sviluppato.

Sasuke: Non è che se il tuo corpo cresce tu puoi già cominciare a fare chissà cosa.

Sarada: Papà, non faccio niente di ciò che pensi e questi discorsi li ho già fatti con mamma. Ma non mi sembra una tragedia il fatto che io apprezzi particolarmente il tuo compagno, a meno che il problema non sia la tua gelosia.

Sasuke: Non sono geloso, non avrebbe senso esserlo. Mi sto solo preoccupando per te.

Sarada: Allora grazie.

Più tardi arrivo in ufficio, saluto e mi metto subito a lavoro essendoci troppa gente.
Mentre sistemo le carte sulla scrivania Naruto mi da di nascosto una palpata sul sedere e mi irrigidisco guardandolo irritato. Non posso reagire in alcun modo in questo momento, accidenti a lui! Che gli cavolo gli passa per la testa? Mi ha preso per la segretaria sexy?
Quando poi restiamo soli mi afferra per il braccio facendomi perdere l'equilibrio e sedere a cavalcioni sulle sue gambe per baciarmi senza darmi tempo di fare o dire nulla.
Poso le mani sul suo petto e lo spingo contro lo schienale della sua sedia staccandolo da me.

Naruto: Che succede? Sei nervoso stamattina?

Sasuke: Se mi tocchi di soppiatto quando c'è gente mi sembra ovvio che mi innervosisci.

Naruto: Non se ne è accorto nessuno.

Sasuke: Non mi interessa. Mentre lavoro non voglio essere toccato, non sono la tua escort.

Naruto: Va bene...ma non ti considero affatto così, credimi. Per me non sei nemmeno un amante ma un compagno vero e proprio.

Sasuke: Hai una moglie, è chiaro che io sia il tuo amante. Ragiona.

Naruto: Dettagli. Non mi piace definirti così, tu conti molto di più...non sei una seconda scelta, tengo a te tanto quanto tengo ad Hinata. Non ragionare sempre e solo con la testa, fallo col cuore come faccio io.

Arrossisco ed abbasso la testa per lasciare coprire il mio viso dai capelli. Non imparerò mai a descrivere le mie emozioni come fa lui, anche se a primo impatto alcune sue frasi sembrano non avere senso riesce poi a farsi comprendere nel profondo. Ed io ho percepito bene il suo messaggio ora, e mi ha emozionato quanto imbarazzato.
Posa una mano sulla mia guancia e ricomincia a baciarmi dolcemente, chiudo gli occhi ricambiando e perdendomi sulla sensazione della morbidezza delle sue labbra. Adoro baciarlo, solo lui è sempre stato in grado di farmi desiderare anche le sole piccole effusioni amorose.
Anche il nostro primo bacio, quello accidentale all'accademia, mi diede sensazioni piacevoli, ma all'epoca le ripudiai immediatamente ed accantonai l'accaduto. Che ragazzino idiota ero!

Naruto: Sta arrivando qualcuno.

Sasuke: Si, lo avverto.

Mi alzo e mi da un altro bacio veloce prima di lasciarmi tornare alle mie mansioni, pochi secondi dopo bussano alla porta e riprendiamo a lavorare quasi senza sosta fino a tarda sera.

È stata una giornata più impegnativa del solito, tanto che abbiamo anche cenato in ufficio per poi finire di catalogare i rapporti e le prossime missioni da affidare.
Naruto si stiracchia sulla sedia sbagliando esausto, poi mi guarda con la sua espressione più dolce che lo fa quasi sembrare ancora un bambino. Quel sorriso che un tempo mascherava dolore, ed ora è solo genuino e felice come deve essere.
Non che il fondo di tristezza sia scomparso completamente, quello non potrà mai dissolversi del tutto, i traumi lo hanno segnato come han fatto con me ed ora sono solo più lontani nel tempo e meno invasivi, ma restano pur sempre lì.
Mi sposto dietro di lui, tocco le sue spalle facendo scendere le mie mani lungo il suo torace. Si volta verso di me, lo bacio, prende le mie mani intrecciandole con le sue e si rilassa tra le mie braccia godendosi le mie attenzioni.

Naruto: I tuoi baci sono una droga...

Sasuke: Fanno male?

Naruto: No, creano dipendenza.

Sasuke: Allora ti ho proprio conquistato.

Naruto: Si...da un po'...

Sasuke: Un po' quanto?

Naruto: Non lo so di preciso, da quando abbiamo combattuto contro Madara immagino. Ma me ne sono reso conto anni dopo.

Sasuke: Sei il solito ritardato.

Naruto: Senti chi parla! Hai aspettato vent'anni per farti avanti...

Sasuke: Ma io sapevo già di amarti.

Naruto: Forse, se tu avessi agito prima, anche io lo avrei capito per tempo.

Sasuke: Non provare a scaricare tutto su di me ora!

Naruto: Sto scherzando, non essere permaloso. Anzi, probabilmente mi sarei solo spaventato a primo impatto.

Sasuke: Così è più credibile.

Naruto: Quello che è. Andiamo a casa?

Sasuke: Si, è già abbastanza tardi. Ci vediamo domattina.

Naruto: Aspetta...

Sasuke: Cosa?

Naruto: Dammi almeno un altro bacio prima.

Mi fermo sull'uscio della porta sorridendo appena, lui mi raggiunge e lo bacio sulle labbra dandogli la buonanotte.

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