The Lotus Mutation

Fino a prova contraria

Man mano che Roxy si avvicinava sentiva le urla dei ragazzi. In qualche modo le sembrava irreale continuare a farli studiare, a farli divertire, a farli vivere, nonostante tutto quello che era successo in quei mesi. Quella era stata l'idea vincente di David e di Mr. Lorenz alla creazione della scuola: si erano resi conto che ciò che più mancava loro era una vita normale, ancora di più che saper controllare i propri poteri o riuscire a convivere coi loro incubi. Personalmente aveva resistito solo grazie all'addestramento: le era sembrato talmente inutile per anni continuare a studiare lingue senza poter mai mettere piede fuori da quell'istituto, senza nessuna prospettiva di futuro. Col senno di poi invece era stata costretta a dare loro ragione e si era comportata allo stesso modo nell'assumere la direzione della scuola. A maggior ragione, vista l'incertezza del momento quei ragazzi avevano bisogno di stabilità.

Individuò Tom che raccattava una palla e si apprestava a rimetterla in campo. Non era mai stato un gran sportivo, in tutta onestà, ma sotto quei capelli neri a spazzola e quegli occhi blu profondi si nascondeva una testa davvero invidiabile. Nonostante ciò che gli era successo in America, non aveva mai visto Tom così pieno di voglia di vivere: sospettava che in gran parte ciò fosse dovuto a Kathy. Erano così teneri da risultare quasi fastidiosi, come una caramella troppo dolce e lei li aveva sentiti fin dall'inizio, prima ancora che osassero confessarsi a vicenda i loro sentimenti. Tom le rispose con un cenno e continuò a giocare. Si voltò verso gli spalti e individuò Kathy che guardava la partita. Non sembrava così allegra: era come se si trovasse in un altro posto. Alice le aveva detto che in classe non stava mai attenta, nei compiti non era peggiorata molto, ma c'era qualcosa che non andava, nonostante Tom. Forse quel filmato era davvero troppo duro da digerire: in fondo, seppure remotamente, lei rischiava lo stesso destino di Jacob. Non era una prospettiva facile con cui convivere, chi meglio di lei poteva saperlo.

- Posso? - chiese a Kathy indicando il posto di fianco a lei. Kathy si ridestò e le fece segno di accomodarsi. Per lo meno le sorrise. Roxy si guardò intorno stupita. Dov'erano le altre ragazze della classe?

- Oh, stanno guardando manga, di nuovo - le rispose Kathy alzando gli occhi al cielo. Non si era ancora abituata al fatto che la ragazza potesse sentire tutti i suoi pensieri. Kathy le indicò l'ultima gradinata. Ridevano e indicavano un fumetto e questo dava molto da fare a Kathy. Forse doveva parlare con Liv e chiederle di cercare di far parlare Kathy.

- È tutto inutile, è sempre occupata - tagliò Kathy. Roxy sospirò.

- Non ti preoccupare era nei patti. Amiche finché non finisce l'indagine e poi ognuna per conto suo, me lo aspettavo. A me non importa - alzò le spalle Kathy. Ovviamente mentiva. Le bruciava moltissimo e Roxy lo sentiva. Conosceva bene quella sensazione. Si ricordava bene quando lei e Angela si erano allontanate, anni prima, dopo che lei aveva interrotto gli studi per finire l'addestramento e poi era partita per l'America a salvare altri ragazzini LWF con Liam. Avrebbe voluto poterla consolare.

- Le parlerò comunque - disse decisa a Kathy.

- No, ti prego, sarebbe peggio - Kathy si voltò infine verso di lei e verso quegli occhi color del fuoco. Roxy sospirò e si rivolse la partita.

- Non sei tu l'ufficiale in comando di questa scuola. Parlale, dille che stai male! Se tra una settimana non l'hai fatto, intervengo io - disse decisa Roxy. Sempre se fosse stata a scuola tra una settimana... non poté che pensare. Kathy la guardò stupita.

- Dove vai? - chiese nervosa Kathy.

- A testimoniare in senato, probabilmente - confessò Roxy.

- No, no, è pericoloso Roxy! - disse Kathy agitata.

- Io sono la donna con le pistole, ricordi? Era pericoloso anche venire a salvarti, ma per quanto pericoloso fosse, dovevo farlo e ora devo fare questo - disse Roxy con calma. Non voleva spaventarla, anche se nemmeno lei era troppo tranquilla.