thirteen.

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Sotto la luce delle stelle camminai verso la riva del mare, era mezzanotte, le onde fredde mi scivolavano sui piedi, attorcigliandosi all'orlo del mio vestito lilla, era di seta lucida.
Le luci del "Moon" si spensero dopo la festa appena svolta.
Rimasi sola con la luce cinerea e fievole della luna, il suono del mare, la sabbia sotto i piedi e l'aria fresca che mi sfiorava la pelle, rabbrividii ad un tocco, mi girai e degli smeraldi si incastonarono nelle pupille dei miei occhi

"Harry,ciao. Il 'Moon' ha appena chiuso, che ci fai qui?"
"Ci vengo spesso, specialmente dopo aver passato una brutta giornata"
"Ti rilassa?"
"Forse, adoro il suono delle onde che si infrangono sugli scogli, il vento che mi passa tra i capelli e la sabbia mi ricorda quando ero piccolo e facevo i castelli di sabbia, quando mia mamma mi guardava compiaciuta e io le facevo un sorriso a 32 denti, anche se in realtà ne avevo solo 5 o 6"

Sorrisi a quell'affermazione.
Il mio sguardo era posato su Harry, la sua mascella appuntita che cambiava angolo ad ogni parola che pronunciasse, lui guardava l'orizzonte.

"Oggi è stata una brutta giornata? Ecco perché sei qui?"
"Nulla di tragico, non credo possa interessarti"
"No, se ti va puoi parlarmene"

Mi guardò, sorrise e io mi avvicinai leggermente a lui

"Ho litigato con un mio amico, succede spesso in questo periodo"
"Louis?"
"Si"
"Perché avete litigato?"
"Ecco,non mi piacciono i suoi comportamenti"

Mi sedetti sulla sabbia, feci gesto a lui di seguirmi e
sorrise sedendosi vicino a me

"Quali comportamenti?"
"Quando fa il bullo, lo conosco, so che è fatto così, scorbutico e irascible, ma ultimamente più di prima,credo tu lo abbia notato..."

Alzai le sopracciglia

"Decisamente"
"Mi dispiace se in qualche modo abbia potuto ferire te o le tue amiche"
"Tranquillo, posso sopportarlo... posso farti una domanda un po' inappropriata?"
"Certo,dimmi"
"Perché continui a stare con lui, a subire quello fa o dice? Se non ti piace, perché non ti allontani da lui?"

Ho esagerato, non avrei dovuto chiederglielo, e soprattutto non così schiettamente.
I secondi passavano e lui non rispondeva, misi una mano davanti agli occhi

"Perdonami, non avrei dovuto chiedertelo, non so perché mi sia venuto in mente"

Mi alzai dalla sabbia con l'intento di andarmene e le sue dita presero le mie, facendomi risedere

"Non posso abbandonarlo, lui con me non l'ha mai fatto, ci conosciamo da quando avevamo 11 anni e a 17 ho avuto dei problemi..."

Sospirò

"Non sei costretto a dirmelo"

Arricciò il naso e sorrise

"... e lui non mi ha mai lasciato, dopo tutti i crolli e la rabbia, lui c'era e mi ha aiutato ad affrontare tutto, è probabilmente grazie a lui se sono ancora qui"

Rimasi a pensare a quella frase, ne parlava come se avesse affrontato tanto, avesse sofferto, volevo sapere cosa c'era nella mente dell' Harry Edward Styles diciassettenne ma non volevo sembrare invadente, me ne parlerà quando riuscirà, annuii

"Allora prova a parlarne con lui"
"L'ho fatto, milioni di volte, mi dice di non rompere il cazzo e va via. Scusa, non voglio farti passare i miei problemi"
"Tranquillo, ti ho chiesto io di parlarmene"

Il rumore della mia suoneria mi fece spaventare, lessi il nome, Simona, chiesi silenziosamente ad Harry di rispondere e mi allontanai

"Pronto? Simona?"
"Elisa devi venire qui"
"Che succede?"
"Matilde sta piangendo ti prego vieni"
"Dove siete?"
"4th strada, vicino Starbucks"
"Arrivo"

𝗔𝗱𝗼𝗹𝗲𝘀𝗰𝗲𝗻𝗰𝗲.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora