Cap. 33

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Sono sdraiata su un materasso che ha visto decisamente giorni migliori, con le mani ed i piedi legati. Il mio abito oramai copre ben poco, talmente è pieno di strappi e logoro. Ho il corpo che è un dolore unico, mi hanno percossa varie volte. Hanno sfruttato anche le ferite che mi sono procurata nella caduta dalla moto, per loro sfortuna ho molta resistenza, sono già stata torturata in passato per avere informazioni. Hanno limitato i pasti, me li portano una volta al giorno, hanno provato anche a drogarli. Appena sentivo che il sapore aveva qualcosa che non andava sputavo e mi rifiutavo di mangiare. Vogliono sapere dove sia il loro capo, per quanto ne so i ragazzi dovrebbero averlo già ucciso. Ho perso il conto dei giorni essendo rimasta priva di sensi per non so quanto. Peccato mi sarebbe piaciuto assistere non perché mi piaccia vedere le persone morire, non sempre almeno, ma perché volevo vedere la vita abbandonare quel bastardo. Volevo vedere la fine del mostro che ha ucciso la mia famiglia e molti bambini innocenti. Già nonostante il mio lavoro, non ho mai patito chi fa del male ai bambini, la trovo una cosa ignobile, per quanto le tue mani possano essere sporche di sangue non c'è punizione abbastanza pesante. So bene cosa vuol dire sporcarsi le mani, l'ho imparato sulla mia pelle. Ho perso il conto delle vite che ho spezzato, però so anche quante ne ho salvate. Sono un sicario, una mercenaria, sono stata addestrata per esserlo con ogni fibra del mio corpo. Ho distrutto il mio intero essere, resistito a tutto solo per poter vedere quel momento. Purtroppo mi ritrovo qui, mi consola che anche se morirò qui potrò trovarlo all'inferno. Sento le chiavi girare nella serratura e poi vedo la porta aprirsi. Il mio carnefice sta entrando di nuovo, ha ancora quello stupido ghigno stampato in faccia

<<allora... hai intenzione di darmi qualche risposta?>> domanda con quella voce melliflua

Così stonata in una persona di tale freddezza. Capisco perché Hyung-woo l'ha scelto, riesce ad incantarti e spaventarti nello stesso momento.

<<non ti sei ancora arreso Soo-bok?>> rispondo un po' a fatica mantenendo un'aria superiore

<<sai essere molto testarda Signorina Kim Mi-so>> ridacchia

Mi irrigidisco leggermente quando usa il mio vero nome

<<bravo! Alla fine l'hai scoperto>> gli parlo come ad uno stupido sogghignando

<<Non mi sono mai fidato di te, sapevo che nascondevi qualcosa>>

<<allora non sei molto bravo nel tuo lavoro se siamo arrivati a questo punto>> sminuendolo ancora

<<se Hyung-woo mi avesse ascoltato prima, a quest'ora non saresti più qui!>> leggermente alterato

<<non è colpa tua se non hai le palle per fare le cose!>> lo sfotto

<<stai zitta!!! Ti faccio vedere io chi non ha le palle!>> tirandomi dei calci

Schiocca le dita ed entrano due tirapiedi che mi sollevano senza cerimonie e mi portano fuori, mi dimeno, con le poche forze che mi rimangono, per non agevolarli. Uno di loro perde la presa e finisco a terra proprio sul braccio ferito, soffocando un gemito di dolore. Mi riprendono da terra e mi portano dentro un'altra stanza con la porta nera poco distante dalla mia prigione bianca. Dentro ad aspettarci c'è un uomo di fianco ad una vasca piena d'acqua, una sedia ed un tavolo con vari strumenti di tortura

"stiamo passando alle maniere forti vedo" penso mentre mi mettono senza troppa grazie sulla sedia li di fianco

Mi incappucciano, mi preparo ad affrontare la tortura. Mi rovesciano l'acqua addosso, mi si spezza il respiro per il contatto con l'acqua gelida, tossisco e sputo quella che ho bevuto

<<Allora non hai nulla da dire? qual era il piano?>> domanda Soo-bok

Rimango in silenzio, sento che recuperano l'acqua e trattengo il respiro pronta a ricevere la secchiata, che non tarda ad arrivare

Lady Reaper    (J.Jk / J. Jungkook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora