Capitolo 35

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Mi sveglio in una stanza di ospedale con un mal di testa lancinante, amplificato dal bip di un qualche parecchio elettrico e una flebo attaccata al braccio. L'odore di disinfettante mi solletica il naso. Lentamente apro gli occhi e guardando fuori dalla finestre vedo che è quasi l'alba.
D'improvviso mi tornano alla mente le ultime scene che ho vissuto prima di perdere i sensi.
Mi porto una mano alla ferita sul lato destro del mio corpo e le mie dita incontrano una grande fasciatura che parte dall'altezza dell'inguine fino a sopra il bacino. Cerco di mettermi a sedere ma la ferita mi fa troppo male, così ci rinuncio.
Dopo qualche minuto fa' il suo ingresso nella stanza un'infermiera dai capelli biondi e gli occhi azzurri, sembra un Angelo.
<<Ti sei svegliata tesoro, come ti senti?>> mi chiede accarezzandomi una guancia. <<Sono stata meglio.>> la mia voce è talmente roca che faccio fatica a riconoscerla. Lei mi sorride gentilmente e mi chiede <<Te la senti di avere visite? C'è uno dei tuoi amici che insiste per vederti.>> Annuisco vigorosamente, contenta di poter rivedere Riccardo. Così l'infermiera esce e dopo qualche minuto la porta della camera si apre di nuovo, ma resto stupita nel vedere il viso di Gianluca e non quello del mio ragazzo.
Il mio amico mi si avvicina e mi chiede <<Come stai?>> la sua presenza sostiuita a quella di Riccardo mi fa venire un brutto presentimento, che non mi fa trovare la voce per risponderli, così scuoto semplicemente le spalle. Dopo secondi che mi sembrano infiniti riesco a trovare la voce e gli chiedo agitata <<Perché sei entrato tu? Lui sta bene? È ferito?>> Gianluca si siede sul bordo del letto al mio fianco e mi risponde <<Fisicamente sta bene.>> Alle sue parole il brutto presentimento dentro di me cresce ancora di più, divorandomi lo stomaco.
<<Gian, lui dov'è?>> mi fissa e in un sussurro mi dice <<Lui non è qui.>>
I miei occhi si riempiono di lacrime e non riesco più a mettere a fuoco il viso del mio amico. Mi prende una mano e me la stringe forte, per poi aprirmela con la sua e facendomela stringere intorno a un pezzo di carta <<Mi ha detto di darti questa.>> con l'altra mano cerco di scacciare le lacrime per vedere cosa mi ha dato, ma appena noto che si tratta di un foglio completamente scritto a penna i miei occhi riprendono a piangere più forte di prima.
Gianluca mi lascia la mano, scende dal letto e mi si avvicina per darmi un bacio sulla fronte. <<Sii forte.>> detto ciò esce dalla stanza lasciandomi sola con quel maledetto foglio.
Lo stringo forte al petto e cerco di calmare le lacrime. Dopodiché spiego il foglio tra le mani e riconosco la calligrafia di Riccardo:

" Piccola mia, sei troppo intelligente per non sapere quello che sto per fare.
Ho sempre saputo che fosse troppo pericoloso per te stare al mio fianco. Ma ho sempre sperato che questo giorno non arrivasse mai. Speravo di riuscire a risolvere tutto, prima che accadesse qualcosa di grave. Ma così non è stato.
Ti chiedo scusa piccola, se avessi avuto un po' più di forza e fossi riuscito a starti lontano ti avrei tenuta lontana da tutto questo.
Ma quando trovi qualcosa di speciale è difficile lasciarselo scappare, soprattutto per me che sei stata come un raggio di sole nel pieno di una tempesta.
Tu con la tua innocenza e con la tua timidezza disarmante, hai smosso qualcosa in me, facendomi capire che forse la vita ha di meglio da offrirmi.
Vorrei che riuscissi a vederti come ti vedo io: bellissima, intelligente, sexy, coraggiosa, caparbia.
Con la tua solarità mi hai dato motivo di andare avanti. Ma tu nemmeno te ne sei resa conto, perché sei troppo impegnata a pensare ai tuoi difetti, a cosa pensa la gente, o a preoccuparti al bene degli altri prima che al tuo.
Sapevo che tutta la felicità provata con te, un giorno mi si sarebbe torta contro. Perché sai, la vita con me ha sempre fatto così, è sempre stata bastarda.
E stasera il conto mi è stato presentato con un coltello piantato nel fianco della ragazza che amo, per colpa mia. E il mondo mi è crollato a dosso.
Io e Gian dovremo sparire per un po' dalla circolazione.
Ormai ho realizzato che non riuscirò mai ad uscirne da tutto questo, ci sono troppo dentro fino al collo.
Ti chiedo di non cercarmi, e anche se egoisticamente vorrei che non lo facessi devo chiederti di dimenticarmi.
Quello che c'è stato tra di noi è la cosa migliore che mi potesse capitare, ma deve finire qui.
Non riuscirei mai a sopportare l'idea che tu possa correre un altro rischio come quello di stasera.
Non riuscirei mai a perdonarmi.
Capisco che sia difficile, ma ti chiedo di rispettare la mia scelta.
Vivi la tua vita al meglio delle tue capacità; hai un immenso amore da donare, ma donalo solo a chi davvero lo meriterà; realizza tutti i tuoi sogni, senza lasciarti intimorire dalle avversità che la vita ti presenterà davanti, perché sono sicuro che sarai in grado di arrivare lontano; e quando un giorno diventerai madre spero che riuscirai a crescere i tuoi figli a tua immagine e somiglianza, perché questo mondo ha bisogno di più persone come te.
Tuo per sempre, Riccardo."

Richiudo lentamente la lettera e sento il cuore trafitto da un dolore ben peggiore di quello provocato dal coltello nel fianco.
Un dolore talmente lancinante che mi sconquassa dentro togliendomi il respiro e facendomi piegare in due dal dolore, incurante del flebile dolore alla ferita sul fianco.

Tutta colpa degli Affari [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora