Capitolo 13

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Sono da sola nella sua stanza, e ora che se n'è andato mi sembra più grande.
Mi avvicino a letto, sposto il copriletto e mi ci infilo sotto. Poso la testa sul cuscino e vengo invasa dal suo profumo. Spengo la luce e mi addormento quasi immediatamente.
Davanti a me c'è Davide. Rivivo secondo per secondo ogni attimo di quella sera. Poi davanti a me ci sono Davide e Riccardo che fanno a botte. Vedo Davide estrarre dai pantaloni un coltellino svizzero e colpire Riccardo. C'è sangue ovunque, per terra, addosso a Davide e Riccardo, tra le mie mani, ne sento persino il sapore metallico in bocca. Inizio a urlare loro di smetterla ma è come se non mi sentissero. Allora inizio ad urlare più forte.
Vengo accecata dalla luce quando apro gli occhi. Sento incrinarsi il materasso sotto il suo peso quando sale sul letto e poi sento la sua voce: << Fe', era un sogno calmati.>> lo guardo in faccia << No. È successo davvero.>> gli rispondo scoppiando a piangere. Mi tira verso di se e mi abbraccia fino a che non mi calmo. Mi allontano da lui mi accorgo che indossa solo i boxer quindi cerco di guardarlo solo in faccia. <<Meglio?>> mi chiede con la preoccupazione negli occhi. Annuisco. Mi abbraccia di nuovo e mi trascina con se sotto le coperte. Non mi oppongo così si allunga a spegnere la luce e torna a stringermi a se. Lui si addormenta quasi subito e io mi faccio cullare dalla regolarità del suo respiro. Stavolta vengo svegliata dal mio telefono che suona. Mi libero dalla stretta di Riccardo e vado a rispondere al telefono. Dall'altra parte del capo c'è una Serena molto agitata e preoccupata: <<Scusami, mi sono dimenticata di avvertirti. Sono rimasta a dormire da Riccardo.>> dall'altra parte Serena resta in silenzio per qualche secondo <<Ah. Va bene tranquilla. L'importante è che stai bene. A domani.>> e mi chiude il telefono in faccia senza darmi il tempo di salutare. Intanto Riccardo si è messo a sedere contro la spalliera del letto e ha acceso la luce. Poso il telefono sulla scrivania e mi accorgo che mi fissa di nuovo le gambe che sono quasi del tutto scoperte perché la maglia se n'è salita. Mi sistemo e torno a letto. Mi sdraio al suo fianco e gli dico: <<Scusa. Ti sto facendo passare una nottata in bianco.>> dico osservando le sue occhiaie. Lui si sdraia di lato, appoggiando la testa sul braccio piegato. Con l'altra mano mi allontana i capelli dal viso. Le sue labbra sono vicinissime alle mie. Mi sento andare a fuoco. Mi accarezza la guancia mentre io sostengo il suo sguardo. La sua mano scende sul collo e con il pollice disegna piccoli cerchi regolari dietro l'orecchio che mi provocano brividi lungo tutto il corpo. <<Hai freddo?>> mi chiede malizioso. E io faccio di con la testa. Poi mi si avvicina e sostituisce le dita con le sue labbra. Ora che si è avvicinato ancora di più con tutto il corpo, posso sentire la sua erezione premere contro la mia gamba destra. La mia mano sinistra si muove da sola sulla sua schiena per attirarlo ancora più vicino quando inizia a leccarmi e a mordicchiarmi l'orecchio. Non riesco a trattenere dei gemiti quando all'orecchio mi sussurra:<<Oh! Cosa ti farei!>> Riprende a mordicchiarmi l'orecchio e lentamente infila la mano destra sotto la maglietta, disegnando cerchi intorno all'ombelico. Smette di mordicchiarmi l'orecchio per guardarmi negli occhi: <<Vuoi che mi fermo?>> mi chiede in un sussurro. Faccio subito di no con la testa e mi sorride compiaciuto. Riprende a baciarmi e a leccarmi collo e orecchio. Lentamente fa risalire la mano dall'ombelico fin sotto il reggiseno. Mi stringe prima un seno e poi l'altro. D'impeto si sposta a cavalcioni su di me. lo afferro per la nuca e finalmente le nostre labbra si incontrano. All'inizio è un bacio lento, timido, ma pian piano si scalda. Lui mi accarezza il labbro inferiore con la lingua invitandomi a schiudere le labbra. Quando lo faccio e la mia lingua incontra la sua iniziano una danza tutta loro. Più ci baciamo più sento la pressione aumentare tra di noi. Il bacio diventa sempre più bisognoso, più famelico. Lui afferra l'orlo della mia maglietta e lentamente me la sfila. Smettiamo di baciarci solo il tempo necessario a far passare la maglietta. Mi fa sdraiare di nuovo e con una mano mi sbottona il reggiseno, me lo sfila e lo lascia cadere sul pavimento. Mi palpa prima un seno e poi l'altro, senza mai smettere di baciarmi. Smette solo per disegnare una scia di baci dal mento al collo al seno sinistro. Prende in bocca il capezzolo e inizia, a leccarlo, mordicchiarlo, succhiarlo mentre con l'altra mano mi palpa l'altro seno. Non riesco a trattenere i gemiti, e quando sento una forte ondata di piacere gli allaccio le gambe in vita. In questa posizione sento premere la sua erezione contro le mie parti intime, e inizio a strusciarmi contro di lui. Lui passa la bocca al capezzolo destro dedicandogli lo stesso trattamento che ha ricevuto il sinistro. Sfugge anche a lui un gemito di piacere e io mi stringo ancora più forte a lui, strusciandomi sempre di più. Ha il braccio sinistro fermo sul materasso per tenersi in equilibrio su di me. Con l'altra mano libera scende verso il basso, la infila sotto la mia schiena, la fa scendere verso il basso fino a insinuarsi nelle mutande. Con il palmo aperto mi afferra un natica e mi tira ancora più vicino a se. Smette di dedicarsi ai mie capezzoli diventati ormai duri. Risale il collo e mi sussurra con affanno all'orecchio: << Riesco a sentirlo attraverso le mutande quanto sei bagnata per me.>> Quelle parole mi provocano un altro gemito. Mi zittisce tornandomi a baciare con più passione del bacio precedente. Toglie la mano dal mio sedere e mi snoda le gambe da suo bacino, poi si sposta leggermente di lato e smette di baciarmi. Mi guarda fisso negli occhi, con il pollice della mano libera percorre l'orlo delle mutandine sul basso ventre. Mi sta chiedendo il permesso. Annuisco. Sorride e torna a bacarmi con dolcezza. Al frattempo inzia ad accarezzarmi lentamente da sopra gli slip. Lo sento gemere e riprende a baciarmi con più passione. Lentamente mi infila una mano sotto le mutandine. Mi accarezza con movimenti circolari il clitoride, e io mi dimeno, incapace di stare ferma sotto il tuo magico tocco. Smette di baciarmi e torna a sussurrarmi all'orecchio: <<Senti quanto sei bagnata!>> e continua dirmi frasi che combinate al suo tocco mi fanno perdere la ragione.<< Quanto vorrei sbatterti per tutta la notte!>> << Me lo fai venire così duro tanto da farmi male.>> Mi infila un dito dentro e io sussulto per la sorpresa: <<Cristo quanto sei stretta.>> mi ringhia all'orecchio. Inizia a muovere un dito dentro e fuori, e sento crescere il fuoco dentro. Sento accumularsi la tensione nel basso ventre, si accorge che ci sono quasi e inizia a toccarmi più velocemente e in punti strategici. Si accorge che sto per venire e mi sussurra: <<Vieni piccola. Vieni per me.>> e quelle parole mi fanno esplodere. Risucchia i miei gemiti in un bacio violento, possessivo. Anche dopo che sono venuta non accenna a togliere la mano da dentro le mie mutande. Poggia la fronte sulla mia e mi chiede: << Ti ha mai fatta venire nessuno prima d'ora?>> Forse presa da un impeto di coraggio o considerata la situazione non mi vergogno ad ammetterlo:<< No.>> Lui resta spiazzato: << Cioè non ti sei mai fatta toccare prima?>> Faccio di no con la testa. <<Quindi sono stato il primo a farti godere.>> mi dice con fare malizioso. Si avvicina di nuovo e sento ancora premere la sua erezione contro la mia gamba. Si abbassa per sussurrarmi all'orecchio: <<Allora abbiamo molto da recuperare.>> mentre rincomincia a muovere in dito dentro di me. Gemo e mi sposto in modo da riuscire a baciarlo. Mi faccio coraggio e porto la mia mano destra alla sua erezione. Lo accarezzo da sopra i boxer, seguendo lo stesso ritmo del suo dito dentro di me. Cerco infilargli la mano nei boxer ma lui smette di baciarmi, mi sfila il dito da dentro per allontanare la mia mano dai suoi boxer. Se la porta alle labbra e mi dice guardandomi fisso negli occhi: <<Impariamo a camminare prima di iniziare a correre>> bacia ogni singola nocca della mano mentre io mi lamento: <<L'hai detto tu che ho tanto da recuperare.>> << Oh tranquilla piccola, ogni cosa avrà il suo tempo.>> mi lascia la mano e torna a baciarmi. Mi infila di nuovo un dito dentro e inizia a muoverlo lentamente. Il ritmo che sta tenendo ora è una tortura, ma allo stesso tempo è così intenso il piacere che sento accumularsi. Si avvicina al mio orecchio: <<Vedi quanto può essere appagante andare piano.>> in risposta gemo. Lui sorride e riprende a baciarmi. Lentamente. Sento accumularsi sempre di più la tensione. Se ne accorge e senza modificare il ritmo inizia a toccarmi in punti strategici. Vengo così lentamente quanto è elevato l'intensità dell'orgasmo. Stavolta più che gemere sto piagnucolando dal paciare. Riccardo si ingoia ogni mio singolo piagnucolio. Avverto la sua soddisfazione dal fatto che lo sento sorridere sulla mia bocca. Quando ogni ondata di piacere passa, e i miei piagnucolii cessano, smette di baciarmi e lentamente sfila il dito da dentro e inizia a fare dei cerchi con il pollice sul mio pube. Lo guardo in faccia e mi accorgo che ha un sorriso che parte da un orecchio e arriva all'altro. Un brivido di freddo mi passa per tutto il corpo, Riccardo se ne accorge si stacca da me e raccoglie la mia maglietta da terra. Me la porge e io la indosso mentre lui si mette a sedere contro la spalliera del letto. Vedo che dal comodino sta prendendo un sigaretta e l'accendino. Glie li sfilo da mano e mi siedo a cavalcioni su di lui, mentre lui mi poggia le mani sulle cosce. Poso l'accendino e la sigaretta sul comodino e gli butto le braccia al collo. Mi avvicino al suo orecchio e inizio a mordicchiarlo e leccarlo a mia volta. Mi struscio sulla sua incombente erezione e gli sussurro: <<Permettimi di darti piacere. Ne ho così tanta voglia.>> indietreggia con la testa e mi dice << Ne hai voglia? Ne hai voglia!>> mi rovescia sul letto e ci ritroviamo di nuovo sdraiati con lui sopra di me che mi blocca i polsi sopra la testa con una sola mano, mentre l'altra si è infilata sotto la maglietta per palparmi il seno. <<Non sei ancora sazia?>> mi chiede all'orecchio. Quando faccio di no con la testa sposta la mano di nuovo nelle mutande, e quando si accorge che sono di nuovo bagnata esclama <<Cristo! Sei di nuovo pronta per me.>>
Mi infila un dito dentro e mi regala, nel giro di cinque minuti, il mio terzo orgasmo della serata.
Stavolta è violento tanto che urlo il suo nome. Quando gli spasmi finiscono e i miei respiri tornano regolari, spegne la luce, si sdraia e mi tira verso di se. Mi accoccolo contro il suo petto stando attenta alla ferita. E lui mi sussurra: <<Adesso dormi piccola insaziabile vogliosa.>>

Tutta colpa degli Affari [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora