Chapter 7: - Sogno -

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Capitolo n.7

- Sogno -

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"And I know it's true
That visions are seldom all they seem
But if I know you, I know what you'll do,
You'll love me at once,
The way you did once upon a dream."

Tokyo, 4 Ottobre 2012, 03:00

Paura.
Tensione.
Preoccupazione.
Ansia.
Dolore.

Mai avrebbe creduto che emozioni cosi forti lo avrebbero travolto tutte insieme, cosi prepotenti da togliergli il poco fiato che gli circolava nei polmoni.

La gola era secca, pretendeva acqua che non sarebbe mai arrivata.
Gli occhi appannati per le piccole lacrime che, libere dalla prigione la quale erano i suoi occhi, scappavano dall'oceano, non riuscivano ad essere accolti nell'oscurità, a trovare uno spiraglio di luce dove reggersi, e vedere.

La sua pelle ambrata era percorsa da invisibili brividi che rialzavano la lieve peluria bionda.

L'aria, e il luogo in sè sprigionavano un'atmosfera pesante e tetra, dove l'unica cosa presente era il silenzio.

E lui era fermo, lì, inerme, incapace di reagire, ormai divorato dal panico.

I suoi muscoli, le sue ossa, ogni parte di sè non rispondeva e il suo cervello non riusciva a manovrare il suo corpo.

Avrebbe voluto reagire, capire, correre, scappare, gridare.

Ma niente di tutto questo poteva essere possibile.

Si sentiva piantato a terra, e stavolta neanche la sua grande forza di volontà lo avrebbe salvato.

Una piccola goccia di sudore freddo cadde dal suo mento, come se fosse scappata e si stesse buttando per salvarsi la vita, anche se era inutile.

La piccola goccia cadde nel grande lago ghiacciato, creando cerchi perfetti che pian piano si allargavano, fino a scomparire.

E il lago tornò ad essere immobile.

E la goccia non divenne altro che normale acqua, scomparendo nella sua stessa sostanza.

Con un po' di ragione accumulata, abbassò le iridi, notando che la pianta dei suoi piedi era poggiata sopra quel lago.

Stava camminando sull'acqua.

Aprì di pochi millimetri le labbra, scioccato di una cosa cosi impossibile.

"Forse... sto sognando...".

Non poteva che non esser così, e a quel pensiero quasi ovvio, non potè non percepire in suo animo calmarsi.

Eppure...

L'aria pesante.
Il buio.
La paura.
Il freddo.
L'acqua.

Tutti quegli elementi erano cosi presenti, cosi forti, da mettergli in dubbio anche la più possibile delle ipotesi.

E l'incertezza bussò alla sua porta.

E la paura gli invase il cuore.

E il panico gli offuscò la mente.

Cercò di regolarizzare il respiro, i polmoni chiamavano l'ossigeno come se fosse oro, ed erano stanchi e troppo affamati di aria pura per indulgiare ancora.

Il ragazzo guardò dritto davanti a sè, e si rese conto che, se non se ne fosse andato subito, quella paura che circolava nell'aria lo avrebbe ucciso.

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