Chapter 4: - Guance -

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AA: "Angolo Autrice"

Salve a tutti! ^-^

Adesso vi starete chiedendo cosa ci faccio qui a fermarvi prima che leggiate il capitolo, e visto che non voglio nessuno sulla coscienza, mi sbrigo shubitisshimo(?) Volevo solo chiedervi di rispettare le virgole e ogni genere di punto durante la lettura, questo perchè a volte, quando si legge, vengono ignorati, e di conseguenza ignorate molti aspetti e molti sentimenti! Se non li salterete, scoprirete tanti messaggi nascosti nei loro dialoghi e nelle descrizioni! ♥

Detto ciò, io e il mio culo d'anatra(?) ci dileguiamo! ;D

Buona lettura, e spero di non aver deluso nessuno! ♥

AghyGD

Capitolo n.4

- Guance -

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"Come riesci a farmi sentire così maledettamente vivo?."


Tokyo, 21 Settembre 2012, 19:00

Il solito silenzio.
Il silenzio delle 19:00.

La bajour in terracotta con il cappello color bianco e con grinze verticali creava un punto luce, un piccolo angolo piatto giallastro, come un piccolo ventaglio sulla superficie azzurrina della parete, illuminando e riscaldando quella camera non più tanto vuota.

Il ragazzo che la occupava da ormai due giorni l'aveva riarredata a suo piacimento, com'era giusto che fosse, ma rispettando comunque le regole che il suo dittatore gli aveva imposto.

La scrivania bianca ospitava principalmente un pc abbastanza nuovo, con accanto il piccolo mouse nero ed una piccola lampada al neon, un portapenne conteneva con sè solo due bic ed una matita rosicchiata all'estremità, dei fogli puliti erano ammassati svogliatamente accanto al computer portatile; la sedia da ufficio blu non tardò ad essere occupata da alcuni indumenti, abitudine più che normale; sullo specchio erano attaccate diverse fotografie: Una serie di foto buffe di lui e suo padre scattate in una di quelle macchinette fotografiche che si trovavano ai centri commerciali, in un lontano sabato pomeriggio estivo, dove avevano passato la giornata tra un gelato e le risate; Una foto tra amici un paio di mesi prima, dove Naruto teneva in mano la sua prima birra, e sfoggiava fiero il suo sorriso alla telecamera; Una vecchia foto d'identità di sua madre.

Kushina Uzumaki.

Il ragazzo in questione stava ormai guardando quella foto da un po', seduto svogliatamente sul letto con una gamba piegata e l'altra incrociata, le mani unite sulla caviglia.

Dei pantaloncini verdi ed una maglietta bianca erano gli unici indumenti quella sera, nonostante fosse l'ultima settimana di settembre. Guardava pensieroso quella donna dai lunghi capelli rossi e dal sorriso dolce.

Tu hai il sorriso di tua madre, e gli occhi di tuo padre.

"Mamma, come sarebbe bello poter sentire, anche solo per pochi secondi, la tua dolce risata."

Spesso si ritrovava ad immaginarla.

Immaginare quella vita, dove lui, tornando da scuola, avrebbe messo piede in casa, e sarebbe stato accolto da quel sorriso dolce.

Poi però tornava, sempre, livida, la stessa immagine.

Il sorriso di suo padre. E allora anche lui sorrideva.

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