Chapter 2: - Sorriso -

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Capitolo n.2

- Sorriso -

"Quanto può essere bastardo il destino?."

*******

Tokyo, 19 settembre 2012, 20:25

Osservare il cielo d'estate.

Aveva sempre creduto che fosse qualcosa di meraviglioso.


Le tonalità di rosa, arancione e rosso, scontrarsi con gli ultimi, deboli raggi del sole.
Così lucenti, così trasparenti.

Le nuvole che prendevano delle tonalità d'azzurro, a lui sconosciute, sembrava quasi avessero consistenza.

L'incontro tra mare e cielo era marcato da una linea, quella dell'oceano blu in lontananza.

Il cielo giocava con i colori, con le nuvole, col mare, almeno finchè il nero non avrebbe inghiottito il tutto.

Ma i suoi occhi no, quegli occhi che contenevano un blu troppo innaturale per esser vero, facendoli apparire come due diamanti fin troppo rari.

Chiunque li guardava, poteva nuotarci dentro.
E magari anche affogarci.

Provo ad uscire
Ti aiuta a restare vivo
Un'altra parola e non sopravviverai
E non ho paura del tuo potere rubato
Leggo i tuoi pensieri in ogni momento.

Il finestrino aperto, le cuffie nelle orecchie, il vento fra i fili d'oro, la mente nel passato.

Le cuffie mandavano il suono elettrico di una chitarra troppo calma, e la dolce voce di Kirstine Stubbe Teglbjærg lo portavano su un'altra dimensione, mentre le note di Eyes on Fire facevano battere il suo cuore.

Girò leggermente il viso delicato verso la figura accanto a lui.

La radio del veicolo trasmetteva in sottofondo il meteo del giorno dopo, il motore dell'auto continuava silenzioso il suo lavoro, mentre un Minato particolarmente silenzioso guardava dritto la strada lungo la costiera, mettendo la prima e appoggiando il gomito sul finestrino per metà aperto. Solo dopo notò i suoi occhi.

"I tuoi occhi mi parlano, padre."

Non allevierò il tuo dolore
Non faciliterò il tuo esaurimento
Starai aspettando invano
Non ho niente che tu possa ottenere.

Tornò a dare attenzioni altrove, stavolta al mare trasparente: le piccole onde provocate dalle correnti lo ipnotizzarono non poco.

I suoi occhi, cosi belli da far invidia e nulla paragonabili al cielo e all'oceano, erano contornate dalle sottili sopracciglia d'oro, in quel momento aggrottate in un'espressione pensierosa ed arrabbiata.

Ancora non poteva crederci.

Non poteva accettare l'idea di dover passare un intero mese con un perfetto sconosciuto. I suoi 20 anni non venivano rispettati. Suo padre era troppo iperprotettivo nei suoi confronti.

Odiava quel soffocamento.

La sto prendendo con calma

Alimentando la mia fiamma

Mischiando le carte del tuo gioco

E appena in tempo

Nel posto giusto

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