Chapter 13: - Cuore -

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Piccola premessa: Per chi non è pronto a leggere scene forti (di qualsiasi genere), salti il capitolo, mh?
Per il resto, buona lettura ♡

Capitolo n.13

- Cuore -

*******

For a moment, heart attack, in the end the world overwhelms me with an ecstatic feeling of this heart attack.
I like you so much that
I don't care if I stop breathing.

Una settimana prima...

- Va bene, verrò.
- C-cosa? Davvero? O-ok, allora a stasera!

La ragazza, che a stento si tenne in piedi, portò una ciocca di capelli color confetto dietro l'orecchio, accennò un sorriso emozionato nelle sue labbra tremanti e tornò alle sue faccende.
Sasuke, invece, sospirò e tornò a fissare il suo caffè tiepido.

Perchè aveva detto di si?
Facile.
Voleva mettere un punto ai suoi se, che non erano adatti a lui.
Non gli piaceva restare in bilico nell'incertezza, lui batteva sempre dalla parte del tutto o del niente, mai di un forse.
E quella mattina, l'opportunità gli era caduta davanti agli occhi innavertitamente, come poteva tirarsi indietro? Certo, non sapeva se accettare l'invito a cena di Sakura sarebbe stata la scelta più adatta, ma non era nè la prima, nè l'ultima che aveva illuso nella sua vita, non aveva nulla da perdere e non poteva aspettare ancora.

Era cosciente dei suoi sentimenti per Sakura, fermi nella sfera professionale, ma una donna rimaneva una donna, e le donne sono sempre belle per un uomo: se avesse apprezzato questo lato da una figura come quella di Sakura, sempre composta, ottima lavoratrice e fisicamente adatta, allora avrebbe capito che di Naruto non era poi così interessato.
Ma se non sarebbe andata così?

Abbassò lo sguardo e osservò il caffè, tanto intensamente dal sentirsi affogare in quello stesso liquido denso.

Ore 20:30

- Dove... dove stai andando?

Sasuke posò il palmo nel freddo pomello della porta, prendendosi qualche secondo.
- Ho un appuntamento.
In quel momento, ebbe la sensazione di esser tornato lo stesso Sasuke del 21 settembre, freddo e lontano anni luce da Naruto.
Accarezzò la superficie liscia, prima di stringerla fra le pallide dita.

- Di lavoro...?
Sasuke girò di poco il viso, quanto bastava per poter vedere Naruto.
Era lì, in mezzo al corridoio, ancora con gli stessi vestiti di quando era tornato a casa, poche ore prima, e in mano teneva un libro, a Sasuke parve Letteratura Inglese.
Il suo sguardo ostentava come poche volte da quando abitava con lui.

Sasuke sentì il suo corpo farsi più pesante, la sua mano alleggerire la presa sul pomello e la voglia di restare farsi strada nella sua mente, ma poi ricordò che non poteva permettersi di fare cazzate inutilmente, col senno di poi se ne sarebbe sicuramente pentito.

- ...A domani, Naruto.
Aprì la porta e se la richiuse alle spalle, senza nemmeno preoccuparsi di sentirlo parlare, senza nemmeno chiudere la porta a chiave.

Ore 23:45

- A cosa brindiamo?
- Non saprei.
- Ah! Ci sono, brindiamo a questa splendida serata insieme, ti va?
- ...Va bene.

Un tintinnio di bicchieri eccheggiò nel silenzioso salotto, illuminato da candele e lampade dallo stile contemporaneo.
Sasuke portò alle labbra il vetro sottile, assaggiando il rosso con nochalance, e fece viaggiare lo sguardo per la stanza: quadri e foto di famiglia riempivano i pallidi muri, una parete attrezzata faceva sì che l'ambiente non sembrasse troppo vuoto e spoglio, i divani sembravano a prima vista morbidi, e una finestra contornata da semplici tende color lilla regalava una stupenda vista di una Tokyo ancora viva.

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