Chapter 16, Part 2: - Morte -

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TW: il seguente capitolo contiene scene di violenza molto esplicite, se non ve la sentite, saltate la lettura di questo capitolo.

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16 Ottobre 2012, Tokyo, Roppongi, 20:15

Il tramonto era più freddo del solito, quel giorno.
Le sue mani tremarono, avvolgendo a fatica il telefono.
In piedi al centro del grande marciapiede, Sasuke sentì il freddo vento trapassargli i vestiti, ma non seppe dire se i brividi che sentì fossero per quello, perché una spiacevole sensazione lo invase.

Che messaggio era quello?

Il suo sguardo rimase davanti a quello schermo per due minuti buoni, la sigaretta restò tra le sue labbra quasi per miracolo.
Il suo sguardo viaggiò tra quelle due righe continuamente, cercando un qualsiasi motivo per non preoccuparsi, ma invano erano i pensieri.

- ...Sasuke? Tutto ok?- Neji, che quella sera decise di percorrere parte del viaggio di ritorno col suo collega, si stava chiedendo che cosa avesse visto il suo amico per avere un viso tanto sconvolto, stringendosi nel cappotto di lana beige, il suo preferito.
Non vide mai un Sasuke così visibilmente provato; tentò nuovamente di aprire bocca, ma fu interrotto da un cenno di mano dell'altro, pur non dandogli attenzione e anzi, perdendo il suo sguardo nel vuoto.
Sembrava non vedere niente di fronte a sé.

Aspettò ma presto cominciò ad irritarsi: - Sasuke, mi dici che hai, siamo fermi in mezzo alla strada e sei diventato strano improvvisament- Sasuke si girò e con velocità lo afferrò per le braccia, le dita stringevano forte contro il caldo tessuto, in cerca... di conforto? O forse un briciolo di... aiuto?
Tenne il capo chino, quasi in segno di supplica, poi sussurrò a denti stretti:

- Neji... ho bisogno del tuo aiuto.

Sasuke? - Neji, ormai sicuro che fosse successo qualcosa di grave, rimase sconvolto per quel comportamento e quella richiesta, e forse, proprio per questo, non ci penso due volte ad accettare la richiesta dell'amico.

Sasuke sospirò sentendo un movimento di accenno da parte dell'altro, e si alzò, ritrovando calma e compostezza, ma i suoi occhi mostrarono una mal celata preoccupazione mista a rabbia, forse frustrazione.

- Ti prego di recarti alla stazione centrale di polizia più vicina, e di riportare ciò che sto per dirti... un indirizzo è ciò che è più importante: Tokyo, Chuo-ko, 104-0055.

- ...Potremmo chiamare. - disse il collega visibilmente confuso, ma attento.

- Non voglio che tu faccia solo questo; alla polizia dovrai spiegare ciò che sto per raccontarti brevemente... Neji, ti prego.

L'amico sospirò: - ... Va bene, lo farò... e cosa sarebbe la seconda cosa che dovrei fare?

- Chiama il nostro direttore, e a differenza della polizia, non dovrai dirgli nulla di ciò che sai, ma solo di tornare il prima possibile; mentre chiamerai lui andrai dalla polizia, sarai più veloce.

- Il nostro direttore? Il signor Uzumaki? E a quale scopo?
Sasuke sentì un groppo in gola, quasi incapace di poter concepire che lui potesse davvero essere in pericolo.
In un mese, credeva di conoscerlo da tutta una vita, e sapeva perfettamente che di scherzi poteva fargliene tanti, ma non questo, ecco perché ebbe piena fiducia nel suo istinto.
- ... suo figlio è in pericolo.

Quelle parole rimasero in aria per diversi secondi, lasciando il tempo all'altro di metabolizzare la realtà.

Sasuke si sfilò il cappotto e, insieme alla 24 ore, passò tutto a Neji; restò in camicia nonostante il freddo gelido della serata.

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