3. Rimpatriata

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Sono nel parcheggio del locale con i ragazzi, hanno accettato tutti la mia proposta di continuare la serata molto entusiasti e, infatti, questo entusiasmo non si placa nemmeno ora che stiamo cercando di decidere come sistemarci nelle macchine per andare a casa mia.

Sono almeno dieci minuti che tentiamo di organizzarci ma non riusciamo a venirne a capo quando, preso dalla disperazione, Leonardo si impone sul nostro chiacchiericcio ed esclama

«Bene, ve lo dico io come si fa, altrimenti da qui non ci muoviamo più. Allora, io, Enula e Samuele abbiamo la macchina mentre Alessandro, Aka e Tancredi ne hanno affittata una tutti insieme, quindi, visto che già voi tre siete insieme, prendete anche Deddy che sa dove si trova la casa e la prima macchina è fatta»

«Uhhhh macchina pericolosa zi'» risponde Alessandro saltellando e dando, tutto contento, una pacca sulla spalla a Luca che accusa il colpo lamentandosi un po'.

Mi sembra di essere ancora in casetta quando fanno così, guardo Leo e sospiro rassegnata ma allo stesso tempo divertita, lui mi sorride di rimando e continua

«Ok, sistemate le mine vaganti restano gli altri. Serena e Marti si fermano da Enula stanotte quindi siete organizzate già, con voi viene Giulia così non potete perdervi. In macchina con me e Giuseppe può venire Tommy, invece, Samuele e Claudia ci raggiungono da soli tanto Sam conosce la strada e almeno hanno un secondo per riprendere fiato prima di ritrovarsi di nuovo in mezzo a tutta questa confusione. Che dite? Cosa ve ne pare?»

Siamo tutti d'accordo, quindi iniziamo ad infilarci nelle macchine ma prima mi giro verso Leo con uno sguardo colmo di gratitudine e dico «Come farei senza di te? Non ci saremmo mai mossi da qui se non fosse stato per te. Ci organizzavi dieci anni fa in casetta e lo fai ancora oggi, certe cose non cambiano mai» scoppiamo entrambi a ridere e poi ci avviamo.

Venticinque minuti più tardi apro la porta di casa, faccio accomodare i ragazzi dentro e accendo le luci in veranda.

«Hai una casa bellissima. Si respira proprio aria di Giulia qui dentro» mi dice Enula.

«Sono contenta, era proprio quello che volevo si percepisse una volta entrati. Questo e tanta tranquillità»

«Tranquillità non so, penso che per quella dovrai aspettare, è difficile dirlo al momento con queste bestie» dice in modo bonario indicando Deddy, Ale e Luca che stanno entrando in cucina facendo i cori e interrompendo subito la nostra conversazione.

«Bambi ma hai qualcosa da bere? Oppure chiamo qualcuno e faccio portare qualcosa?» dice Deddy che vuole rendersi utile.

«Guarda in frigo dovrebbe esserci tutto quello di cui abbiamo bisogno» rispondo e lo vedo avvicinarsi al frigo ed aprirlo.

«Scusa ma come è possibile che tu abbia tutta questa roba? Ogni volta che vengo qui questo frigo è un deserto, tra un po' non hai nemmeno l'acqua ed ora sembra che tu stessi aspettando la visita di un esercito? O forse due. Cioè, neanche noi riusciremo mai a consumare tutto» dice ridendo.

In effetti ora che guardo anche io dentro al frigo penso che Marina, la mia vicina di casa, nonché organizzatrice di eventi, abbia davvero esagerato.

Quando ho proposto ai ragazzi di continuare la festa qui ho subito pensato che avremmo avuto bisogno di qualcosa da bere e da sgranocchiare durante la serata così sono andata da lei che era alla festa, non solo come ospite dato che si è occupata di organizzarla, e le ho chiesto se potesse far portare da qualche suo collaboratore qualcosa da bere e da mangiare qui ma non intendevo tutto questo. In frigo ci sono una quantità spropositata di vino e di spumante, nonché acqua, bibite, tartine e pasticcini. Per non parlare poi del fatto che fuori in giardino ha già sistemato due tavoli con pizzette, salatini, patatine, tartine, panini e dolcini; mi ha, perfino, portato già fuori i piatti ed i calici per tutti. In pratica dobbiamo solo portare fuori le bibite, che sono in fresco, quando ne abbiamo bisogno.

Il filo rosso del destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora