35. Partire da te

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08:30

Dopo aver passato un'intera notte insonne a girarmi e rigirarmi nel letto, continuando a pensare alla discussione avuta ieri con Giulia, decido che è arrivato il momento di alzarmi e iniziare ad affrontare il mondo ma prima di tutto, andare a preparare un caffè.

Entro in cucina lentamente e vedo Deddy di spalle intento a prepararsi la colazione, sono consapevole di aver esagerato con il mio amico ieri sera e in virtù di questo mi siedo al tavolo della cucina in silenzio aspettando il momento giusto per scusarmi. Faccio un leggero rumore spostando la sedia e so che lui ha già notato la mia presenza alle sue spalle ma non mi ha ancora rivolto uno sguardo o una parola quindi aspetto che si giri e quando lo fa, con una tazzina di caffè in mano e lo sguardo duro, mi decido a parlare

«Buongiorno bro', volevo chiederti scusa per ieri. Ho esagerato e me la sono presa con te senza motivo ma ero nervoso e non ci ho capito nulla. Scusami davvero, ci ho pensato tutta la notte ed avevi ragione con il tuo consiglio» dico sinceramente dispiaciuto per la discussione avvenuta ieri. Lui non risponde subito, prende la tazzina che ha in mano e me la posa davanti

«Buongiorno anche a te cazzone, l'ho già zuccherato come piace a te» e sul suo volto si allarga un sorriso. Aveva deciso di perdonarmi prima ancora che mi scusassi e ne ho la matematica certezza perché lui, il caffè, lo prende amaro.

«Come stai?» chiede mentre sistema una tazza di caffellatte bollente nel posto vuoto tra me e lui

«Male, non ho chiuso occhio tutta la notte e non so che fare» dico sincero

«Ora ci pensiamo bro', magari stamattina si è calmata anche lei e le cose vanno meglio e vi chiarite subito. Aspetta un attimo prima di fasciarti la testa»

«Si, forse hai ragione tu. Chiara è di là? Ti ha detto qualcosa di ieri sera?» chiedo fissando la tazza piena e senza proprietario sul tavolo

«Non è ancora tornata ma aspetta... - e lentamente inizia un conto alla rovescia abbassando un dito alla volta - 4, 3, 2» e sull'1, che non pronuncia, il suo indice indica la porta che si sta aprendo mostrandoci una Chiara avvolta nel suo cappotto rosa e che si fa strada verso di noi

«Buongiorno ragazzi, vi ho portato i cornetti» dice sorridendomi e posando la bustina sul tavolo, poi da un bacio a Deddy, toglie il cappotto che abbandona sul divano, e si siede in mezzo a noi prendendo il suo caffellatte, ancora bollente, in mano e bevendone un generoso sorso per scaldarsi. Riesco ad aspettare solo qualche secondo prima di chiederle, non riuscendo a trattenermi

«Come sta lei?» lei mi guarda con dolcezza

«Sta - dice senza indorare la pillola - l'ho vista sicuramente stare meglio di così. Stanotte non ha chiuso occhio, la discussione di ieri l'ha turbata parecchio ma ha tirato fuori anche cose che è un bene che siamo uscite ora. Non sopporto di vederla stare male ma se questo le serve per superare alcuni problemi allora credo sia giusto anche che li affronti»

«Anche tu credi che io abbia sbagliato l'altra sera quando sono uscito con i ragazzi? Avrei dovuto evitare?»

«Ma no Sangio, non hai fatto nulla di male e questo lo sa anche lei. Sai che non le pensava davvero quelle cose, purtroppo, questa eccessiva attenzione da parte dei giornalisti l'avete da sempre e credo che la lite di ieri non sia stata tanto tra Sangio e Giulia ma più tra Giulia e sé stessa. Se non risolve determinate cose con sé stessa voi due non avete nessun futuro» sentenzia amara. Chiara con la sua solita schiettezza mi ha messo di fronte alla verità nuda e cruda ed ha ragione, la discussione di ieri era solo la punta di un iceberg che purtroppo non posso distruggere da solo se Giulia non vuole farlo. Io posso solo aspettare che lei si decida a buttarlo giù e starle accanto se dovesse aver bisogno di una mano.

Il filo rosso del destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora