19:30
Questa settimana è volata via in un soffio e questa mattina, dopo aver visto i nostri genitori partire per Barcellona, io e Giulia siamo rientrati a Roma. Ammetto di aver fatto molta fatica a staccarmi dai miei nipotini e di essere partito con un magone che è notevolmente aumentato quando sono stato costretto a staccarmi da Giulia e tornare a casa, una casa vuota e triste senza il suo sorriso e le sue risate così ho deciso di uscire a fare un giro per distrarmi.
Mentre giro per le vie affollate di questa città e respiro l'aria fresca e gelida di dicembre la gente intorno a me sorride, si abbraccia e canticchia canzoncine natalizie che provengono dai negozi. Cerco di distrarmi osservando le vetrine ma il pensiero torna sempre all'altra sera, ai baci con Giulia e all'aver dormito finalmente, dopo tutto questo tempo, uno nelle braccia dell'altro e poi, inevitabilmente, come gli ultimi due giorni ricomincio a maledirmi per non aver bloccato quel suo farneticare e non averle urlato che no, non era stato un errore quel nostro riavvicinamento. Ma le ho promesso di far finta che non sia successo nulla e questo è ciò che farò, non ho alcuna intenzione di allontanarla da me, mi farò bastare la sua amicizia.
Prendo un profondo respiro prima di far scivolare la mano nella tasca del cappotto e afferrare il cellulare, trascino il dito per cercare il suo nome in rubrica e quando lo trovo sorrido come un bimbo. In questi anni mi è capitato di guardare il suo contatto tante, troppe volte eppure sono sempre stato fermo, forse per paura, forse per rispetto. Non ho mai avuto il coraggio di cancellare il suo numero perché ho sempre saputo che prima o poi sarebbe arrivato il giorno in cui lo avrei usato. La verità è che Giulia resterà sempre una parte di me, comunque andranno le cose. Lei è riuscita ad entrare nella parte più nascosta del mio cuore, a farmi provare l'amore vero. Con lei ho colto sfumature della vita che altrimenti non avrei mai notato, bastava poco per essere davvero felici, un suo bacio, una carezza o un caldo abbraccio e tutto tornava al proprio posto. Senza pensarci ancora poggio il pollice sul suo nome per chiamarla, ho bisogno di vederla.
«Ciao Giù, sono Sangio»
«Si Giò lo so che sei tu» ride un po' poi si fa seria di colpo «tutto bene?»
«Eh sì, ti disturbo?»
«No no, stavo sistemando il borsone per le lezioni di domani» mi spiega e per un attimo mi sembra di tornare indietro nel tempo. Ripenso a tutte le volte che la sera sistemava il borsone mentre io mi perdevo a guardarla, tutta concentrata, controllare mille volte di non aver dimenticato di mettere nulla dentro.
La sua voce tuona all'improvviso dall'altro lato del telefono
«Giò ci sei ancora?»
«Si sì, scusa Giù. Volevo chiederti una cosa ma sei liberissima di dirmi di no. Non farti problemi. Hai da fare questa sera?»
«Mmmm no, in realtà no» tentenna un secondo e dopo una brevissima pausa chiede «Perché?»
«Possiamo vederci? Magari mangiamo qualcosa insieme. Lo so che ci siamo separati solo qualche ora fa ma Deddy non è ancora rientrato da Torino e la casa mi sembra troppo calma e silenziosa dopo questi ultimi giorni.» aspetto, spero che lei non mi dica che ha altri impegni e incrocio inconsciamente le dita dentro la tasca del cappotto
«Ti capisco, anche a me sembra tutto troppo silenzioso dopo la full immersion con le nostre famiglie. Solo.. ti dispiace se restiamo da me e non usciamo? Non ho davvero voglia di togliere il mio pigiamone e prepararmi, magari ordiniamo qualcosa e lo mangiamo qui»
«Certo, per me è perfetto. Ti raggiungo tra qualche minuto allora»
«A dopo Giò»
«A dopo» chiudo la chiamata con un semplice gesto, lasciando che tutta la preoccupazione che avevo fino a qualche minuto fa voli via con un soffio di vento. Pensavo che inventasse qualche scusa per evitare un incontro, eppure non l'ha fatto. Mi infilo in macchina e inizio a guidare verso casa di Giulia, nel tragitto mi fermo davanti ad una pizzeria ed ordino due margherite, è la sua pizza preferita.
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Il filo rosso del destino
Hayran KurguLa conoscete la leggenda del filo rosso? Una leggenda popolare giapponese narra che ogni uomo e ogni donna viene al mondo con un filo rosso invisibile legato al mignolo della mano sinistra. Chi c'è dall'altro capo del filo rosso? La persona cui si...