capitolo dodici

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Apro i miei occhi e stropicciandomeli metto a fuoco ogni oggetto presente nella stanza dove sono. I miei vestiti indossati ieri sera sono poggiati disordinatamente sulla sedia, lo zaino per terra con alcuni libri che vi fuoriescono, la porta del bagno aperta e i cuscini accalcati a terra.

Ho un mal di testa tremendo. Ieri ho bevuto, ma non ho così esattamente esagerato. Ho bevuto il giusto e non tanto da ubriacarmi fradicia. Ok la devo smettere, non convinco neanche un fenicottero stecchito.

Non ricordo precisamente molto ciò che è accaduto ieri sera, ma ricordo Ashton staccare la lingua a Deborah e poi che Harry è venuto in mio soccorso passando con me tutta la serata. Insomma, la parte del bacio tra i due, ovvero la parte più brutta, speravo di potermela scordare, ma come si può chiaramente vedere, non è così.

Scaccio il mio solito pensiero mattutino alzandomi dal letto. Vado in bagno e dopo essermi lavata e improfumata come una "Miss qualità", calzo dei pantaloncini di jeans, una felpa a maniche lunghe grigia e le mie Air Force bianche.

Appena esco dal bagno sento il mio telefono squillare. Inizio a girare per la stanza a cercare quel cazzo di ben di Dio.

«Ma dove minchia sta!» esclamo.

 Finalmente lo trovo, ma è troppo tardi. La persona che mi stava cercando ha abbassato.

Controllo chi fosse e noto il nome "Ashton" sullo schermo. Benissimo. Iniziamo questa mattinata meravigliosamente bene no? No.

Noto altre chiamate e numerose notifiche su what's app e facebook.

Scorro con il dito le chiamate. Ne sono ben ventisei e la maggior parte di esse sono da parte di Ashton. Alzo gli occhi al cielo e pigio su what's app.

Mi hanno aggiunta in un gruppo, ma sono subito uscita notando la compagnia. Ne apro un altro che è da parte di Sam:

Allora. Buongiorno scemina. Oggi ho intenzione di uscire con te e tu non puoi dirmi di no. :) quindi. Passo verso le 10.45 a prenderti. Sii puntuale. xx.Sam.

Le scrivo un rapido "ok"  e continuo a leggere i messaggi.

Scorgo il nome di Ashton e per un secondo temevo di cadere a terra.

Zoy, mettiamo in chiaro per favore, io non l'ho baciata. E' stata lei che si è gettata addosso a me. Perfavore non credere alle cavolate che la gente scrive su facebook o nei gruppi, io non volevo. Ma poi non sono colpevole. Me la sono presa con Deborah e gliel'ho detto chiaramente che lei non mi piace e che non sono come gli altri ragazzi che le corrono dietro. Io voglio ragazze semplici, dolci, gentili e divertenti. Insomma tu  rispecchi molto in ciò che vorrei io. Ti sto supplicando, dammi un' altra chance e ti prometto che non ripeterò più quest' errore. xx.Ashton

Uff. Cosa faccio?

Decido di non rispondere, momentaneamente, e navigo su facebook. Noto una serie di foto della festa di ieri e a ognuna di esse c'è un commento. Sotto quella di Ashton e Deborah ci sono una serie di insulti rivolti a Deborah,ma lei sembra non importarsene viste le sue risposte.

Scendo le scale e faccio colazione. Durante essa ricordo precisamente tutto ciò che è avvenuto ieri sera. Ricordo di aver passato la maggior parte della serata con Harry e che lui è tornato anche qui, a casa mia. Louis ancora torna, oppure è uscito.

Immaginavo che tra me e Harry non ci sarebbe stato nient'altro, ma cazzo, almeno un post-it dove c'è scritto "Ehi sono tornato a casa, grazie per la bellissima serata" no eh? A quanto pare no, gli pesava troppo il dito per afferrare una penna e scrivere dieci dannate parole.

Salgo in camera e spazzolo velocemente i denti accorgendomi di essere in ritardo.

Sento il campanello suonare e dopo aver afferrato borsa con soldi, chiavi e telefono esco velocemente dalla mia dimora.

Broken sindrome || H.S & A.IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora