«I take my pills and I'm happy all the time
I'm happy all the time
I'm happy all the time
I love my girl but she ain't worth the price
She ain't worth the price
No, she ain't worth the price...»***
Shuichi Saihara si spostò una ciocca di capelli bluastri dal volto niveo, sospirando e preparandosi ad un nuovo giorno di scuola.
Le audizioni per Danganronpa sarebbero iniziate tra un mese, e lui era più che deciso a partecipare.
Era disposto a fare di tutto per partecipare.
Gli sarebbe piaciuto tanto essere un Ultimate detective.
Aveva sempre trovato, in ogni edizione, il personaggio del detective il più interessante di tutti.
Come Kirigiri Kyoko.Poi, improvvisamente, la sua mente vagò fino a pensare a Kokichi.
Pensò ai suoi modi spaventati, ai suoi occhi che vagavano dappertutto, quasi fosse spaventato dalla sua stessa ombra; pensò ai cerotti che aveva sparsi per tutto il corpo, alla pelle scarna e pallida, alla sua statura mingherlina, al suo desiderio di essere ricordato, e, soprattutto, alla sua incapacità di cavarsela da solo.Già...Kokichi non sarebbe durato neanche un giorno in un killing game.
Sarebbe stato la prima vittima.
Già se lo immaginava, sì: il dong che annunciava la scoperta di un corpo; gli occhi di Kokichi, una volta vivi e pieni di disperazione, adesso spenti e chiari; le indignazioni degli altri, il class trial, la scoperta dell'assassino, l'esecuzione...E, improvvisamente, una fitta al petto lo colpì.
Si fermò sul colpo.
Si rese conto che l'idea di Kokichi Ouma, morto, a terra, con la schiuma alla bocca e il sangue alla testa, gli faceva venire la nausea.Ridacchiò istericamente.
Perché?
Di solito, l'idea di tutte le morti di quel gioco malato non facevano altro che fargli salire l'adrenalina; invece, adesso, l'adrenalina non la sentiva per niente.Decise di non pensarci su troppo.
Gli altri non avrebbero mai capito perché lui preferiva la disperazione alla speranza.
Eppure, era così dannatamente semplice: la disperazione è un sentimento nuovo. È struggente, è folle, è capziosa, è... semplicemente, è disperazione!
Era per questo che aveva accettato l'accordo con Ouma, perché non aveva mai visto una persona con gli occhi pieni di disperazione come i suoi.
Kokichi Ouma era follemente disperato.
E Shuichi Saihara, lui, ne era follemente intrigato.Si sistemò meglio il cappello pece, facendo in modo che gli coprisse gli occhi, e riprese la sua strada fino al cancello dell'Accademia.
Kokichi era lì, ad aspettarlo, come quasi tutti i giorni da una settimana o più.
Era diventata un'abitudine.**
Finite le lezioni, entrambi si diressero fuori la scuola.
C'era silenzio tra di loro.
Più di quanto non ci fosse mai stato.
Poi però Kokichi si schiarì la gola.
«Ahem, senti, S-Saihara-chan...ma ieri dicevi sul serio? S-su quella cosa di...Danganronpa, intendo...»Shuichi si fermò.
Kokichi fece lo stesso.
Si guardarono negli occhi.
«... Dipende. Tu vorresti che dicessi sul serio?»
Kokichi aggrottò le sopracciglia: perché era così difficile conversare con quel ragazzo?
Era un...un enigma!Prima che potesse rispondere, però, Shuichi spostò lo sguardo sul telefono, guardando l'orario.
Poi disse: «Oh- è tardi. Scusa, devo scappare, Ouma...pensaci bene, alla tua risposta.»
Ancora una volta, Kokichi non rispose.
Guardò Shuichi allontanarsi fino a perderlo di vista.
Sospirò: eccome se ci avrebbe pensato bene, alla sua risposta.La sua mente iniziò a vagare: perché quel ragazzo era così strano? Cosa nascondeva?
Scosse la testa, sapendo che si stava facendo domande a cui non avrebbe mai trovato risposta.
I suoi pensieri vennero poi interrotti da qualcuno che gli si scontrò sulla spalla.
Non si scusò neanche che ricominciò subito a camminare.
Kokichi non ci fece caso più di tanto.
Ci era abituato.Riprese a camminare, con il borsone in spalla e le ciocche di capelli lilla che gli coprivano l'occhio destro.
Per una volta, decise di non tenere lo sguardo basso, ma di guardare dritto davanti a sé.
La prima cosa che vide furono le persone che camminavano.
Ognuna aveva una propria storia, una propria vita...magari migliore, magari peggiore della sua.
Le persone erano tante, già...
Poi vide i palazzi.
Negozi, strade, lampioni, alberi—tutte cose che non si soffermava mai a guardare per bene.
E poi, quasi come un miraggio, lo vide: un cartellone pubblicitario di Danganronpa.
Pfft—coincidenze, pensò.Quando però tornò a casa e trovò un biglietto da sotto la porta, con sopra disegnato Monokuma -da quello che aveva capito la mascotte di quel reality si chiamava così-, fece fatica a pensare che fosse anche quella una coincidenza.
Perché quella, una coincidenza non lo era di sicuro.—Angolo strunz—
boh suspence 💃💃💃
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꒰ aware ; saiouma pregame ꒱
FanfictionAware ; sensazione dolceamara che si ha quando si sta vivendo un momento di grande bellezza, che si sa effimero e destinato quindi ad esaurirsi velocemente. attenzione: alto contenuto di cringe❗❗