O.4 ; inetto.

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«I'm afraid of all I am
My mind feels like a foreign land
Silence ringing inside my head
Please, carry me, carry me, carry me home...»

***

Il giorno dopo sembrava che si fossero già tutti scordati del giorno prima.

La gloria era durata solo un giorno.

Kokichi Ouma era ritornato ad essere l'inetto della scuola.
Shuichi Saihara era tornato ad essere il protagonista di quella brutta storia che è la vita.

Kokichi era riuscito ad assaporare la speranza solo per mezza giornata.
Ed era solo grazie a Shuichi.
E, anche se fu solo per poco, fu stupendo...
Non avrebbe mai smesso di ringraziarlo.
Avrebbe fatto qualunque cosa per dimostrargli la sua gratitudine.

Entrato a scuola ricominciarono a guardarlo, a soffocare le risate malevole, a sogghignare, a sussurrare, sapendo benissimo di essere sentiti comunque da Kokichi.

Si ricordavano della sua esistenza, sì, ma Kokichi non voleva solo essere ricordato, Kokichi voleva essere amato!
Voleva qualcuno con cui sorridere, qualcuno con cui sentirsi liberi di essere sé stessi!

E, per un momento, si convinse che quella persona potesse essere Shuichi.
Ma non poteva essere così.
Perché lui era l'inetto della scuola.
E doveva rimanere l'inetto della scuola.
Altrimenti tutto l'equilibrio sarebbe collassato, e le conseguenze sarebbero ricadute anche su Saihara, e no, dopo la protezione che gli aveva offerto non poteva trascinarlo nel buco nero con sé...

Perché Kokichi, perché?
Perché hai ancora speranza nell'umanità? Perché ti ostini a volere sempre il meglio per gli altri, sapendo comunque che per loro non vali nulla? Perché lo fai?

Arrenditi, Kokichi.
Fallo, una volta per tutte.

**

Quel giorno Shuichi non era venuto a scuola.
Aveva avvisato Kokichi tramite messaggio, dicendo che non si sentiva molto bene, o qualcosa del genere.

Kokichi uscì da casa da solo.
Arrivò davanti al cancello di scuola da solo.
Entrò a scuola da solo.

E la differenza si sentiva.
Eccome se si sentiva.

Tornò a sudare freddo, tornò a tenere lo sguardo basso, tornò ad avere i cerotti sulla fronte, tornò a sentire quel dannato nodo allo stomaco.

E tornarono anche gli sgambetti, le offese, le scritte sconce sui banchi.

Ed era peggio di prima.
Era dannatamente peggio di prima.

Perché una volta che sei al settimo cielo, non ti resta che scivolare giù, di nuovo...
Finché non sei di nuovo al punto di partenza.
E ti senti peggio di prima.
Ti senti peggio di prima perché adesso sai cosa significa vivere, e sai che non potrai provare la stessa sensazione mai più.

Perché Kokichi Ouma non viveva.
Kokichi Ouma sopravviveva.
Che è ben diverso.

Appena entrato in classe, qualcuno gli mise il piede davanti le gambe.
Kokichi cadde.
Ma, stavolta, non riuscì a mettere le mani davanti.
Il naso gli sbatté contro il pavimento.
Sentiva un dolore lancinante e il sangue caldo scorrergli dalle narici fino alla bocca.

Gli altri ridevano.
Lui strinse i denti.
Si alzò, cercando di fermare l'uscita di sangue con la mano sinistra, mentre con l'altra teneva stretto il borsone.

꒰ aware ; saiouma pregame ꒱Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora