🂦 𝘤𝘢𝘱𝘪𝘵𝘰𝘭𝘰 8 🂦

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"Sono passati tre minuti."

Pesanti, minacciosi passi facevano adesso sì di rimbombare nelle orecchie del rosso, il quale, assieme all'amico, vagava per quei larghi e ansiogeni corridoi in cerca della stanza sicura.
Le mani dei due si muovevano velocemente di maniglia in maniglia, mentre, col fiato corto, correvano a più non posso tentando di non sprecar tempo.
In men che non si dica, nonostante l'innumerevole numero di porte presenti, essi riuscirono a controllare tutto il secondo piano, senza però riuscire a scovare niente se non qualche partecipante in preda al panico.
Così, nel giro di cinque minuti, i due si ritrovarono a salire una nuova rampa di scale, la quale, presumibilmente, li avrebbe portati al terzo piano.

"Muoviamoci, dovremmo concludere prima dello scadere del tempo se continuiamo così." esordì Semi con voce palesemente vittima di un totale panico: le sue vitree iridi si muovevano veloci per quelle numerose scale, lasciando che, fuori controllo, il terrore cominciasse a prendere possesso della sua debole mente.
Fece ben presto passare dinnanzi a lui il rosso, il quale, assai preoccupato per la propria incolumità e quella dell'amico, annuì rapidamente cominciando a far strada.

Ciò nonostante, a porre immediatamente fine alla grande fortuna e determinazione facente oramai parte dei ragazzi, furono una serie di spari, i quali giusero più che veloci sino alle loro orecchie.

"Cos'è stato?" chiese Tendou sobbalzando, sussultando all'indietro, lasciando che Semi, alquanto preoccupato davanti a ciò che era stato capace di udire, lo avvicinasse rapidamente a lui, tenendolo per un braccio.
Quest'ultimo non osò rispondere, le terrorizzate parole gli vennero come rubate: si limitò a restare in religioso silenzio, in attesa di udire un qualche altro segno di vita presente nei dintorni.

Percependo le proprie gambe reggersi a malapena in piedi, il proprio cuore battere all'impazzata e il proprio sudore scendere rapidamente giù per le sue tempie, il rosso, afflitto dal timore di esaurire il tempo decretato, decise di tirar fuori quel poco coraggio che i game avevano fatto sì di lasciargli.
Riprese lentamente a salire le numerose, ansiogene scale, sino a che, seguito dall'amico, non si ritrovó a svoltare l'angolo di esse,
tentando di affacciarsi.

Non riuscendo a scorgere nessuno dinnanzi a loro, i ragazzi furono capaci di tirare almeno un lieve, grande respiro di sollievo: si sorrisero l'un l'altro, percependo, leggendo le loro emozioni, la loro grande consolazione.

Sfortunatamente, essa venne però ben presto stroncata dall'apparsa di un alto, minaccioso uomo: le sue iridi erano ben in mostra, lasciando che una grande maschera gli ricoprisse il resto del viso; terrorizzato, il loro sguardo fece rapidamente sì di posarsi sulla mano di quest'ultimo, non riuscendo a così a credere a ciò che i loro occhi facevano sì di mostrargli.
Egli sorreggeva una vera e propria arma, una piccola mitraglietta.
Paralizzato dalla paura, Satori impiegò qualche secondo a realizzare la situazione incombente, tanto che lasciò il tempo necessario all'oni per puntarla in sua direzione, sparando di punto in bianco.

❝𝘄𝗼𝗻 𝗶𝗻 𝗯𝗼𝗿𝗱𝗲𝗿𝗹𝗮𝗻𝗱❞ 𝗁𝖺𝗂𝗄𝗒𝗎𝗎 𝖠𝖴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora