🂺 𝘤𝘢𝘱𝘪𝘵𝘰𝘭𝘰 34 🂺

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Kuroo era ormai sfinito, era giunto al limite a causa di quelle turture: volto impassibile, la mascherina accessorio della sua imperscrutabilità; egli si avvicinava, lasciava che sul corpo del ragazzo potessero prendere luce sempre più verità, tagli sempre più profondi causati dalla lama della spada.
Per sua fortuna, nessuno di essi si era dimostrato letale sino ad allora.
Lasciò che le loro iridi si incrociassero, che in quel momento di pausa le sue vitree potessero mescolarsi con quelle pece dell'altro.
La sofferenza era tutto ciò che riuscivano a scovare, a leggere ogni qualvolta si ritrovassero ad osservarsi.
La ragione per cui Kyoomi avesse scelto una spada come arma, era ben chiara a tutti: quando un proiettile parte, colpisce un corpo è inevitabile che piccole gocce scarlatte fuoriescano, si vadano a poggiare sul volto del colpevole a seconda del raggio; ciò, se una spada era alquanto affilata non accadeva, Sakusa non doveva mai "sporcarsi le mani" se così possiamo dire.

Corse, quest'ultimo tentó vanamente di correre in contro a Tetsurou, puntandogli l'arma contro.
Esatto, vanamente dal momento che egli fu nuovamente capace di schivare il colpo, riuscendo assai velocemente a far cadere dalle sue mani l'affilata lama.
Pianse, tirò ben presto un pugno a quel volto mascherato, lasciando che quest'ultimo potesse ricadere sul pavimento alquanto stordito.
I vetri presenti non fecero altro che scalfirgli la pelle, che far contorcere quel suo volto in un'espressione alquanto dolente: non ci volle molto affinché Kuroo terminasse l'opera appena cominciata, lasciando che un'ennesimo, forte e violento pugno potesse scagliarsi sul naso del ragazzo.
Perse i sensi, il Lottatore lasciò che il suo volto sanguinante potesse riposare là disteso, là dolente fra quei vetri rotti.

L'altro, di fatto rimase là, da solo con i suoi forti, impanicati sospiri, lasciando che quella stanza potesse riempirsi di quei suoi tremolii dovuti al dolore provato.

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I loro passi risuonavano confusi e barcollanti per quei corridoi, Goshiki sosteneva il rosso affinché potesse giungere sino alla camera più vicina.

Quest'ultimo era difatti stremato, troppo scosso e dolente per poter essere in grado di camminare da solo.

Così, lasciando che Akaashi e Yamaguchi potessero chiudere la porta, egli si ritrovó presto seduto sul letto di quella grande stanza: non ci volle molto affinché quest'ultimo lo abbracciasse, facendo sì che con sua grande sorpresa le sue ciocche verdi solleticassero il suo pallido volto.
Sorrise, sorrise lasciando che Satori potesse accarezzare un poco la sua schiena: i loro cuori si coordinarono, quelle iridi spente specchio di ciò che aveva passato in quelle tremende ore.

"Sono così felice... - esordì Yamaguchi distaccandosi da lui, lasciandolo immediatamente una volta scorta un poccola smorfia di dolore da parte del ragazzo - Per fortuna sei vivo, stavo perdendo le speranze!" concluse poi, lasciando che quei suoi piccoli sospiri continuassero ad ornare quella fredda stanza.

❝𝘄𝗼𝗻 𝗶𝗻 𝗯𝗼𝗿𝗱𝗲𝗿𝗹𝗮𝗻𝗱❞ 𝗁𝖺𝗂𝗄𝗒𝗎𝗎 𝖠𝖴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora