Esco da casa di Danielle con le mani in tasca, cercando di proteggermi dal freddo acuto delle cinque del pomeriggio in un giorno qualunque di Gennaio. Camminiamo fianco a fianco, in silenzio.
<< Tu ti sei mai innamorata di qualcuno?>>
Lei ci pensa un po’. Vedo dietro alla fermezza dei suoi occhi schegge di fragilità, che però non mi lascerà raccogliere per ricostruire un muro di forza insieme.
<< Una volta credetti di essermi innamorata di un ragazzo. Lo vedevo incredibilmente bello, per me era tutto. Ogni volta che incrociavo i suoi occhi, il mio cuore iniziava a battere, impazzito. Era come vivere una favola. Ma era un amore malato. Per lui ero disposta a tutto, anche ad annullare me stessa dietro un’apparente amicizia, sognando solamente il momento in cui le sue labbra sarebbero state mie al riparo da occhi indiscreti. Soffrii, più del dicibile, perché quel ragazzo non mi volle mai. Quando provai ad andarmene, dicendogli di scegliere, lui mi rincorse e mi baciò.>>. Cerco i suoi occhi, ma lei li nasconde, non vuole ancora che io entri al loro interno per capirne la sofferenza, magari per aiutarla a guarire.
Aspetto che continui la sua storia, ma so che non me ne parlerà più per un bel pezzo. Tiene lo sguardo basso, e i capelli le coprono le guance e gli occhi. Non riesco a vedere la sua espressione, ma posso vederla tremare.
Camminiamo fianco a fianco, nessuna parola, con le mani nelle tasche, guardandoci a turno. Giriamo per questa città, dove mille ricordi ci attendono ad ogni angolo. Il primo bacio, la prima carezza, la prima volta. È tutto qui.Avevo quindici anni quando lo feci la prima volta. Era la notte di capodanno, e avevo talmente tanto alcool in corpo da sembrare una distilleria. I ragazzi e le ragazze con cui giravo erano tutti più grandi di me. Mentre camminavamo, il più grande disse di dover salire in casa a prendere una cosa.
<< Vieni un secondo? Ti voglio dare una cosa.>>.
Quel ragazzo era il più bello della compagnia, e ogni volta che mi guardava iniziavo a sognare una storia d’amore improbabile fra noi due. A metà della seconda rampa di scale mi prese per mano e iniziammo a correre. Arrivammo in cima alle scale senza fiato. Con quel minimo velo di sudore sulla fronte, lui scintillava come un Dio alla luce soffusa della mansarda dove abitava. Aveva ventitré anni, era bello, con gli occhi neri come la pece e i capelli ancora più scuri. Gli anni di adorazione silenziosa e i drink che avevo bevuto mi diedero il coraggio di fare quello che avevo sempre sognato: baciarlo. Le sue labbra premute sulle mie, le sue mani prima sorprese, poi indecise, ed infine sicure sui miei fianchi, sui miei capelli, poi sulla mia pelle, mi diedero una scossa elettrica. Finimmo in camera sua e facemmo sesso. Non mi ricordo cosa provai, se non una grande gioia sentendomi stringere dalle sue braccia.
Si chiamava Giacomo, ma per tutti era Iack.
Iniziammo a frequentarci, e finimmo per stare insieme. Per me era un sogno, per lui una storia fra le altre. Per me si sarebbe rivelato un incubo, per lui niente di più che una barzelletta per gli amici al bar, alla sera.
Iack, infatti, mi usava come passatempo quando le altre ragazze, le sue “amiche”, erano occupate. Ci vollero due mesi perché mi accorgessi di non essere la sua unica ragazza. Ero solo un’amica, niente di più.
Il mio primo amore mi spezzò il cuore. E così sembrava aver fatto con Danielle. Magari non era il primo, ma vedevo comunque le macerie dentro di lei.Mentre camminiamo osservo le persone intorno a noi. Ci sono tutti i tipi di persone: le coppiette, i dog-sitter a tempo indeterminato, le persone stra-occupate, le persone anziane, quelli che possono fermarsi a guardare il cielo, chi guida, chi corre. Osservo anche questa ragazza semplice nella sua complessità, forte nella sua fragilità. E penso a tutte le altre persone che ho accettato nella mia vita.
La prima è Liz. Il suo vero nome è Elisa. Con lei ne ho passate di cotte e di crude. Lei mi ha aiutata a rialzarmi da tutte le storie sbagliate, da tutti gli errori. Lei e i suoi capelli rossi. Sì, perché quei capelli mi fanno venire in mente il fuoco della vita. Lei non è una rossa naturale, è tinta. Quando la conobbi era castana chiara. Dire che è una forza della natura è dire niente. È capace di tutto. Lei creò Jerry per me, con lei passo i pomeriggi a messaggiare, con lei ho imparato a ridere. Quando sono triste sa come tirarmi su, quando sono felice sa come farmi diventare euforica. Io ci sono per lei, e lei c’è per me. È una promessa silenziosa, quasi invisibile, ma c’è.
Poi c’è Alex, il ragazzo che mi ha investita. Stiamo iniziando a frequentarci. Lui è un ragazzo semplice, sincero, simpatico. È fidanzato da una vita con la stessa ragazza, Chiara. Non l’ho mai conosciuta, lei è in America a fare l’anno all’estero. Credo che all’inizio abbia iniziato a messaggiare con me per i sensi di colpa, ma adesso stiamo costruendo un’amicizia forte. Con lui posso fare qualsiasi cosa, non mi dirà mai di no.
Ci sono ancora altre persone, di cui però non so dire molto: Giulia, la ragazza con cui sto ancora iniziando a prendere il materiale per costruire la nostra amicizia, Gabriel, il fratello minore di Andrea, Laura, con cui sto ricominciando tutto da capo.
La persona più importante di questo periodo, oltre ad Andrea, è Danielle.…
Dall’incidente ho iniziato a fare attenzione ad ogni dettaglio di ciò che mi succede, soprattutto quando sono con le persone che amo. Non voglio perdere neanche un particolare della vita delle persone che ho affianco. Ma più faccio attenzione a tutto, più mi accorgo di non sapere niente di quelle persone. Non so niente di me, e non so niente delle persone che ho affianco, e questa cosa mi distrugge.
Ho notato di non aver mai visto Danielle ridere veramente o piangere. Non ho mai visto Andrea affrontare le sue paure. Non ho mai visto Elisa innamorarsi. Non ho mai visto la vera Giulia.Tutto questo probabilmente perché non ho mai visto la vera me, non mi sono mai vista innamorata, non mi sono mai sentita ridere veramente, non mi sono mai vista piangere, non ho mai affrontato le mie paure. Dovrei provarci, potrebbe essere interessante. Difficile, estremamente difficile, ma interessante.
L’unico problema?
Ho paura.Macciao <3 scusate il lungo periodo per aggiornare, ma la scuola mi sta veramente prendendo un sacco :) a parte questo, grazie a tutti quelli che stanno leggendo :) you're amazing :D
STAI LEGGENDO
Make it count
Romance- Ho provato a seguire la mia strada senza avere però una luce che mi mostrasse dove mettere i piedi. L’ho cercata ovunque, ma non l’ho trovata. E rincorro ancora il sogno di una favola, quello che mi hai insegnato tu. -