Hurricane

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Passano i giorni, ma in casa sembra non sia successo niente. C’è una sorta di calma, come il silenzio prima e dopo un uragano. Voci dolci si susseguono, e tutti fanno favori a tutti. Sembra tutto talmente tanto falso che il venerdì dopo non ne posso veramente più. Questa casa sembra il covo di una banda di pazzi lunatici. Allora la sera vado in discoteca. Esco di casa abbastanza presto, devo andare a prepararmi a casa di Laura. Vestito e tacchi, semplice ma efficace. Trucco di base, niente di troppo elaborato
Quando entriamo il pavimento vibra e dentro la gente è già mezza ubriaca. Ordiniamo un drink a testa. Per me un’invisibile, per lei un sex on the beach. Fatto sta che in tempo zero sono brilla. Dopo il secondo drink sono completamente andata. Ci buttiamo nella mischia e iniziamo a dimenare i nostri corpi a ritmo di una musica impossibile. Maschi visibilmente ubriachi e arrapati si avvicinano e ballano con noi, ma questa sera siamo a caccia. Non basta il primo che viene, bisogna selezionare le prede. Mentre cerco vedo che in quella discoteca sta entrando Andrea. Mi vergogno di quello che sto facendo, vorrei andare da lui e stare al sicuro tutta la sera. Ma subito una ragazza molto carina entra dietro di lui e lo prende a braccetto. Lui non muove un pelo e le prende una mano. Allora mi sento una seconda scelta: quella dev’essere la sua ragazza, quella con cui si era lasciato da poco. Distolgo lo sguardo e vedo la mia preda.
Faccio segno a Laura e lei alza un sopracciglio. Il ragazzo che ho scelto non è come quelli che scegliamo di solito: ma questo assomiglia ad Andrea. Mi avvicino a lui. Quando sono sufficientemente vicina inizio a muovermi a tempo di musica e a lanciargli degli sguardi. Lui capisce al volo e senza farselo ripetere due volte si avvicina a me.
<< Ehi.>>
Faccio finta di non sentirlo. Continuo a ballare fino a che non me lo ritrovo davanti. Capisco immediatamente che è mio. Allora gli sorrido.
<< Ciao>>
<< Lo vuoi un drink?>>
<< Certo.>>
ci avviciniamo al piano bar e lui ordina due drink. Non so cosa siano, ma il sapore è sufficientemente buono pe cacciarlo giù. Di li a poco ci raggiungono Laura e un ragazzo alto e muscoloso.
<< Lui è Dario.>> mi urla lei per superare il rumore della musica.
<< Piacere !>> urlo io di rimando << Lui invece è...>>
<< Carlo, il mio nome è Carlo. Piacere di conoscerti>>
<< Io sono Laura, piacere mio>>.
Dopodichè torniamo in pista e ricominciamo a ballare

Dopo un ora stiamo ancora ballando con i ragazzi designati. Dopo un’altra mezzora stiamo lasciando il locale per la casa di uno di questi. Il mio fa lo stupido, mi bacia, mi guarda con occhi languidi. Nei suoi occhi cerco un sentimento che non sia solo voglia, ma l’unica cosa che trovo è disprezzo. Pensa che io sia una puttana. Rifiuto il suo bacio e faccio per staccarmi da lui. Lui afferra rudemente il mio braccio, mi impedisce di andarmene.
<<No, tu non te ne vai. Ci hai provato, mi hai fatto uscire, e adesso vai fino in fondo, hai capito troietta?>>. Io cerco di divincolarmi, ma lui non molla, anzi inizia a strattonarmi verso la sua macchina. Mi guardo intorno per cercare aiuto, ma non vedo nessuno. Poi, improvvisamente, mi sento strattonare verso il basso. Mi giro velocemente e vedo che il ragazzo che un secondo prima mi stava trascinando verso la sua macchina adesso è a terra, il suo labbro sanguina, e affianco a me c’è l’unica persona che mi salverà sempre da tutto, l’unico di cui potrei innamorarmi.
<< La signorina non vuole venire con te. Non ti era chiaro?>>
<< Chi diavolo sei tu? Il suo ragazzo? Complimenti, ti sei trovato una gran bella troia.>>
Andrea sembra non poter reggere quegli insulti rivolti a me e allora lo solleva da terra solo per potercelo rispedire con un altro pugno. Iniziano a fare a botte, ma alla fine il ragazzo che ho rimorchiato se ne va ammaccato. Mi giro e guardo negli occhi il mio eroe. Ma il suo volto è scuro e le sue sopracciglia aggrottate per la rabbia.
<< Ma che cazzo cercavi di fare con quello? >>
<< Beh, mi sembra leggermente ovvio.>>
<< Certo, a te basta non andartene senza aver lasciato un segno, vero? Appena vedi un ragazzo hai bisogno di scopartelo. Hai fatto così con me, stavi per fare così con lui. Certo che ci aveva visto giusto.>>
<< Ma che diavolo vuoi da me? Tu non sei il mio ragazzo, io non provo niente per te. Non hai il diritto di farmi il culo per una cosa in cui non centravi neanche. Non erano affari tuoi, non dovevi intervenire.>>
<< Ah, non dovevo intervenire? Dovevo lasciare che quel tipo ti stuprasse, vero? Mi avevano detto che tu eri così, ma ti ho vista così indifesa l’altra sera che ho pensato che magari tu non fossi così vuota.>>
<< Sarebbe stato un rapporto consenziente, e poi tu non puoi giudicare. Sei venuto a letto con me, ma oggi sei qui con la tua ragazza.>> dico sicura di me, una sicurezza che solo l’alcool può dare. << E poi, a te che ti frega, scusa? Io non sono niente per te, come tu non sei niente per me. Chi ti ha dato il permesso di entrare nella mia vita e decidere cosa devo fare? Nessuno, assolutamente nessuno. Vattene.>>
Il suo sguardo è visibilmente ferito, non si aspettava che lo trattassi così, sperava che io potessi diventare qualcosa di più di un’amica, mentre adesso gli sto dicendo che non siamo neanche amici. Lui si gira e se ne va, maledicendo il giorno in cui mi ha conosciuta.

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