Bright Lights

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Facevadecisamente troppo caldo in quella stanza, ma non volevo aprire gliocchi. Avevo fatto un sogno bellissimo: Andrea mi aveva chiesto direstare con lui e ci eravamo addormentati insieme. Avevamo passatol'intera notte assieme, senza fare niente, solamente abbracciati. Unsogno dolcissimo. O meglio, credevo fosse solo un sogno, almeno finoa che non mi accorsi dello strano peso sul mio fianco. Spalancai gliocchi ed eccolo li: un braccio. Restai immobile per qualche secondo,poi lentamente mi girai, solamente per ritrovarmi faccia a faccia conAndrea. I suoi occhi erano ancora chiusi. Mi misi a guardarlo e adanalizzare ogni singolo particolare del suo viso. Stavo fissando lesue labbra quando le vidi muoversi e trasformarsi in un sorriso.

<<Buongiorno.>> sussurrò lui, facendomi prendere un colpo. Ilsuo braccio era ancora su di me e mi teneva ferma, stretta a lui. <<grazie per ieri notte.>>
<<Ehm, figurati.>>risposi io, in un misto fra imbarazzo e adorazione. Perchè, perchèdoveva essere tutto così perfetto?
<< Kris?>> chieselui.
<< Mmm?>>
<< scusami.>> bisbigliòlui.
Mi alzai, scostando il suo braccio. No, non poteva farmiquesto. Non poteva chiedermi scusa proprio ora. Non poteva inventarsiqualche cazzata a cui sicuramente avrei creduto per farmi tornare dalui.
<< Andrea, non importa.>> gli risposi ioasciutta.
<< Fermati, Kris. Per favore, lascia che tispieghi.>>
<< Andrea, che cazzo c'è da spiegare? Tiho detto che ti amo e tu ti sei girato e te ne sei andato. Ilmessaggio è stato chiaro. Restiamo amici, come se niente di tuttoquesto fosse mai successo, perchè onestamente non credo di potersopportare di passare tutto questo nuovamente. Sono stata uno schifonegli ultimi tempi, e probabilmente non sarei dovuta venire ierisera. Ma avevi bisogno di me e non ce l'ho fatta a dirti di no.>>dissi aumentando la velocità delle parole mentre parlavo in modo daimpedirmi di fare qualcosa di stupido tipo iniziare a singhiozzare.

Andreasi tira su dal letto e mi fa girare verso di lui. Mi guarda perqualche secondo e poi mi scosta i capelli, posizionandomeli dietrol'orecchio.
<< Io avrò sempre bisogno di te.>>sussurra.
Io abbasso lo sguardo, perchè so quello che sta persuccedere. E so che lo lascerò succedere. So che lascerò andaretutte le mie barriere, so che sarà lui a vincere. Perchè sebbenesia stato lui a farmi male, lui è l'unica cura.

...

restoseduta alla mia scrivania, pensando a quello che potrei scrivere sulfoglio. Sono ormai le 8 ed è quasi l'ora di prepararsi per andare allavoro. Sono passati tanti anni da quel giorno. Io e Andrea siamostati insieme per tanto tempo, e ci siamo amati tanto. Ma come tuttele favole, anche la nostra ha avuto una fine. Purtroppo però non èstato il solito "e vissero tutti felici e contenti". Andrea sen'è andato un pomeriggio d'inverno, dopo aver lottato a lungo perrisvegliarsi dall'incidente d'auto che lo aveva mandato in coma. Miha dato il tempo di capire di potercela fare anche senza di lui,sebbene si sia portato via un pezzo del mio cuore. Mi ha dato iltempo di dirgli addio, mi ha insegnato ad amare, come mai avevo fattoin vita mia.

Certo,è stato difficile, e sto ancora male ora. Niente potrà mai farmelodimenticare. A volte mi sorprendo del silenzio che regna in questacasa, del vuoto che c'è fra queste pareti. E tutto questo fa male.Ma ho imparato che questo è uno dei prezzi dell'amore: ildolore.
Ogni mattina mi alzo e cerco di migliorare la miagiornata, di migliorare me stessa. E sarà terribilmente difficile,ma in qualche modo sarà possibile. Perchè se c'è una cosa cheAndrea mi ha insegnato è che ogni volta che si cade a pezzi, prima opoi si rinasce, più forti e più spettacolari di prima.


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