Capitolo 18

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Capitolo 18
Ormai era inutile rimanere in quel posto, dovevamo solo passare un pò di tempo insieme per svagarci e fare qualcosa di diverso dal solito, ma si è trasformato tutto in un'incubo.
Esattamente non sapevo quale problema avesse l'universo con me, ma forse il problema ero proprio io.
Assolutamente nulla, e ripeto, nulla, era andato nel verso giusto da quando siamo partiti da casa.
A volte vorrei che Chanel fosse ancora viva per condividere un pò di dolore con qualcuno che rimarrebbe comunque , ma lei non c'è più e a quanto pare sto perdendo anche Harry. Mi sento sola in un certo senso perché nessuno può realmente capire come mi sento, cosa provo, non penso di aver mai fatto nulla di così grave da meritarmi tutto questo dolore e mi sento male.
Sto davvero male perché ho contro una persona che pensavo fosse mia amica. Ho contro una ragazza che ha passato tutta l'infanzia e una parte dell'adolescenza con me, ma non la ho contro come quando due semplici amiche litigano e si fanno dei piccoli dispetti, lei vuole farmi del male, del male mentale e se potesse anche fisico, da quanto ho visto. È vero Echo non è mai stata una persona del tutto sana di mente, ma per volermi così male devo per forza aver fatto qualcosa.
Stiamo tornando tutti a casa e sono in macchina con Liam, Danielle,Harry e Zayn, non parlo con nessuno da ieri sera e penso che non lo farò per molto.
Le cose da quando sono arrivata a Londra sono solo andate male, a parte con Zayn, e mi pesa ammetterlo ma con Ilaria e Noemi era comunque meglio, e sono ormai due settimane l'indomani che se ne sono andate. Mi manca una figura femminile in casa, mi manca la mia famiglia e mi manca poter stare serena.

Alzai lo sguardo dal telefono con ancora le cuffiette nelle orecchie e lessi un cartello con la scritta Londra centro così dato che eravamo quasi arrivati mi tolsi una cuffietta e chiesi a Liam se poteva lasciarmi al cimitero, poi sarei tornata a casa a piedi.
Nessuno fiatò e io continuai ad ascoltare la musica in attesa di fermarci, dovevo pensare, so che mi avrebbe fatto male e che quello che mi serviva era piuttosto stare in una stanza piena di persona che mi avrebbero distratta ma volevo pensare.

Harry mi picchiettò su una gamba venti minuti dopo e notai che la macchina si era fermata così gli feci un sorriso tirato, per ringraziarlo di avermi avvertita che ero arrivata, e scesi dalla macchina.
Mi incamminai con le mani nelle tasche con ancora la musica nelle orecchie e avevo un groppo in gola che mi avrebbe fatto scoppiare da un momento all'altro.
Non chiedevo la luna, volevo solo sapere perché una persona ce la poteva avere così tanto con me , andare da Chanel non avrebbe risolto di certo le cose, ma stare lì davanti alla sua lapide era l'unico "contatto" che potevo avere con lei.
Mi tolsi le cuffiette e camminai per cinque minuti prima di arrivare da lei e finalmente piansi e piansi tutte le lacrime che avevo trattenuto nella notte e durante il viaggio, piansi tutte le lacrime che mi rimanevano e come se qualcuno là su avesse capito che in quel momento avevo bisogno di affetto, due braccia mi alzarono da dove mi ero inginocchiata e mi abbracciarono e solo in quel momento capii che non ero realmente sola, io avevo Zayn, ed era lì con me, per me.
"Ci sono io piccola, ci sono io" mi accarezzò i capelli così dolcemente che piansi ancora più forte, mi stava abbracciando come se mi fossi rotta da un momento all'altro, mi stava tenendo tra le sue braccia come se fossi la cosa più preziosa che avesse mai visto.
"Raccoglierò tutti i tuoi pezzi rotti e li rimetterò insieme" mi sussurò all'orecchio così piano che per un momento pensai di essermelo immaginato. Mi staccai da lui e lo guardai dritto negli occhi e adesso non c'era niente e nessuno che poteva fermarmi da quello che stavo per fare.
Mi alzai in punta di piedi prendendolo per il collo e dopo un secondo di esitazione da parte mia, le nostre bocche combaciarono e giuro che non mi ero mai sentita così bene fino a quel momento, le nostre labbra erano fatte per baciarsi e mentre le nostre lingue si incontravano giocai con i suoi capelli avvicinandolo a me. Mi fece indietreggiare di alcuni passi continuando a baciarmi e poi dopo che sbattei contro una superficie ruvida mi prese per i fianchi e incrociai le gambe intorno al suo bacino e c'era così tanta passione in quel bacio che avremmo potuto scioglierci da un momento all'altro, mi sentivo davvero bene per la prima volta da tanto.
"Queste cose si fanno a casa, ragazzini!" Una voce gracchiante mi fece scendere di colpo dai fianchi del moro e chiesi scusa a quella povera vecchietta completamente rossa dall'imbarazzo . Aveva ragione dopotutto eravamo in un cimitero ma le emozioni avevano preso il sopravvento.

It wasn't just a dreamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora