Il molliccio

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006. Paura
Parte 1

"Avete sentito del molliccio?" La voce di una ragazzina del quarto anno riempì la sala comune Serpeverde in una tarda serata  di novembre e Scorpius e Albus alzarono la testa insieme dalle loro carte.
"Che molliccio?"chiese Ethan ad alta voce, passandosi una mano sui capelli a spazzola e scartando una carta nel mezzo del tavolino. La ragazzina divenne rossa sulle guance, accorgendosi dei cinque ragazzi del settimo anno solo in quel momento. Scappò via ridacchiando insieme alle amiche con cui stava parlando.
"Gira voce che nel vecchio sgabuzzino si sia infilato un molliccio. Ci sono state delle vere e proprie scommesse. Chissà se qualcuno ha il coraggio di andare a vedere se c'è sul serio". Scott imprecò subito dopo aver parlato, quando una carta gli scoppiò in mano.
"Davvero? Un molliccio?" chiese Albus, lanciando un'occhiata a Scorpius, che alzò un sopracciglio. Il molliccio era una creatura che si trasformava in ciò di cui aveva più paura il suo avversario. Un mostro infido e senza pietà.
"Non lo sapevi? E sì che sei un prefetto, non dovresti sapere tutto? A me lo ha detto Roxi. Mi ha anche detto che se vado nel vecchio sgabuzzino e lo affronto, esce con me" si vantò il ragazzo riccioluto.
"Scott, Roxi esce con tutti..." lo apostrofò Scorpius, quasi sospirando.
"Dici che dovrei dirle che voglio darle una palpatina come premio?" Scott sghignazzò in modo volgare e Albus alzò gli occhi al cielo.
"Se ci andassi e vedessi il molliccio, in cosa si trasformerebbe?" gli chiese allora il moro, cercando di cambiare discorso.

Scorpius ascoltò gli altri e non disse niente, neanche quando la discussione si fece un po' stupida e molto allegra. Lui sapeva benissimo in cosa si sarebbe trasformato il molliccio se lo avesse guardato. E se ne vergognava parecchio.
"Scorp, in cosa si trasformerebbe il tuo?" La fastidiosa domanda di Ethan portò il biondo alla realtà della sala comune.
Scorpius pescò dal mazzo e intanto prese tempo. Cosa avrebbe dovuto dire? Guardò la carta che aveva in mano e fece finta di esaminarla prima di metterla nel suo mazzo e di farne cadere un'altra a caso. Poi alzò lo sguardo sugli altri e aprì la bocca. "Io..."

"Potter, una ragazza ti sta cercando". La voce del prefetto del sesto anno, un mingherlino alto e dinoccolato che rispondeva al nome di Howard, entrò dalla porta scorrevole chiamandolo a gran voce e indicando con il pollice l'entrata dietro di sé. Albus lo guardò corrugando la fronte: una ragazza?
"È carina?" Il tono alto di Scott fece scattare verso la porta lo sguardo di almeno altri quattro ragazzi e uno ricevette anche uno scappellotto dalla Serpeverde che era seduta vicino a lui.
"Oh, è la Paciock" disse uno di quelli che era riuscito a sbirciare oltre la porta aperta.
Alice? La fronte di Albus si corrugò ancor di più,  senza che lui potesse fare niente per evitarlo.
"La Paciock è molto carina, quest'anno. Non sembra anche a te? Quasi quasi..." La voce di Scott, con il viso rivolto verso Ethan, ora, dava fastidio anche ad Albus.
"Scott sta barando, ha una carta nella manica, Ethan" disse il moro, alzandosi e gettando le carte sul tavolino. Ethan, che aveva un carattere un po' bellicoso e competitivo, fu subito addosso al compagno di casa per verificare il reato.
"Non è vero, ti giuro che stavolta non è vero!" lo sentì dire Albus mentre si guadagnava l'uscita.
Si guardò intorno appena varcata la porta scorrevole e vide Alice poco lontano, vicino al muro, che guardava verso l'entrata della sala comune.
La ragazza si avvicinò al fratello della sua migliore amica con passo svelto.
"Alice, che succede?" chiese il ragazzo, quando vide che la Grifondoro era un po' agitata.
Lei si era avvicinata e Albus poteva benissimo vederla mordersi le labbra. Qualcosa dentro di lui si infiammò, bruciandolo da dentro e scivolando dal petto verso il basso ventre.

Alice aveva visto il moro uscire dalla porta scorrevole e per un attimo le era mancato il fiato. Doveva essere per via della preoccupazione. Sì doveva essere per quello.
"Albus..." disse, ma poi si morse il labbro inferiore. Non pensava sarebbe stato così difficile. Attraversare tutto il castello da sola, di notte, non era così facile come lo faceva sembrare Lily. "Non è che..." Si passò una mano fra i lunghi capelli biondi e poi abbassò lo sguardo, guardando altrove. Lily l'avrebbe uccisa. Sì, quella volta l'avrebbe proprio uccisa.
"Va tutto bene?" le chiese Albus. No. Non andava tutto bene. Merlino, era più facile con James! Scosse il capo e poi sospirò. Perché con James era più facile? Non aveva senso.
"Scusa, non volevo farti preoccupare". Era vero: non voleva farlo preoccupare. Forse era meglio non dire più di tanto. "Mi chiedevo solo se... per caso... Non è che hai tu la mappa? Di solito andavo da James, ma..." chiese, abbassando la voce e guardandosi ancora intorno. Quell'anno James non c'era e visto che la Mappa del Malandrino era della loro famiglia, Alice aveva pensato che ce l'avesse lui.

Albus strabuzzò gli occhi e, prendendola per un polso, la spinse contro il muro, lontano dalla porta. Andava da James per cosa? E perché aveva nominato la mappa? "Cosa sai della mappa?" Si era avvicinato di più a lei e aveva abbassato la voce per non farsi sentire.
La ragazza alzò gli occhi su di lui e Albus rimase pietrificato: il suo sguardo, che al ragazzo ricordava molto la cioccolata calda che sua madre preparava durante le vacanze di Natale, lo trafisse da tanto gli sembrava profondo.
"Albus, mi fai male" sussurrò e il Serpeverde scattò all'indietro lasciandola andare.

"Se cercate una stanza, qui dentro ce ne sono parecchie..." La voce di Scott Bole la fece girare verso la porta scorrevole, dove lui e altri ragazzi li stavano osservando, e Alice capì che la situazione poteva essere fraintesa.
"Scusa, ho sbagliato a venire. Mi sa che di solito ti cercano per altro..." disse, un po' stizzita, senza neanche sapere il perché, visto che non era colpa di Albus.
"Scott è un Troll. Dimmi chi stai cercando e vedo di aiutarti" sussurrò il ragazzo, ma facendolo si avvicinò di nuovo a lei e Alice si sentì invasa dal suo profumo. La ragazza strinse in tasca il biglietto di pergamena che aveva trovato sul cuscino e sospirò.

Albus si rese conto di aver di nuovo intrappolato la ragazza contro il muro, ma non riuscì a controllarsi. Perché andava da James? Chi cercava sulla mappa? Un ragazzo?
"Al, tutto bene?" Il Serpeverde si girò verso l'entrata della sala comune e vide Scorpius sulla porta, che lo guardava con uno sguardo corrucciato. Doveva aver mandato via Scott e i suoi compari, ma altri ragazzi si affacciarono sulla porta e Albus non voleva che chiacchierassero su di lui. O su Alice. O su di loro. Anche se su di loro gli sarebbe piaciuto che ci fosse qualcosa di cui chiacchierare, si rese conto in quel momento.
"Cerco Lily, Al. Tua sorella è andata a cercare il molliccio, ma non so dove sia..." sussurrò lei e Al fu combattuto fra l'essere contento e il non esserlo. Contento che lei non cercasse un ragazzo e scontento del fatto che Lily si fosse cacciata nei guai.
"Aspetta qui" disse, facendo un passo indietro. Si girò verso la sala comune, ma poi si voltò di nuovo verso di lei. "Non muoverti" le ordinò, puntando un dito verso di lei.
Con un cenno a Scorpius, entrò in sala comune e si tirò il ragazzo da parte.
"Andiamo a cercare Lily, dovrebbe essere nel vecchio sgabuzzino a cercare il molliccio".

Quando Al aveva nominato il molliccio, Scorpius sentì i peli del collo rizzarsi. Cosa aveva fatto Lily? Era andata a cercare il molliccio apposta?
"Vengo con voi" disse, senza quasi rendersene conto.
L'amico si irrigidì. "Mmm, ma no, dai, tanto so dov'è lo sgabuzzino. Facciamo presto".
Al si voltò verso la porta ancora aperta e Scorpius capì che voleva rimanere solo con la figlia di Paciock. Possibile? Lo guardò di sottecchi: ma avrebbe cercato Lily?
"Ok" rispose. Sapeva dove Al teneva la mappa del malandrino: ci avrebbe dato un'occhiata.
Guardò l'amico uscire dalla porta e andare verso la Grifondoro, che nervosamente si stringeva le dita fra di loro; subito dopo il biondo allungò il passo verso il corridoio del dormitorio maschile. Entrò nella stanza del settimo anno e si diresse direttamente verso il baule di Al, ci frugò dentro e tirò fuori la Mappa del Malandrino.
"Giuro solennemente di non avere buone intenzioni" formulò, mentre osservava la pergamena bianca disegnarsi in quell'intricato disegno fatto di stanze e corridoi.
Osservò i puntini di Al e della Paciock muoversi vicini e camminare lungo i sotterranei, diretti al vecchio sgabuzzino. Il suo sguardo li precedette in quel labirinto, per arrivare alla presunta stanza del molliccio, ma, con suo stupore, la vide vuota: Lily non era lì. E allora dov'era? Al gli aveva raccontato una bugia o lo aveva fatto la figlia del professore? Corse con lo sguardo fino al settimo piano, ma Lily non era neanche nel territorio Grifondoro.
Sbuffò nervoso e percorse la planimetria di tutta la scuola fino a quando la scorse: il puntino di Lily Luna Potter si trovava in uno stanzino dei sotterranei, dalla parte opposta a dove era andato suo fratello.
Imprecò e chiuse la mappa. Cosa doveva fare? Doveva andare da Al a dirglielo o doveva andare direttamente da lei? Incantò la mappa, la mise via e guadagnò la porta a grandi passi. Una volta fuori dalla porta scorrevole, però, non dovette neanche pensare, perché il suo corpo girò da solo, incamminandosi verso lo stanzino dove c'era Lily.

***
Lily era un po' spaventata, ma neanche tanto. Aveva lasciato un biglietto per Alice, giusto per farle sapere dove fosse, e si era avventurata giù nei sotterranei. Non aveva mai visto un molliccio. Non erano così facili da incontrare. E Lily era proprio curiosa di vederlo. Era curiosa di sapere in cosa si sarebbe trasformato. Non in ragni e serpenti di sicuro. Siccome sapeva che Alice avrebbe tentato di dissuaderla, semplicemente, non glielo aveva detto e basta, senza scatenare discussioni.
Ora, però, mentre apriva la porta dello stanzino che la cara Roxi Montague le aveva indicato, era un po' titubante. Ma non spaventata, solo... cauta. Ecco, sì, cauta era l'aggettivo adatto. Non è che avesse proprio paura. Non del tutto. Non... forse giusto un po'...
Entrò nel locale, un piccolo bugigattolo polveroso in cui c'erano vecchi attrezzi scolastici e qualche calderone ammaccato, e lì, alla sua destra, in fondo, un logoro armadio di legno giaceva sotto un finestrino che dava sul lago nero. Tutto era scuro e non c'era neanche una lanterna a rischiarare il buio, quel poco che poteva vedere, Lily lo vedeva attraverso la luce che filtrava dal corridoio.
"Lumus" sussurrò, puntando la bacchetta verso il centro della stanza. L'armadio ondeggiò e saltò sul posto.
Il molliccio. Lily tentò di sorridere, ma in quel momento l'idea di essere da sola non le diede sollievo. Cavolo, perché non aveva voluto andarci con Alice? Perché?
Sospirò profondamente e fece un passo avanti verso l'armadio. Non fece neanche in tempo a toccare l'antina socchiusa che questa si spalancò e sua madre uscì di corsa dal ripostiglio.
"Lily! Come al solito stai facendo la cosa sbagliata! Possibile che non impari mai?"
"Mamma..." Lily sbatté gli occhi alla vista di Ginevra Potter che la sgridava e sventolava il braccio verso di lei. Mosse la bacchetta ma non riuscì a dire niente. Fece un passo indietro. Sua madre continuò a elencare tutti i suoi insuccessi, anche quelli di quando era bambina. Puntò la bacchetta balbettando. La sua mamma le voleva bene e la coccolava quando aveva paura, quella non era reale.
Crack. Il molliccio si trasformò in Harry Potter, l'uomo che le aveva rimboccato le coperte e fatta ballare sui suoi piedi. "Oh, Lily, siamo così delusi da te, forse non avremmo dovuto averti..." Lily fece un passo indietro quando suo padre iniziò a scuotere il capo con sguardo addolorato.
Sentì una lacrima scenderle sul viso. Quando anche nonna Molly iniziò a spiegarle quanto fosse amareggiata nel sapere che non era uguale alle altre cugine, Lily sentì le lacrime sgorgare copiose. Fece altri passi indietro, mentre il molliccio continuava a cambiare forma in qualsiasi componente della sua famiglia che la insultava e le spiegava perché non era contento di averla come parente, finché non toccò il muro con la schiena.
La sua bacchetta cadde per terra, puntando la luce proprio contro il molliccio che continuava a beffeggiarsi di lei.
"No!" gridò, senza rendersene conto, poi si coprì il viso con le mani quando Scorpius iniziò ad avvicinarsi a lei. "Non voglio ascoltarti!" gridò, con l'ultimo barlume di lucidità rimastale. Aprì appena le dita per guardare cosa stesse succedendo e in quel momento il molliccio cambiò di nuovo forma, divenendo un signore anziano con lunghi capelli bianchi e un ghigno orribile in viso.
"Riddikulus!" gridò una voce alla sua destra. Lily si voltò e vide Scorpius, qualche passo dentro alla stanza, al suo fianco, con la bacchetta puntata verso il molliccio.
I capelli bianchi del molliccio divennero rosa e verdi, mentre si arricciarono in tanti boccoli intorno alla testa, e sulla bocca dell'uomo si materializzò un ciuccio, uno di quegli affari che si dà ai neonati per farli stare buoni. Quando un bavagliolo comparve al collo del vecchio, Lily rise e il molliccio la guardò, prima di esplodere in tanti piccoli pezzi e disperdersi nell'aria.

"Lily, stai bene?" chiese Scorpius, avvicinandosi al punto in cui era sparito il molliccio, per controllare. Sembrava sparito. Si girò verso di lei e la ragazza riuscì solo ad annuire. Con due passi il Serpeverde le fu davanti e lei si tirò su, raccogliendo la bacchetta.
"Chi era il vecchio?" gli domandò, cercando di asciugarsi le lacrime di nascosto. Doveva aver capito che era la sua paura.
"Mio nonno" rispose Scorpius, invece di mentire.
"Quello che ha tentato di uccidere mia mamma?" Scorpius tolse lo sguardo dalla ragazza e annuì, vergognandosi un po'. "Scusa, non avrei dovuto dire..."
"Lascia stare. Piuttosto dovresti smetterla di nasconderti. Ci tocca sempre cercarti". Lo aveva detto con tono duro e stizzito e lui un po' se ne stupì. Ma cosa le stava dicendo? Perché se la stava prendendo con lei? Non era colpa sua.

"E come mai sei sempre tu a trovarmi?" Lily si era infastidita dal suo rimprovero, fra l'altro vero, visto che era già la seconda volta che la stavano cercando. Forse anche Alice, questa volta, sarebbe stata arrabbiata, visto che era dovuta andare fino alla sala comune Serpeverde e lei odiava i sotterranei. Probabilmente aveva chiesto aiuto ad Al e Scorpius per cercarla. Di nuovo.
Uscirono dallo stanzino e Scorpius girò automaticamente verso sinistra e a lei, che non si ricordava neanche da che direzione fosse venuta, non toccò nient'altro che seguirlo.
"Me lo sto chiedendo anch'io, fidati". La sua voce era ancora scontrosa.
"Ehi" disse, fermandosi e prendendolo per un braccio per farlo girare. "Non puoi essere così arrabbiato per questo". Non poteva davvero. Altrimenti non sarebbe andato a cercarla.
"Infatti non è per questo" rispose, prima di riprendere a camminare.
Oh. E allora?  Perché lo era? "E allora che hai? Perché sei così scontroso?"

Scorpius si voltò e tornò con due passi verso di lei, fino a fronteggiarla. "Il molliccio... Si è trasformato in me. Me! Perché hai paura di me?"
La ragazza lo guardava senza dirgli niente, il suo respiro regolare le faceva muovere il petto su e giù. Aveva visto lui e Scorpius non riusciva a concepirlo. Non ce la faceva. Qualcosa attrasse la sua attenzione e il suo sguardo si posò alle sue spalle.
"Alice!" esclamò la rossa, scansandolo e correndo dall'amica.

Stai con me (ex raccolta di Oneshot)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora