Furti e strategie

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Ginny alzò la mano e si fece vedere appena Astoria entrò nel locale.
"Sono qui!" esclamò e la donna bionda le sorrise facendo un cenno con il capo.
"Allora?" Non riuscì a non chiedere, agitata come da bambina la notte di Natale.
"Ha detto di sì: a capodanno siamo da voi!" esclamò la donna, contenta mentre sistemava il mantello sulla spalliera della sedia. "Quando gliel'ho chiesto mi è sembrato sorpreso, ma non ha fatto storie. Anzi, penso che sia stato sollevato: pensava fossi incinta!" Astoria ridacchiò mentre alzava la mano per chiamare un cameriere.
Ginny si ricordò di quando, solo due mesi prima, avevano avuto quel sospetto anche loro. Sorrise, ma cambiò argomento. "Come mai lo pensava?"

Le donne fecero le loro ordinazioni a una giovane cameriera e poi tornarono a parlottare sottovoce.
"Quando gli ho detto che aspettavo Scorpius, ho cucinato per lui e dopo abbiamo fatto il bagno insieme nella stanza patronale!" confidò Astoria all'amica, ridacchiando felice. Non si era accorta di aver fatto praticamente le stesse cose anche se per motivi diversi. Per l'annuncio della gravidanza, che tutti e due avevano aspettato con il cuore in gola, aveva cucinato per dargli la bella notizia e avevano fatto il bagno insieme, gioendo per l'occasione, mentre questa volta...
"Io cucino spesso per Harry. Non si accorgerebbe neanche se facessi qualcosa di più elaborato o meno. Ho fatto diversamente" disse invece Ginny, storcendo il nasino e prendendo il bicchiere.
"Cosa hai fatto? E che ha detto?" chiese quindi Astoria, curiosa.
"Oh, ha detto di sì, ma vai avanti, voglio sapere tutto" liquidò la cosa lei.
Astoria raccontò allora di come avesse preparato una deliziosa cenetta per Draco con tutte le sue pietanze preferite e poi quando si erano ritirati in camera, gli aveva fatto trovare la vasca grande piena di acqua e di schiuma. Effettivamente era stato equivoca, la cosa. Ridacchiò, dicendolo ad alta voce, per poi rattristarsi subito: dopo Scorpius non erano arrivati altri figli, nonostante li avessero cercati. Astoria avrebbe desiderato tantissimo avere anche una bambina. Ma oramai erano sentimenti datati e lei se n'era fatta una ragione.

Ginny posò la mano su quella dell'amica quando vide la sua espressione farsi triste: Astoria le aveva raccontato della loro difficoltà ad avere altri bambini dopo Scorpius. E sapeva anche quanto aveva desiderato una femmina. Quando l'amica scosse le spalle, cercando di scacciare le lacrime, disse: "Ti presto Lily. Me la porti indietro dopo tre giorni, te lo assicuro!"
Astoria rise e Ginny fu contenta di averle un po' sollevato il morale. "Lily è una ragazza deliziosa".
"Schiantesimi a parte? Ti ho detto che si smaterializza di già?" Ginny scosse il capo bevendo la sua burrobirra alcolica.
"Dai!" esclamò, stupita, Astoria.
"Già, una volta Harry ha spiegato come al secondo anno la traccia era stata confusa perché era stato Dobby a fare le magie e così lei ha capito come ingannare il ministero..."
"Mi ricorda te alla sua età!" Astoria rise e Ginny non riuscì a trattenere un sorrisino soddisfatto.
"Non ero così!"
"Eri peggio!" E le due donne ridacchiarono.

Astoria bevve un lungo sorso per poi sospirare: Draco aveva detto di sì, alla fine. E non aveva fatto neanche tante storie.
"Comunque ha accettato: possiamo iniziare con i preparativi" ricordò all'amica poco dopo. "E Harry, ha fatto storie?"
Ginny scosse il capo. "No. Non gliene ho dato la possibilità" dichiarò.
La bionda aggrottò la fronte: che intendeva? "In che senso?"

Ginny sorrise di un sorriso furbetto. Era cresciuta con sei fratelli. "Ho pensato che chiedere il perdono fosse più semplice che chiedere il permesso..." Prese di nuovo il bicchiere e bevette, con uno sguardo divertito negli occhi.
"Oh!" esclamò Astoria.
"Sì. Gli ho detto semplicemente: 'A Capodanno vengono anche Astoria e Draco'. Invece di chiedergli se gli andasse bene o se fosse d'accordo..."
"E lui che ha detto? Non ha protestato?"
"No. Era impegnato. Ha detto solo 'Ok'. Penso... non ricordo le parole giuste... Oh, ma non è importante..." Ginny alzò lo sguardo al soffitto e poi liquidò la questione con la mano.

Astoria non aveva capito. "Come? In che senso 'impegnato'?" Cioè, Ginny glielo aveva detto a cose fatte, mentre lui faceva dell'altro e non aveva avuto la possibilità di opporsi? "Ma che stava facendo?" chiese, allora. Forse gli aveva mandato un gufo mentre era al lavoro?
"Stavamo facendo sesso sul piano della cucina" ammise Ginny, con uno sguardo birichino e gli occhi che ridevano.
Astoria spalancò gli occhi: Oh!


***

Harry si diresse verso la cucina del piano: aveva bisogno di un tè, sembrava che quella giornata non dovesse finire mai. In ogni momento spuntavano problemi: un giovane dell'accademia ubriaco che si era fatto scoprire da due babbani a fare magie, un drago tenuto illegalmente nella contea di Moray,  uno snaso trasfigurato male a cui avevano dovuto prestare soccorso e tutta un'altra serie di piccoli, noiosi fatti di cui aveva dovuto scrivere i rapporti.
Si versò un'abbondante tazza di tè e si allungò a prendere lo zucchero, ma poi ne mise solo un cucchiaino, subito dopo essersi guardato la pancetta: non doveva lasciarsi andare. Anzi, avrebbe chiesto di tornare sul campo per essere più attivo, tutta quella burocrazia da scrivania non faceva per lui, pensò, toccandosi il ventre e sospirando.
"Potter, a quanto pare festeggeremo il nuovo anno insieme."

La voce di Draco fece girare l'Auror, che gli allungò una tazza di tè quando lo riconobbe. "Già, così pare" rispose, allungandogli il latte.
Draco prese la tazza e poi sorrise.
"Hai sentito la partita ieri?" gli chiese ancora Harry.
Il biondo annuì. "Woondy ha preso il boccino proprio mentre Ruffon segnava punto! Non so da quanti anni non succedeva..."
La partita di Quidditch del giorno prima era finita proprio mentre Rupert Woondy, il cercatore dei Chudley Cannons che era riuscito ad afferrare il boccino soffiandolo sotto il naso del cercatore dei Bats, proprio mentre Alex Ruffon segnava l'ennesimo gol nei cerchi. Era stata una gran partita. "I Bats e i Chudley Cannons che finiscono in parità è praticamente un evento eccezionale!"

E i due continuarono a parlare, senza sapere tutto quello che le loro mogli avevano fatto perché convinte che loro non avrebbero mai passato insieme una festa di loro spontanea volontà e che consideravano un evento eccezionale la cena di Capodanno quanto loro la partita del giorno prima.

***
Lily si incamminò lentamente, per non fare passi falsi e farsi scoprire, verso il corridoio dei dormitori femminili dei Serpeverde. Sapeva per certo, perché aveva sentito che lo diceva, che la Montague aveva delle pozioni test nel suo baule. Sperava che non si fosse vantata per niente e di non star sprecando il suo tempo.
Seguì due ragazzine del secondo anno verso il corridoio opposto a quello dei ragazzi e cercò di non inciampare in niente e di tenersi stretto il mantello intorno al corpo. Era una cosa difficile, per quanto lo avesse fatto un sacco di volte: bastava che un lembo del mantello prendesse un colpo d'aria o si muovesse e lei si sarebbe fatta scoprire.
Quando le due Serpeverde entrarono in una delle stanze, provò a continuare il corridoio, sperando di trovare la camera del sesto anno e che la porta fosse aperta.
Per fortuna, qualche antenato vegliava su di lei perché non solo sentì la voce della Montague poco dopo, ma questa veniva proprio da una stanza aperta. Si infilò prontamente dentro, per paura che la porta potesse venire chiusa da un momento all'altro.
Una volta all'interno si guardò intorno: cinque letti erano decorati con i colori della casa, ma solo tre ragazze erano nella stanza, la Montague e le sue amichette, MaryKate Pucey ed Edith Davis.
Lily annuì come se dovesse rispondere affermativamente a una domanda, mentre invece stava solo considerando la sitazione: il baule ai piedi del letto della Montague - aveva riconosciuto il suo letto perché c'era su la sua borsa dei libri, quella piena di adesivi magici che aveva visto in biblioteca il giorno che l'aveva sentita raccontare dell'Amortentia – era aperto, così si fiondò a raggiungerlo per guardarci dentro.
L'interno del baule era molto confuso e in disordine, ma Lily vide chiaramente delle boccette colorate sul lato sinistro. Non sapendo di che colore dovesse essere quella dei test di gravidanza, si avvicinò al bordo del baule e allungò una mano per leggere le etichette.
'Pozione per nascondere i brufoli' e 'Pozione per lucidare i capelli' erano i vasetti più grossi, con tappi blu e rossi, contro il lato del baule. Accanto, quattro boccette color verde mela erano le più piccole, con il tappo giallo e Lily, presa d'ispirazione allungò subito la mano verso una di quelle. Girò l'etichetta e dovette soffocare un'esclamazione di gioia quando scoprì che era la pozione giusta.
Purtroppo non vide arrivare la Pucey, ma sentì la Montague che gridò: "Non toccare il mio baule!", così si spaventò e alzò gli occhi, pensando di essersi tradita in qualche modo. Invece, questa volta, la Serpeverde non ce l'aveva con lei, ma con la compagna di stanza che era proprio accanto a Lily, vicino al baule.
"Stai ferma! Ho visto che mi è sparita la pozione per l'abbronzatura perenne, nessuno si avvicinerà più al mio baule!" esclamò concitata la ragazza verso l'amica.
"Roxi, ti giuro che non sono stata io, volevo solo..."
"Non prenderai niente!" La ragazza gridò ancora e diede, con la mano, un colpo al coperchio che scattò tentando di chiudersi.
"Ahi!" esclamò Lily, quando venne colpita sulla mano. Sfilò velocemente il braccio e il baule, dopo che il coperchio ebbe rimbalzato, si chiuse.
Si infilò due dita in bocca e si trascinò lontano dal letto quando notò che tutte e due le ragazze avevano visto che il baule non si era chiuso la prima volta.
"Avevi la mano dentro, cosa volevi rubarmi?"
"Non è vero!" esclamò la Pucey.
"Sì, invece! Volevi prendere le mie cose anche se ti avevo detto di no!"
Lily si alzò lentamente e con attenzione strisciò verso la porta: finché le due Serpeverde avessero continuato a litigare non si sarebbero rese conto di niente.
Sorridendo, ma trattenendo il respiro fino a quando raggiunse la porta della camera, la ragazza iniziò ad affrettare il passo nel corridoio: voleva uscire da lì il prima possibile.
Per fortuna il corridoio e la sala comune erano deserti, così non dovette prestare troppa attenzione. Fu soltanto davanti alla porta scorrevole che capì di non riuscire a uscire perché non si ricordava la parola d'ordine. Gliela aveva detta, Al? O si era scordato? O si era scordata lei?
Merlino!
Era lì davanti che provava a ricordarsi cosa dovesse dire, quando, improvvisamente la porta si aprì e un ragazzo entrò di corsa: Scorpius. Doppio Merlino!
Lily fece appena in tempo a spostarsi, prima che lui le finisse addosso, ma il mantello volteggiò e lei, anche se era abbastanza sicura che il ragazzo non potesse averla vista, perché era già di spalle, trattenne il fiato.
Scorpius si fermò improvvisamente e si girò, con la fronte corrugata. "Lily?"

*
"Merlino, Al, ho lasciato in camera il polsino tutore. Inizia tu l'allenamento, arrivo subito."
Con queste parole Scorpius era corso dallo stadio di Quidditch fino al castello e poi aveva imboccato la strada per i sotterranei. Se solo si fosse ricordato dove lo aveva messo avrebbe potuto usare un 'accio' e invece doveva cercarlo. Oh, avrebbe perso tantissimo tempo.
Corse per i sotterranei ormai senza neanche pensare, la sua mente e le sue gambe sapevano già dove andare. Sperò di trovare la porta scorrevole aperta, così da risparmiarsi di fermarsi e dire la parola d'ordine, ma imprecò quando la vide chiusa nel momento in cui girò per il corridoio.
Pronunciò la parola prima ancora di arrivarci davanti e funzionò, perché la vide aprirsi, ma quando entrò in sala comune ebbe una strana sensazione: una folata di vento lo fece fermare.
Non poteva esserci vento. Le finestre davano sul lago nero, quindi erano chiuse. Non poteva esserci vento. Si ripeté. Si fermò e si girò nel momento in cui sentì chiaramente una fragranza di olio di mandorle mischiata a un pizzico di zenzero: solo una persona aveva quel profumo!
"Lily?" chiese, al vuoto.

Stai con me (ex raccolta di Oneshot)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora