Non sono del tutta convinta, ma...

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Alice stava uscendo dalla lezione di Aritmanzia e si sentì tirare per un braccio prima di trovarsi al buio dietro all'arazzo del cervo che corre, del terzo piano. "Alice!" La voce di Al le riempì i pensieri e il suo profumo di fiori di arancio e menta le fece girare la testa. "Al?" chiese, ma sapeva già la risposta, infatti non disse nient'altro quando sentì le mani del ragazzo stringerla a sé a chinarsi a baciarla.
Quel giorno, per fortuna, sembrava lunghissimo per le cose belle. E iniziava a capire perché molti ragazzi si nascondevano nei corridoi bui. O perché le ragazze si facessero mangiare il lucida labbra così volentieri.

Al non riusciva a staccarsi da Alice, e neanche voleva farlo. Quando iniziò a sentirsi accaldato, però, capì che la situazione iniziava a sfuggirgli di mano. "Facciamo una passeggiata nel parco?" le chiese, sperando che l'aria della fine di novembre raffreddasse i suoi bollenti spiriti. O perlomeno che gli facesse tornare il sangue a una temperatura accettabile.
Quando la ragazza sospirò sul suo viso, pensò di rimangiarsi l'invito e di trascinarla in un posto più comodo, ma poi riuscì a controllarsi. "Va bene" rispose lei, ma subito dopo sentì di nuovo le sue labbra su di lui e le sue mani che si intrufolavano fra i capelli: Merlino, così sarebbe stato difficile!
Fu soltanto dopo dieci minuti che uscirono da dietro all'affresco e Al riuscì a ricomporsi. Anche Alice dovette sistemarsi i capelli, ma mentre lo faceva gli lanciò un sorriso così bello che il ragazzo pensò che sarebbe valsa la pena anche affrontare un drago.
"Però andiamo verso il lago..." suggerì la ragazza, mentre nel corridoio abbassava gli occhi, facendo finta di cercare qualcosa nella borsa quando incontravano altre persone: avevano finito l'ultima ora di lezione e gli studenti stavano reclamando la tanto attesa libertà, prima di tornare a studiare sui libri.
"Il lago?" chiese Al, incurante di tutti e prendendole la mano.

Quando lui le prese la mano, Alice sentì il cuore scoppiarle in gola. Abbassò lo sguardo quando incontrarono dei ragazzi che incrociarono il loro cammino e poi tornò a guardarlo. "C'è l'allenamento di Quidditch, adesso. Lily..."

La ragazza non terminò la frase e Al Annuì: andare vero il lago li avrebbe allontanati dallo stadio di Quidditch, dove poco dopo sarebbe iniziato l'allenamento dei Grifondoro. E quindi ci sarebbe stata Lily. Tutti e due non volevano che sua sorella sapesse. Bene, andavano già d'accordo.
Al sorrise mentre le stringeva le dita un po' di più.

***

Lily era uscita dagli spogliatoi con uno sguardo terreo in viso. "Tutto bene, Lily?" le chiese Nicole, una delle battitrici, scorgendo la sua espressione.
La rossa riuscì solamente ad annuire: Micheal aveva detto che voleva parlare con la squadra (tutta la squadra, riserve comprese!), prima dell'inizio dell'allenamento, ma lei sapeva già cosa voleva dire ed era questo che le aveva messo addosso quella strana sensazione. Ansia, preoccupazione o chissà cosa, fatto sta che stava sudando freddo.
Da un lato sapere che il posto da cercatrice sarebbe stato libero, le dava la spinta per provare a chiedere al capitano quel ruolo, dall'altro... non era del tutto convinta di riuscirci. Merlino, quand'è che avrebbe iniziato a sentirsi capace e sicura e come fingeva di essere?
Si avvicinò al campo e si affiancò a Hugo che, già con le protezioni indossate, aspettava con la scopa in mano e uno sguardo svogliato.
"Hugo" lo salutò, chinandosi a raccogliere una pluffa e lanciandola verso il cugino.
"Lily..." Il tono del rosso era quasi scocciato.
"Che hai?"
"Niente... Tu sai di cosa ci deve parlare Micheal?" Lily aggrottò la fronte: lui non lo sapeva? Rose era sua sorella!
"Non lo sai?" gli chiese, stupendosi. Come faceva allora a saperlo Alice, se non ne era a conoscenza neanche Hugo?
Il ragazzo scosse le spalle e fece per aprire la bocca, quando Micheal entrò nel cerchio formato dai giocatori. "Ragazzi" esordì, muovendo la scopa e sospirando. "Ho una brutta notizia. Rose Weasley ha..."
"Rose Weasley-Granger" lo corresse la ragazza, comparendo dietro di lui e mettendosi al suo fianco.
"Rose?" esclamò Hugo e la sorella gli fece un cenno con il capo, sorridendo mesta.
"Forse dovrei spiegare io, giusto Michael?" Il capitano annuì, muovendo il braccio che reggeva la scopa per invitarla a parlare.
"Ragazzi, mi dispiace molto, ma devo abbandonare la squadra. So di aver partecipato ai provini, di aver portato via il posto da cercatore a qualcun altro e di non aver dato a nessuno, in questo modo, l'opportunità di allenarsi, ma..." Rose sospirò e si passò una mano fra i capelli ricci.
"Sei incinta?" le chiese Christopher Rowand, uno dei battitori, con un ghigno degno di un demone.
"Coglione" sussurrò Lily, ma non abbastanza basso da non farsi sentire da tutti.
Rose le indirizzò un sorriso e poi fece un passo verso il ragazzo. "No, Chris. È solo che sto cercando di dare più M.A.G.O. possibili e, anche se pensavo di riuscirci, ho paura di non poter prestare la giusta attenzione al Quidditch. Quindi... sono qui a lasciare il posto..."
Rowand non la fece neanche finire e si girò verso Michael. "Chi sarà il nuovo cercatore?"
Michael scosse le spalle. "Non ho ancora deciso. Con il fatto che c'era Rose, nessuno si è presentato ai provini per quel ruolo..."
"Lo faccio io, allora. Hai delle riserve per me."
"Ehi, no!" Si trovò a reclamare Lily. "Dovresti fare una selezione comunque" propose a Michael.
"Vuoi proporti tu, piccoletta?" Rowand, che era all'ultimo anno, si avvicinò a lei, ma Lily non si fece ingannare. Né dalla sua altezza, né dalla sua postura: non era giusto che il posto lo prendesse lui senza una selezione.
"Lily potrebbe. È agile e corre veloce. Non sottovalutare la cosa, Michael" la sostenne Rose.
"Non ho tempo per i provini. La partita contro i Serpeverde è fra nove giorni. Sceglierò qualcuno della squadra... tipo... mercoledì. Qualcun altro oltre a Chris e Lily vorrebbe candidarsi?" chiese allora, girando su se stesso: nessuno accettò l'invito.
"Potter, sai di non avere speranze, vero?" le chiese Rowand, con uno sguardo divertito.
"E chi lo sa" rispose lei, guardandolo con espressione dura.
"Perfetto. Vinca il migliore, allora" le augurò lui, alzando una mano a mo' di saluto.
Mentre si allontanava, salendo a cavallo della scopa, Lily si chiese cosa le fosse saltato in mente: lei cercatrice. Non lo aveva mai fatto. Beh, sì, aveva giocato con gli altri alla Tana, ma per quanto si impegnasse, non erano veramente partite 'importanti', quelle!
Osservò il resto della squadra iniziare l'allenamento e sospirò. "Dai, Lily, puoi farcela di sicuro! Non fare quella faccia..." Hugo si era avvicinato a lei per darle una pacca sulla spalla.
Avrebbe voluto avere metà della sua sicurezza. Sospirò e prese il volo anche lei.

***
Freddo, c'era freddo. Questo era sicuro. Ma ad Al non era ancora passata la voglia di stringere Alice fra le braccia senza lasciarla più andare.
Avevano camminato fino alla riva del lago, chiacchierando di cose senza senso, ma senza mai staccare le loro mani unite e le dita intrecciate. Una volta sulla battigia, Al la tirò a sé e la baciò ancora.
Lei non oppose resistenza, ma si scostò velocemente da lui quando si sentirono delle voci poco lontano.
"Al... Potrebbero vederci..."
"Lascia che guardino" le rispose lui, allungando una mano verso il suo viso, ma lei fece un passo indietro.

Lui non capiva. Un conto erano i baci che si erano scambiati quella mattina, o prima, dietro all'arazzo, un altro conto era farsi vedere da tutti. Hogwarts, era un posto pettegolo, pieno di lingue, orecchie e occhi. E Alice non voleva che gli altri li vedessero. Non voleva spiegare a nessuno del premio e che quel giorno sarebbe stato così speciale per loro. E non voleva che lo sapesse Lily, perché si sarebbe illusa. E non lo avrebbe fatto solo Lily.
Fece un passo indietro e lasciò la mano del ragazzo.
"No, non..." Tentò di spiegarsi.
"Esci con me, sabato?" la interruppe Al. Come? Sabato? Fra due giorni? Ma...
"Sabato?" chiese, troppo sbalordita per mettere insieme altre parole.
"Sì, sabato". Al rise, ma la sua risata si tinse di un tono strano.

Al per un attimo pensò che lei dicesse di no. Ma perché avrebbe dovuto? "Andiamo a... Hogsmeade" continuò, decidendo di mentirle per paura che il suo no diventasse reale e definitivo.
"Di solito vado a Hogsmeade con Lily, non so se..."
Oh, era tutto lì il problema? "Ho già pensato a Lily. Cioè, ci penserà Scorpius. Usciremo in quattro e..."
"Avete già organizzato tutto?" Il suo tono sostenuto fece venire ad Al il dubbio di aver parlato troppo. Era una cosa brutta aver già pensato a come uscire con Alice?

Da come la stava mettendo, Alice pensò che Al desse per scontato che lei e Lily avrebbero accettato l'invito con entusiasmo. Ed effettivamente, sarebbe stato anche così, se loro non si fossero baciati per una stupida scommessa e Lily non fosse arrabbiata con Scorpius.
"E cosa ti fa credere che diremo di sì?" Si sentì in dovere di chiedere e un po' gioì a veder Al vacillare.
"Perché non dovreste voler venire con noi?"
"Devo ricordarti che quest'estate ci avete offerto un gelato per non stare con noi?"

Il sorriso di Al scemò: per Salazar, era vero. E di sicuro se lo ricordava anche Lily: le ragazze avevano una memoria pazzesca per cose così stupide. Ma allora aveva capito male le parole di Rose o lei stava facendo la preziosa? Tentò comunque di insistere.
Si passò una mano fra i capelli. "È stata un'idea mia, non di Scorpius" precisò, tentando si salvarsi, ma lo sguardo della ragazza si incupì.
"Giusto. E ora ci inviti..." Beh, lui voleva passare il pomeriggio con Alice, di sicuro non con Lily, e se per farlo doveva 'accasare' temporaneamente Lily, Scorpius glielo avrebbe fatto, come favore.
"Pensavo che dopo stamattina..." esordì, ma lo sguardo della ragazza lo trapassò.
"Oggi è un altro discorso. Oggi è il tuo premio. Ma domani..." Come? Ma non era così!
Si avvicinò e le prese la mano. "Stamattina mi hai baciato tu. Puoi raccontarti quello che vuoi, ma non lo hai fatto di sicuro per il premio. E neanche adesso..."

Alice non riuscì a sostenere il suo sguardo e abbassò gli occhi, perché era tutto vero: lo voleva anche lei, ma stava giocando a un gioco di cui non conosceva le regole. "Sì, hai ragione. Ma... e se poi va male?"
Le sembrava che in ballo non ci fossero solo loro.

"E se poi va bene?" la stuzzicò Al, con un sorriso. "Esci con me. Dimmi di sì". Si avvicinò ancora, le prese il viso con una mano, prima di chinarsi e posare labbra sulle sue. Capì di aver vinto quando lei si lasciò andare e schiuse la bocca.
"Non ti dovrebbe riuscire tutto così facile. Non è giusto" brontolò Alice e il ragazzo sorrise.
"Vuoi che indovini il tuo gelato preferito?" la prese in giro, visto che aveva già scoperto i suoi gusti e lei rise.
"Ti piace vincere facile, eh?" Mi piace vincere te. Ma non lo disse ad alta voce. "Beh, potresti provare a indovinare il mio colore preferito, in questo caso..." Lo sguardo sornione di Alice era un misto fra innocenza e peccato e Al pensò che non avrebbe mai visto niente di più bello. Annuì.
"Va bene" rispose, allegro.

Alice rise del suo ottimismo. Probabilmente pensava, come facevano troppi Serpeverde, che essendo una Grifondoro il suo colore preferito fosse uno di quelli della sua casa. "Io starei attento a non cadere nel banale, se fossi in te. Non sono né il rosso né..."
"Azzurro. Il tuo colore preferito è l'azzurro" rispose sicuro Al, prima che lei finisse la frase.
Oh, Merlino! E come faceva a saperlo con sicurezza? Con quella sicurezza?
"E come fai a..."
"Le tue piume per scrivere sono azzurre, il cordoncino che lega le pergamene che hai nella borsa è azzurro, la stella che ti pende dal collo è..."
Alice si toccò il ciondolo che le aveva regalato nonna Augusta: Al aveva prestato attenzione a quelle cose? Il calore le riempì il petto e la coccolò come un gatto che faceva le fusa.

Al non capì bene il suo gesto: aveva sbagliato? Non gli sembrava. Per un attimo la sua sicurezza vacillò, quando il suo sguardo si riempì di tristezza, ma poi lei sorrise e tutto il mondo tornò a girare nel giusto verso.
"Mi sa che verrò con te a Hogsmeade, sabato" disse lei e Al pensò che non fosse il caso di specificare che non sarebbero andati a Hogsmeade, visto tutte le storie che aveva appena fatto, così annuì.

Stai con me (ex raccolta di Oneshot)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora