Hogwarts Express

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(003.cuscino)

"Stupido troll!" gridò Lily, brandendo la bacchetta e lanciando una fattura che si frantumò contro la porta dello scompartimento.
"Lily!" la sgridò Alice, sbarrando gli occhi. "Ma cosa fai?"
"Hai sentito che ti ha detto quel troll? Non dovrebbe passarla liscia!" Alice scosse le spalle alle parole dell'amica.
"Non mi importa. E non dovrebbe importare neanche a te. Se lo avessi fatto a scuola avrei dovuto toglierti dei punti..."
Questa volta fu Lily a scuotere le spalle. "Ma tanto non lo farai, Miss prefetto, perché non siamo ancora a scuola!"
"Sicura, vero, che non ti dà fastidio?"
"Che tu sia diventata prefetto? No. L'ho sempre saputo che avrebbero scelto te, fra quelle del nostro anno."
Cercò con lo sguardo gli occhi dell'amica e lei annuì, sollevata.
"Avevo paura che ti saresti arrabbiata..."
"No, non mi interessa" rispose. Poi si agitò un po' sul sedile e mise via la bacchetta. "E quando saremo a Hogwarts gliela faccio pagare, a quel troll. Ma non mi farò beccare da te, così non perderemo punti, non preoccuparti!" Lily rise allo sguardo scandalizzato dell'amica e continuò, più seria: "Comunque è stato un infame, avresti dovuto lanciargliela tu la fattura..."
Mentre Alice alzava le spalle con gli occhi lucidi, si sentì una voce provenire dalla porta socchiusa.

"Chi è l'infame?" Albus guardava le ragazze alzando un sopracciglio, incuriosito, mentre apriva tutta la porta dello scompartimento. Aveva sentito solo l'ultima frase di Lily ma, conoscendo la sorella, sapeva che non usava quella parola a sproposito. Infatti Lily sembrava molto arrabbiata mentre Alice Paciock aveva una faccia triste e lui si preoccupò. Che era successo?
"Nessuno" rispose Alice.
"Growich" disse sua sorella, insieme all'amica.

Quando Lily si voltò verso di lei per chiederle con lo sguardo perché avesse risposto così, Alice scosse la testa e i suoi capelli biondi svolazzarono intorno. Lei li risistemò dietro la testa, ma Lily ebbe l'impressione che lo avesse fatto più per nervosismo che perché le davano fastidio. Non voleva far sapere di essere stata insultata da un troll? Ok. Avrebbe rispettato la sua scelta.
Sbuffò e si voltò verso il fratello. "Che fai qui?"
Ma Albus non la guardò e fece un passo avanti. "Tutto a posto?" chiese il ragazzo, ma questa volta guardò solo Alice. Lily si alzò e gli si mise davanti per impedirgli di vedere l'amica in imbarazzo.
"Sì, sì, tutto a posto. Ti richiedo: che fai qui?"

Albus non era riuscito ad arrivare fino ai posti in fondo, dove erano sedute le ragazze, perché sua sorella lo aveva fermato a metà e non poteva andare più avanti: Lily lo stava facendo apposta. La guardò alzando un sopracciglio, ma lei ricambiò lo sguardo senza spostarsi. Doveva essere ancora arrabbiata per la settimana prima, quando aveva tentato di schiantare Richard dopo averlo sorpreso in camera sua.
Così le disse qualcosa che non poteva assolutamente controbattere. "Sono venuto a prendere Alice. La riunione dei prefetti è stata spostata in un altro scompartimento".
Sua sorella strinse le labbra e, a malincuore, si spostò. Gongolando, si rivolse ad Alice: "Vieni, non c'è bisogno della divisa, fai in tempo a indossarla dopo, quando torniamo".
"Torna da sola, però" disse Lily, sbuffando e guardandoli lasciare lo scompartimento.

"È successo qualcosa?" chiese di nuovo Albus, mentre faceva strada ad Alice nel corridoio.
"No."
"Ehi, Potter!" Albus si girò verso lo scompartimento da cui lo stavano chiamando dei ragazzi Serpeverde e Alice lo vide fermarsi a guardare prima verso i ragazzi e poi verso di lei.
"Alice, aspetta che..."
"Vado da sola, non preoccuparti, dimmi solo dove devo andare..." disse la ragazza.
Albus le spiegò in quale vagone recarsi ma disse anche che avrebbe fatto presto. La ragazza annuì senza convinzione e si incamminò.
Passò il primo vagone e si diresse verso l'inizio per passare all'altro. Purtroppo, appena aprì la porta che divideva i due vagoni, si ritrovò davanti Roxi Montague, una Serpeverde del sesto anno, circondata da un gruppetto di ragazze.
"Oh, Paciock, che dici? Lo fai vedere anche a me il tuo cuscino della nonna?" La stronza rise un po' sguaiata e le sue amiche, intorno, la imitarono, nello stesso modo volgare e appariscente.
Alice alzò gli occhi al soffitto e sbuffò, senza dirle niente e cercando di passare oltre per raggiungere il vagone per la riunione.
"Ehi, no, no, dove vai? Voglio vederlo davvero. E vedere se resiste alla mia bacchetta!" La ragazza rise ancora e lei la guardò malissimo quando la strattonò per un braccio. "Mio padre mi ha detto di aver visto tua nonna questa primavera: barcollava come colpita da una fattura gambemolli!" La sua risata era meschina e crudele.
Alice si fermò e la guardò con uno sguardo di fuoco. Per un attimo Roxi spalancò gli occhi e fece un piccolo passo indietro, ma senza lasciare la presa sul suo braccio.
"Montague, mia nonna è riuscita a dare scacco matto a una manciata di mangiamorte, anche se era già vecchia. Era una gran donna. Ora dimmi: cosa ha fatto tuo padre, invece? La tua famiglia si è piegata per paura dicendo poi di aver agito sotto Imperius?" Quando la bocca della ragazza si spalancò per la sorpresa, Alice scosse il braccio per togliersi dalla presa della Serpeverde, mentre continuava a parlare: "Sono altre le cose di cui vergognarsi, non un cuscino ricamato da una persona cara, sai?"

Stai con me (ex raccolta di Oneshot)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora