Quello che abbiamo fatto

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"Andiamo nell'aula circolare?"
Lily prese la mano di Scorpius appena fuori dall'infermeria. "Meglio la stanza delle necessità" rispose lei.
Il ragazzo aggrottò la fronte, squadrandola. "Perché?"
Lily non voleva spiegargli ciò che aveva in mente. "Così..."

Scorpius non si mosse di un passo e la ragazza si trovò bloccata dalle loro mani, ancora unite. Si voltò. "Allora? Che c'è?"
"Hai in mente qualcosa" dichiarò, sicuro. Quello che non disse era che suo fratello aveva quella stessa espressione, quando architettava qualcosa. E lo faceva spesso.

Lily sgranò gli occhi, ma riuscì a ricomporsi in un tempo record, alzando le spalle. "Ma no, non è ve..."
"Hai in mente qualcosa" ripeté lui, senza muoversi; i suoi occhi la scrutarono e Lily si sentì quasi nuda. Infastidita dal fatto che lui la conoscesse così bene e allo stesso tempo contenta, si morse un labbro. "Ok, sì, forse..." ammise, alzando la mano libera.
Scorpius non disse niente e aspettò. Due ragazzini dei primi anni che portavano lo stemma dei Corvonero sul mantello, passarono loro accanto e Lily sospirò: ok, lo avrebbe accontentato.

La ragazza mise una mano in tasca e Scorpius corrugò ancora di più la fronte quando tirò fuori il boccino d'oro che lui le aveva appena regalato. Riportò lo sguardo sul suo viso e le chiese: "Che vuol dire?"
"Che finiremo la partita, questa volta!" esclamò lei, stringendo il boccino che sventolava elegantemente le ali.
"Ma sei appena stata colpita..."
"Dai, sto benisssimo!" Lily si avvicinò e si strinse a lui. "Me lo devi. O hai paura di perdere?"
Il ragazzo sorrise e scosse la testa. "Va bene. Ma..."
"Grazie" lo interruppe, baciandolo sulle labbra per non farlo più parlare. "Allora andiamo!"

Scorpius lasciò che la ragazza si staccasse da lui e corresse avanti per raggiungere la scala. "Però non metterci una vita!" esclamò e la sua risata riempì il corridoio. Il biondo sospirò e sorridendo si incamminò verso di lei: era una bomba pronta a esplodere, ma a lui piaceva anche per questo.

Lily rise quando lo vide incamminarsi verso di lei e si voltò per correre verso la scala; quando arrivò al corrimano, però, dovette fermarsi e aggrapparsi alla ringhiera: per un attimo, la scuola vacillò sotto di lei. O forse, fu lei a vacillare. Si girò lentamente verso il ragazzo e lui arrivò correndo.

Scorpius aveva visto Lily tentennare e, siccome era una cosa che lei non faceva quasi mai, si preoccupò. Quando stette ferma per quel che gli sembrò una vita, allungò il passo e nel momento in cui si voltò verso di lui, pensò che sarebbe caduta per terra.
"Stai bene?" le chiese, posandole la mano sul lato del braccio. Lei annuì, ma il suo sguardo si perse in giro. "Guardami, Lily: stai bene?" ripeté, prendendole tutte e due le spalle. Dopo quello che gli sembrò un'eternità, lei annuì sorridendo. "Ci sei cascato!" esclamò, ma con una voce strana. Il Serpeverde scosse la testa e la trascinò via prendendola per una mano.

Lily si sentiva un po' strana: si era dovuta appoggiare alla balaustra quando aveva iniziato a girarle la testa, ma non voleva ammettere con Scorpius che lui potesse aver ragione. Mentre la trascinava, lentamente ma con sicurezza, da qualche parte, lei si toccò, di nascosto, il bernoccolo sulla testa: era ancora lì, ma per fortuna aveva smesso di farle male.
Fu con stupore, quindi, che si ritrovò al settimo piano: lui l'aveva portata lo stesso nella stanza delle necessità? Sorrise: forse aveva voglia anche lui di volare insieme.
"Passa tu, davanti al corridoio" le disse, lasciandole la mano e indicandole il punto in cui avrebbe dovuto comparire la porta d'entrata alla stanza.
Lily annuì e avanzò lungo il corridoio, tornando indietro e poi ripassandoci: quando la porta apparve, si voltò verso di lui con un gran sorriso.

Scorpius si avvicinò mentre Lily apriva la porta della stanza delle necessità. Non era sicuro di quello che avrebbero trovato, ma fu molto meno deluso di lei, quando notò una stanza molto simile a quella circolare: un divano, un tappeto e un sacco di cuscini per terra. Nessuno stadio di Quidditch. Per fortuna? Purtroppo? Non aveva ancora deciso.

Lily sentì il morale caderle sotto i piedi: la stanza non aveva funzionato, quella volta, e lei non sapeva neanche che fosse possibile. "Perché non c'è il campo?" si sentì chiedere, prima di rendersene conto.
"La stanza non può creare qualsiasi cosa solo perché..." iniziò lui, saccente.
"La stanza delle necessità può prendere qualsiasi forma! L'unica cosa che non può fare è creare del cibo" gli rispose, con lo stesso tono.
Lui la osservò con un sorrisetto divertito, come se lo avesse capito. "Prima legge di Gamp".
Lily alzò gli occhi al soffitto. "Forse staresti meglio con Rose" lo prese in giro, ma non troppo.

Scorpius sbuffò e le prese la mano. "Ogni tanto piace anche a me avere ragione, in verità" ammise e lei rise. E poi quello che provava per Lily non lo aveva sentito per nessun'altra, ma non voleva dirglielo, visto che anche lui si sentiva parecchio confuso dalla cosa.
"Ascolta" disse, facendola girare verso di lui. "È una stanza delle necessità, non dei desideri. Non ha creato uno stadio perché non è quello di cui hai bisogno adesso" spiegò. Lei alzò una spalla e annuì, forse rassegnata. "Non hai fatto finta, prima, vero?"
Lily sospirò e poi storse il naso, senza rispondere: se lo era immaginato. "Dai, vieni" le disse, prendendole una mano e facendo un passo verso il divano.

Dire che era seccata e delusa era un eufemismo: Lily sbuffò ma seguì docilmente il ragazzo. "Per questo hai fatto passare prima me?" Probabilmente lo aveva fatto per farle vedere che aveva sempre ragione: arrogante Serpeverde.
"Se fossi passato prima io sarebbe apparsa una vasca da bagno e la cosa mi avrebbe messo in imbarazzo" ammise lui, lasciandole la mano e toccandosi la divisa sporca di fango con il palmo. Lily gli sorrise: forse aveva qualche pregiudizio. Forse...

Scorpius si sentì tirare e dopo pochissimo si ritrovò disteso sul divano: ma non era il caso che si stendesse lei? A dir la verità pensava che sarebbe apparsa l'infermeria, quindi immaginò che forse lei non stava così male. Forse le era solo girata un po' la testa, forse non... "Ammetto che hai ragione, contento?" gli disse, prima di sdraiarsi su di lui ridendo e appoggiarsi sulle mani ai lati della sua testa. "Allora dovrai tenermi impegnata in un altro modo, mi sa..." Si chinò a baciarlo e Scorpius sorrise, senza pensare più a niente.

Stai con me (ex raccolta di Oneshot)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora