[ quando metto l'asterisco ( * ) accanto ad una parola/frase è perché a fine capitolo scriverò qualcosa a riguardo ad essa che mi farebbe piacere sapeste ]
"Lo farò"
Ink non riuscì a trattenere un sorriso contagiando T/n che subito saltò in piedi entusiasta e curiosa: quella storia non era di certo tra le più felici che avesse sentito, ma sapere di farne parte la entusiasmava e voleva aiutare Ink a superare il dispiacere ( anche se quest'ultimo non mancava anche da parte sua, viste le scoperte che aveva fatto sul suo passato ). Ogni volta che la c/c sorrideva Ink si dimenticava di tutto. Si diceva: se un capolavoro come lei riesce sempre a sorridere allora va tutto alla grande! Sì, un capolavoro: era questo che la ragazza rappresentava per lui. Non aveva mai pensato questo di qualcuno, ma lei era unica nel suo genere. In qualche modo, se pur ignoto, riusciva sempre a sorprenderlo. E, in una maniera ancor più sconosciuta, quel sorriso riusciva ad ipnotizzarlo come niente al mondo. Lo faceva sentire bene, come se tutti i problemi tutto d'un tratto fossero sciolti, come gocce di limone*. Non resisteva mai all'istinto di ammirarla quando lo mostrava, nonostante questo lo portasse spesso ad imbambolarsi e a fare ( anche se inconsapevolmente ) espressioni da ebete. Stessa situazione in quel momento. Infatti T/n scoppiò a ridere vedendo la faccia di Ink. E questo, inutile dirlo, alleggerì il peso della conversazione che stavano avendo. Ink assunse un colorito arcobaleno sul volto strofinandosi una mano dietro la nuca e iniziando inevitabilmente a ridere anche lui. Sì, era imbarazzato, ma sentiva che con lei non doveva avere paura.
Finito di ridere su Snowdin calò il silenzio. Per un passo non erano fuori città e la notte era calata da un'ora ormai. Era un attimo di pace, e T/n ne approfittò per osservare meglio il quaderno donatole da Ink. Lo sfogliò: si vedevano segni di una decina di pagine strappate, forse più, mentre quelle ancora presenti erano bianche. Solo una, quasi in fondo al quaderno, conteneva una scritta in un linguaggio che la ragazza non capì. Ink notò il suo disagio nel cercare di capire e si avvicinò per vedere di cosa si trattasse: era un font di scrittura chiamato Windings, costituito principalmente da forme, oggetti e gesti delle mani. Alla ragazza quel nome ricordò qualcosa, ma non chiese per paura di sembrare invadente o di entrare in altri discorsi che avrebbero potuto far stare ulteriormente male l'amico dagli occhi bicolore.
Così Ink le tradusse la scritta*¹ la quale citava "La creatività è il dono di ogni artista che deve coltivare fino alla fine per far nascere una creazione." Disse che quella era l'introduzione alla funzione di quel quaderno: materializzare ciò che si disegnava sopra ad esso. T/n lo guardava spiegare con gli occhi che brillavano. Era talmente emozionata al pensiero di poter usare quel potere che neanche si ricordava di averne di suoi. Tanto che Ink aggiunse "Però prima dobbiamo aiutarti a sprigionare il potere della tua-..." non riuscì neanche a finire la frase che una femmina di dinosauro arancione sulla sedia a rotelle uscì dalla sua casa e, con le ruote che scorrevano sulla neve fresca, quasi urlò ai due "Cosa ci fate svegli qui a quest'ora?! Vi prenderanno per pazzi o addirittura per maniaci, per un passo non siete fuori dalla città! Ma non sentite freddo?" Ink e T/n si erano girati verso la signora abbastanza sconcertati per l'improvviso arrivo. Mentre pronunciò l'ultima frase un piccolo dinosauro senza braccia molto simile alla prima arrivò di corsa, inciampando e affondando la testa nella neve. Si rialzò subito e con più entusiasmo di prima si avvicinò alla maggiore "MAMMA, PAPÀ HA DETTO CHE C'È UN'UMANA QUI!" Aveva un fazzoletto con le sfumature dell'arancione al collo, la madre invece indossava una manica all'avambraccio sulle tonalità del rosso. Il piccolo si guardava intorno, non dando ascolto alla madre che lo rimproverava per essere uscito di casa da solo. Notò T/n e le corse incontro per poi, ovviamente, caderle addosso. Si chiamava Monsterkid, e faceva parte di quella specie di mostri simili a dinosauri a cui mancava una parte del corpo: a lui le braccia, alla madre le gambe e al padre la coda. A T/n stette simpatico sin dal primo momento.
Parlarono per qualche minuto, poi la signora prese per la cresta il piccolo dinosauro e lo portò dentro casa augurando la buona notte ai due amici. Ink allora disse a T/n che era meglio tornare a casa e si incamminarono verso l'abitazione. Lo scheletro aprì la porta e suscitò una grande sorpresa in Dream, che alzò lo sguardo verso di loro con un leggero sorriso che si era appena aperto. Blueberry non c'era: Dream spiegò loro che era venuto a prenderlo Orange, suo fratello maggiore, e che lo aveva riportato ad Underswap. "Per fortuna è tutto a posto" disse Dream a T/n con una risatina alla fine per dare poca importanza a qualche lacrima che gli scese in seguito. La ragazza si avvicinò a Dream per poi rimproverarlo "Su, stai tranquillo! Scusami se ti ho aggredito pri-" Ma Ink intervenne dicendo scherzosamente "Sei troppo dream se fai così, te l'abbiamo detto che va tutto bene!"[ per "troppo dream" i crediti vanno ad Auro-07 ]
T/n rise mentre Dream rimase un momento pietrificato per poi scoppiare a ridere anche lui. Abbracciò la c/c felice di aver trovato sua sorella, poi rivolgendosi a tutti e due gli amici annunciò: "Credo sia ora che vada. A domani, ragazzi" e con un sorriso uscì dalla porta per andare a casa sua, un nuovo au, - vista la distruzione di Dreamtale e la quasi impossibilità di viverci dopo di essa - UnderFate.
[ *: è una frase presa da una canzone di Judy Garland, poi rifatta da diversi cantanti, "Somewhere over the rainbow"
*¹: ecco l'alfabeto in Windings, se per caso ne aveste bisogno. ]
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Your Smile...[ Ink Sans × reader ]
FanficInk è carino e merita tanto amore, don't try to change my mind. Frammento dalla storia: "Me lo faresti quel sorriso a cui non riesco mai a resistere?" Le sussurrò stringendo a sé le sue mani. Avrebbe voluto che quel sentimento non svanisse mai. No...