Con l'aiuto di Ink tornammo in men che non si dica ad Underswap, dove i nostri amici stavano aspettando preoccupati delle nostre notizie.
Dream pianse come mai aveva fatto in vita sua alla vista di nostro fratello, e i due finalmente si riunirono in un abbraccio. Si scusò numerose volte con lui e gli disse ripetutamente che gli voleva bene, con una nota di imbarazzo ma anche di commozione nell'animo dell'altro.
Quando si furono entrambi calmati, spiegarono a me e agli altri che Nightmare era sempre stato visto come la pecora nera della famiglia, mentre Dream come un prodigio, un esempio, perciò i cittadini di Dreamtale non trattarono mai i due allo stesso modo. Vivendo nell'ombra dell'altro e venendo costantemente criticato, il principe degli incubi aveva cominciato a sentirsi incompreso, solo e inutile. Quella malinconia sfociò in odio quando, dopo uno sciocco litigio con il fratello, tutta la colpa venne rigettata su di lui e l'intera città sembrava puntargli il dito contro, senza che Dream facesse niente per smentirli. Non gli restava altro che malessere, e farlo uscire in quel modo gli era sembrata l'unica soluzione.
Nightmare mi ringraziò per quello che avevo fatto e mi scappò una lacrima, lo abbracciai: ero contentissima di averlo ritrovato.
Dopo un abbraccio di gruppo così commovente che riuscì a sciogliere perfino il cuore di Orange, ci mettemmo al lavoro per sistemare le ultime cose.
Io, Ink e Nightmare tornammo al castello e ci mettemmo a cercare gli altri membri del gruppo di criminali. Appena entrati a controllare nel salotto Ink si piegò in due dalle risate; non aveva torto, la scena che ci trovammo davanti era davvero esilarante: Dust, Horror e il capitano Blight che si era stranamente tolto il suo caratteristico cappello da marinaio erano distesi sul divano che dormivano beatamente in preda all'ebbrezza. A questo punto catturarli e sbatterli nel void sarebbe stato molto più semplice del previsto.
Mentre Ink si occupava di far sì che non avrebbero potuto scappare, io e mio fratello ci dirigemmo ad avvisare i bambini in tutto il castello che sarebbero finalmente potuti andare via da quell'inferno. Nightmare si scusò con sincerità, e per poco non gli venne da piangere quando uno dei bambini lo ringraziò per quel gesto e tutti loro gli si lanciarono addosso in un enorme abbraccio.
Quando Ink finì il suo lavoro, restò insieme a Nightmare e sì accertò che sistemasse i problemi causati a Dreamtale, con l'aiuto suo e degli altri.
Io mi occupai invece dei bambini: c'era una situazione che dovevo sistemare. Disegnai una polaroid e scattai delle foto al castello dall'interno. Poi tracciai con il mio pennello un portale per la superficie e vi entrai insieme a tutti quanti i bambini, assicurandomi che si tenessero la mano e che nessuno rimanesse fuori.
Arrivammo davanti ad un parco giochi, e dissi ai bambini di giocare un po' mentre svolgevo una faccenda importante. Lì accanto c'era una cabina telefonica, e decisi di usarla per chiamare la polizia locale: la situazione non poteva passare inosservata. Chiesi cortesemente loro di raggiungere l'orfanotrofio, fornendo loro l'indirizzo, e, ottenuta la conferma, riattaccai e radunai i bambini per portarli al luogo d'incontro con la loro rivincita.
Tre agenti di polizia arrivarono e spiegai loro cosa facevano ai bambini una volta usciti da lì. All'inizio faticavano a credermi e credettero li stessi prendendo in giro. Poi mostrai loro le foto del palazzo, e alcuni bambini intervennero indicando con le loro piccole dita le foto e testimoniando gli aneddoti a cui quei luoghi li facevano ripensare.
La loro innocenza e sincerità li spinse almeno ad indagare, e decisero di bussare alla porta per fare qualche domanda alla direttrice.
La signora Thomas non ci mise molto tempo ad arrivare e ad aprirci, ma quando si ritrovò davanti me, sana e salva, insieme a dei poliziotti, il suo sorriso ripetutamente studiato si ruppe e il suo viso sbiancò. Cercò di rimanere tranquilla e di non farsi prendere dal panico. Si ricompose velocemente e sfoggiò l'espressione più innocente che riusciva a fingere di avere: "Buongiorno signori, è successo qualcosa? Posso aiutarvi?"Quattro anni dopo
Punto di vista esterno
Come faceva T/n a svegliarsi tardi anche in un giorno così importante?
Finì di scendere la rampa di scale di corsa, mentre malediva la bellezza del dormire per la centesima volta solo quella mattina, e due braccia scheletriche la sollevarono: gli occhi e il sorriso di Ink erano sempre gli stessi, e lui pensava lo stesso di lei. Il loro amore era l'unica cosa costante in un mondo che non smetteva mai di cambiare.
Il pittore fece girare la ragazza che nel frattempo rideva e teneva le braccia aperte, fidandosi completamente di lui. Si diedero un bacio veloce ma tenero, un bacio che li fece pensare a quel primo bellissimo anno trascorso da marito e moglie.
Si diedero la mano e uscirono dalla loro abitazione a Inktale, e ringraziarono il cielo che esistesse il teletrasporto.
Vennero catapultati davanti all'orfanotrofio, dove impazienti trovarono Amy, la migliore amica di T/n, con un bambino in braccio e tanti altri attorno, tutti impazienti dell'arrivo dei due, che si scusarono per il ritardo un po' imbarazzati.
Jean, l'altro migliore amico della ragazza, la attaccò alle spalle con un abbraccio inaspettato ma atteso, che portò ad una risata collettiva.
Orange e Blueberry arrivarono poco dopo con due vassoi di dolcetti appena sfornati: i due fratelli avevano aperto una pasticceria insieme sulla superficie, e questo non poteva che essere un vantaggio per tutti i loro amici senza dubbio golosi.
Dream e Nightmare arrivarono di corsa dall'altro lato della strada, seguiti da Alice e Nim, e il primo dei due fratelli si pentì di non aver dato retta all'idea dell'altro di usare il teletrasporto per raggiungere il gruppo.
Ink e T/n si sentirono meno in colpa per il ritardo a quel punto, e si concessero una grande risata per il modo in cui i due fratelli erano conciati.
Da dentro l'orfanotrofio si sentirono rumori di passi veloci, e poco dopo dalla porta uscirono correndo Luca e Jake, che avevano ormai 12 anni, incuranti dei presenti e intenti a giocare ad acchiapparella, inseparabili com'erano sempre stati.
Quando si accorsero dell'arrivo degli ospiti saltarono entrambi in braccio a T/n facendo gli auguri a lei e a Ink per l'anniversario, per poi cambiare del tutto argomento e parlare di quanto erano diventati forti a sollevare le sedie nell'ultimo periodo. Lei si complimentò sorridendo con loro per poi metterli giù e raggiungere Jean.
"Allora, pronto?" Sussurrai, quasi più eccitata di lui.
"Tanto lo dovrò fare lo stesso, mi sono preparato per così tanto tempo!"
"Dai Jean, state insieme da tre anni ormai! E poi si vede che vi amate molto, sono più che sicura che andrà tutto bene"
Il suo amico fece un'espressione a metà tra il disperato e il bisognoso di aiuto, come per pregarla di fargli da angelo custode, anche se in fondo sapeva che in un certo senso lo era già.
T/n accarezzò la testa di Jean per incoraggiarlo e farlo stare più tranquillo, per poi tornare dai bambini per farli entrare dentro l'edificio, convincendo anche gli altri a farlo.
I suoi due migliori amici rimasero così fuori da soli e, contro le previsioni di tutti, iniziò a nevicare: Jean non poteva trovare un'occasione migliore.
Così, poco tempo dopo, Amy e Jean rientrarono nell'orfanotrofio annunciando allegramente che si sarebbero sposati presto.
T/n li abbracciò, felicissima per i suoi amici, e tutti si congratularono per la bella notizia.
Da quando la signora Thomas era stata arrestata e condannata a svariati anni in prigione dopo un lungo interrogatorio quattro anni prima, le cose avevano cominciato radicalmente a cambiare. C'erano molte spiegazioni da dover dare, cose da sistemare, persone da riunire; ma insieme alla fine ce l'avevano fatta: l'orfanotrofio era gestito da Amy e Jean, ormai maggiorenni anche loro, e i bambini avevano finalmente delle vere famiglie da cui andare a vivere.
Ink e T/n si erano fidanzati e avevano deciso si sposarsi dopo tre anni di relazione, per la gioia di chiunque li conoscesse e soprattutto la propria.
Jean era riuscito a confessare il suo amore per Amy prima che si scoprissero tutti quei misteri, e si erano messi insieme fin da subito, illuminandosi di una luce che li aveva guidati per quattro anni e che li avrebbe accompagnati ancora, grazie alla loro futura unione in matrimonio.
Luca e Jake si erano finalmente ritrovati, e la pace nel multiverso era stata stabilita.
Dopo un pranzo tutti insieme alla cui preparazione avevano collaborato anche i bambini e un pomeriggio passato a divertirsi e a lanciarsi palle di neve, era giunta l'ora di tornare ognuno a casa propria. Tutti si salutarono, felici di aver passato una bella giornata, tutti insieme come non era mai accaduto.
Ink e T/n decisero di passeggiare un po' prima di tornare a Inktale. Camminavano mano per la mano, incrociando le proprie mani tra loro come a non voler lasciarle mai andare, mentre la neve cadeva silenziosamente e dolcemente sulle loro teste; uniti e inseparabili verso un futuro tutto da scoprire.
"Sai, Ink, la me di quindici anni fa non ci avrebbe mai creduto se qualcuno le avesse raccontato tutto questo"
"Non la biasimo di certo! Ne abbiamo passate tante insieme" le sorrise. Lei fece lo stesso.
"Credo che il suo desiderio si sia avverato però"
"Cioè?"
"Io adesso sono felice"Fine
- Martina Maroni
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Your Smile...[ Ink Sans × reader ]
FanficInk è carino e merita tanto amore, don't try to change my mind. Frammento dalla storia: "Me lo faresti quel sorriso a cui non riesco mai a resistere?" Le sussurrò stringendo a sé le sue mani. Avrebbe voluto che quel sentimento non svanisse mai. No...