capitolo primo

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La mattina seguente, di domenica, Beatrice ne approfittò per alzarsi presto e andare a fare una passeggiata per la periferia di Torino, come era solita fare appena aveva un momento libero, per dedicarsi a un'altra delle sue passioni: la fotografia.

Era una di quelle cose che considerava più intime e preferiva tenere solo per sé, motivo per cui solitamente andava di mattina presto, quando non c'era molta gente che potesse notarla in giro.

Prese l'unica fotocamera che si era portata via da Firenze e la chiuse delicatamente nella borsa che aveva in mano, poi chiuse a chiave la porta dell'appartamento e uscì.

Erano da poco passate le sette, e nonostante fosse piena estate il sole stava ancora sorgendo.

A Beatrice questa cosa fece sorridere, perché l'alba era il suo momento preferito della giornata, e riuscire a vederla le metteva il buonumore già dal mattino.

Passeggiò per un paio di chilometri prima di fermarsi in prossimità di un campo di papaveri che le piaceva molto.

Il rosso era il suo colore preferito, e vederne così tanto radunato in un solo posto era molto piacevole.

Estrasse la macchina fotografica dalla sua borsa e, dopo qualche minuto di ricerca per l'angolazione precisa, iniziò a scattare qualche foto.

Nello stesso momento, praticamente di fronte alla ragazza, c'era Federico che stava facendo la sua corsa mattutina.

Anche lui amava alzarsi presto, e andare a correre era il modo migliore di iniziare la giornata con tante energie.

Nessuno dei due, però, si accorse della presenza dell'altro.

O meglio, nessuno dei due se ne accorse fin quando Beatrice non scattò la sua quarta foto, in un momento in cui Chiesa fu abbastanza vicino da poter sentire il rumore dello scatto, che lo fece immediatamente girare in direzione di quel suono.

Non appena la ragazza abbassò la fotocamera dal suo viso per poter guardare la foto che aveva appena scattato, Federico la riconobbe.

Indeciso se andare a parlarle o no, rimase ad osservarla per una manciata di secondi, mentre lei era ancora intenta ad armeggiare con la fotocamera.

Ma alla fine si autoconvinse di andare da lei, e mentre le si avvicinò lei riprese a guardare nell'obiettivo, tentando di scattare una foto.

Quando si trovò dietro di lei, aspettò che scattasse la foto prima di attirare la sua attenzione.

«Bea.» La chiamò, senza aver neanche bisogno di alzare la voce, perché era proprio di fronte a lui.

La ragazza si girò di scatto, trovandosi, inaspettatamente, faccia a faccia con il calciatore.

Rimase immobile per qualche secondo, stupita di vedere qualcuno in quel posto che aveva sempre visto vuoto, e che considerava così tanto suo.

«Federico.» Rispose lei, salutandolo.

«Che fai, mi scatti foto di nascosto?» Chiese scherzosamente, indicando la macchina fotografica che era ancora tra le mani della ragazza.

Lo sguardo di lei passò direttamente da Chiesa alla fotocamera, che istintivamente strinse più forte, quasi a volerla nascondere.

«Ma se sei tu che sei venuto a parlarmi, io neanche ti avevo visto.» Rispose lei, sorridendo, per prenderlo in giro.

Proprio in quel momento, però, le balenò per la testa un'idea che le sembrò carina.

«Che ne dici se però qualche foto te la scattassi realmente?» Chiese, con un sorriso in faccia a cui nessuno avrebbe detto mai di no.

Federico rimase spiazzato dalla proposta, ma non ne fu per nulla dispiaciuto.

«Dico che non mi sembra affatto una cattiva idea.» Rispose, iniziando ad avviarsi verso il campo che Beatrice stava fotografando fino a due minuti prima.

«Come mi metto?» Domandò, iniziando a provare qualche posa, in cerca di qualcosa che potesse andare bene.

Lei sembrò pensarci su, ma in realtà conosceva già la risposta che avrebbe dato.

«Nessuna posa. Sii spontaneo, vai bene così.» Disse, e il ragazzo annuì in risposta.

Beatrice piazzò nuovamente la macchina fotografica davanti ai suoi occhi e, dopo aver messo a fuoco, iniziò a scattare foto a raffica.

Dopo poco pensò che potesse bastare, e richiamò l'attenzione di Federico in modo che potessero guardare insieme le fotografie appena scattate.

Lei si sentiva un po' in soggezione: era la prima volta che un sogetto di una sua fotografia era una persona, dato che preferiva fotografare paesaggi solitamente, e aveva un po' paura di come potessero essere uscite fuori quelle foto.

«Ti avverto: non ho mai fotografato una persona prima d'ora, quindi queste foto potrebbero essere orribili.» Avvertì Chiesa subito prima di mostrare ciò che aveva fatto.

«Almeno guardale prima di parlare.» Rispose il calciatore, che nel mentre aveva iniziato a scorrere le varie immagini deal rullino della fotocamera, soffermandosi per più tempo su qualcuna.

«Perché a me non sembrano proprio niente male.» Si complimentò, passando il suo sguardo dalle foto alla ragazza che aveva di fianco, che intanto sorrideva compiaciuta.

«Sono felice che ti piacciano.» Mormorò, riprendendo in mano la macchina fotografica.

«Altroché se mi piacciono. Anzi, facciamo così, scambiamoci il numero, così puoi inviarmi le foto su whatsapp.» Propose Federico, ma la ragazza non era tanto d'accordo.

Non si fidava molto degli sconosciuti di solito, e ovviamente era la stessa cosa anche quando gli sconosciuti erano calciatori famosi.

«Io direi che è meglio se queste foto le sviluppo e poi te le porto la prossima volta che ci vediamo.» Propose lei in risposta, lasciando il ragazzo confuso.

Era ovvio che si conoscessero da poco, ma si fidava così poco da non darle neanche il suo numero di telefono?

Tuttavia accettò, nonostante quella delle fotografie fosse solo una scusa per poter parlare un po' di più con lei e conoscerla meglio.

«Va bene, allora io vado. Ci vediamo presto, spero.» La salutò, con due baci sulle guance.

«Va bene Chiesa, ci vediamo.» Beatrice ricambiò il saluto, e poi ognuno tornò sulla propria strada.

Fake love || Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora