La sera stessa, pochi minuti dopo essere tornata a casa, Beatrice ricevette un messaggio.
Era da parte di Marco, che le chiedeva se le andasse di uscire con lui e Federico quella sera, dato che Chiara era fuori città per il weekend e non si vedevano da diversi giorni.
Lei accettò e dopo appena mezz'ora era pronta per dirigersi verso il locale che Marco aveva scelto per la serata.
Nonostante non ci fosse mai stata prima, non le fece una bella impressione.
Non era molto curato, le insegne luminose avevano qualche lampadina che non funzionava e la vernice era sbiadita sulle pareti, ma a detta di Marco si mangiava molto bene.
Entrando, trovò Marco seduto ad un tavolo per tre, con lo sguardo sul cellulare, intento a inviare un messaggio.
«Buonasera.» Salutò lei, sorridendo al suo amico, per poi sedersi di fianco a lui.
Lui passò lo sguardo dal cellulare all'amica, ricambiando il sorriso e lasciandole due baci sulle guance.
«Ciao Bea. Sto cercando di spiegare a Federico dove deve arrivare. Gli ho inviato la posizione dieci minuti fa e ancora non ha capito dove ci troviamo.» Spiegò, ridacchiando.
«Tu come stai?» Chiese, qualche secondo dopo.
«Bene, oggi sono andata allo stadio con Davide. Tu?» Rispose, omettendo il dettaglio dell'incontro con Chiesa.
«Anche io sto bene, ma sono stanchissimo. Oggi a lavoro mi hanno distrutto.» Spiegò a Bea che ormai era abituata a quella scena.
Marco era un parrucchiere e passava molte ore in piedi, arrivando alla sera molto stanco.
L'unico motivo per cui continuava a fare quel lavoro era che gli piaceva tantissimo.
«Stasera allora facciamo qualcosa di tranquillo.» Rispose lei, rassicurandolo.
Qualche secondo dopo arrivò anche Federico, che si sedette di fianco a Marco, trovandosi di fronte a Beatrice.
«Ciao ragazzi, scusatemi, per il ritardo. Non riuscivo a capire dove si trovasse il locale. Che poi, come mai siamo qui e non nello stesso posto dell'altra volta?» Chiese Federico, che non era neanche arrivato e già aveva iniziato a parlare a raffica.
«Ciao a te Federico. Tranquillo per il ritardo, in realtà sono appena arrivata anche io.» Rispose Beatrice, attirando su di sé l'attenzione del calciatore.
Lui si sedette e si limitò a sorridere in risposta.
«In ogni caso, siamo qui perché Marco dice che si mangia molto bene.» Continuò, ed entrambi guardarono il loro amico in cerca di una risposta.
«Vi assicuro che è così, ci vengo spesso. Poi mi direte voi a fine serata.» Spiegò, per poi aprire uno dei menù che erano già poggiati sul tavolo.
«Visto che ci vieni spesso allora cosa ci consigli?» Domandò Federico, anche lui intento ad osservare il menù, indeciso su cosa scegliere.
«Io prenderei una bistecca, quelle che fanno qui sono molto buone.» Rispose lui, con aria convinta, e finirono infatti per ordinare tre bistecche.
Passarono l'attesa, che fu anche abbastanza breve, a chiacchierare.
Quando il cameriere portò i piatti a tavola, Beatrice e Federico furono abbastanza sorpresi: nonostante fossero ancora un po' diffidenti, le bistecche sembravano veramente appetitose.
Quando le assaggiarono, però, rimasero piuttosto delusi: non erano buone, non come si aspettavano.
Però, quando Marco gli chiese cosa ne pensassero, entrambi elogiarono la carne che avevano nel piatto solo per non far rimanere male l'amico.
Non ebbero il tempo di finirla, però, che proprio Marco ricevette una telefonata che sembrò preoccuparlo non poco.
«Ragazzi, scusatemi, devo andare via urgentemente. Mi ha chiamato mia mamma dicendomi che mio zio è stato male.» Esordì, agitato, mentre si alzava.
«Stai tranquillo Marco, però tienici aggiornati.» Rispose Beatrice, per poi salutare l'amico che corse subito fuori dal locale.
Federico e Beatrice passarono qualche secondo a guardarsi negli occhi, realizzando di essere rimasti soli.
«Quindi siamo rimasti soli.» Mormorò Chiesa, continuando a fissare la ragazza di fronte a lui.
«A quanto pare.» Rispose lei, sorridendogli.
Nella loro testa, entrambi stavano già pensando a come sarebbe potuta finire quella serata.
Si chiedevano se avrebbero passato insieme altro tempo oppure si sarebbero separati subito dopo aver lasciato il locale.
«Hai qualcosa in particolare da fare ora?» Chiese Federico, controllando l'orario sul cellulare.
Erano appena le nove e mezza, e nessuno dei due aveva altri programmi per la serata.
«In realtà nulla, contavo di passare la serata con voi. Tu?» Rispose Bea, che in realtà aveva già capito le intenzioni del ragazzo.
«Neanche io. Ti va di fare qualcosa?» Domandò.
«La partita non ti ha stancato abbastanza, oggi? Comunque, ci sto, ma che si fa?» Chiese di rimando, anche se un piano lei lo aveva già.
Federico sembrò pensarci su, ma in realtà anche lui sapeva cosa gli andava di fare.
«Qualsiasi cosa andrà bene. Mi basta andare via di qua, questa carne è immangiabile.» Sussurrò, per evitare di farsi sentire da altri, ridacchiando.
«Sono d'accordo, credo sia meglio chiedere il conto.» Rispose Beatrice, divertita.
Chiesa annuì, d'accordo con la ragazza, e chiese il conto ad un cameriere che stava passando di lì.
Quest'ultimo tornò dopo appena un minuto, poggiando lo scontrino sul tavolo.
Dopo aver scrutato attentamente ciò che c'era scritto, entrambi cacciarono il portafogli dalla tasca contemporaneamente.
«Che fai? Pago io.» Affermò il calciatore, che aveva già i soldi in mano, di fronte all'espressione contrariata di Bea.
«Federico, posso anche pagare ciò che ho comprato da sola, lo sai?» Domandò, quasi con tono di sfida, poggiando sullo scontrino metà dei soldi che avrebbero dovuto pagare.
«Va bene, ma non picchiarmi.» Rispose lui, divertito, facendo sorridere anche lei.
Poi, insieme, si diressero verso il bancone pagando e uscirono dal locale, dando inizio alla serata.
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Fake love || Federico Chiesa
FanfictionFederico Chiesa ha un calo in campo e tanto bisogno di una scusa per giustificarlo, facendo così finta di avere una fidanzata. Cosa succederebbe se i due si innamorassero davvero? !!Tutto ciò che è descritto nella storia è frutto della mia immaginaz...