capitolo sedicesimo

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Non ci volle molto a far succedere tutto, neanche il tempo di sedersi a tavola in realtà.

Beatrice, che non avrebbe voluto usare il cellulare quella sera per godersi la serata tranquillamente e anche per evitare di pensare a ciò che si aspettava sarebbe successo, ma non le risultò per nulla facile.

La foto che avevano scattato poco prima era già sui social ufficiali della Juventus, che di certo non avevano poco seguito.

I primi messaggi arrivarono già dopo pochi secondi dal gruppo con i suoi migliori amici, entrambi tifosissimi della squadra Torinese che non si perdevano mai nulla.

In poco tempo la conversazione si riempì di messaggi, tanto che Marco scrisse allo stesso Federico per capirci qualcosa, ma ovviamente neanche lui rispose.

Poi iniziarono ad arrivare messaggi da chiunque: familiari, conoscenti, colleghi e chiunque avesse un minimo di rapporto con lei.

Il cellulare nella sua borsa non smetteva di suonare, e si decise a prenderlo unicamente per togliere la suoneria, ma sbloccandolo non riuscì a fare a meno di guardare di sfuggita qualcuno dei messaggi che stava ricevendo.

Poi iniziò a scorrere tra tutte quelle notifiche, facendo la scelta peggiore che potesse fare in quel momento, spinta dalla curiosità.

Ebbe poco tempo per leggere e assimilare ciò che aveva davanti agli occhi, perché fortunatamente gli occhi del ragazzo di fianco a lei la raggiunsero per un momento, realizzando ciò che stava facendo.

Immediatamente afferrò il polso della ragazza in maniera decisa, ma non abbastanza da poterle fare male, e le prese il telefono con l'altra mano libera, bloccandolo.

«Ora siamo qui, goditi il momento. Al resto ci pensi dopo.» Le sussurrò all'orecchio, perché anche se non aveva detto nulla di troppo sospetto preferiva che nessuno sentisse ciò che si dicevano.

Nell'espressione di Beatrice non era difficile notare il disappunto che quel gesto le aveva causato, nonostante sapessero entrambi che Federico aveva fatto la cosa migliore.

«Non penso di riuscirci, ho veramente tanta ansia.» Mormorò lei, con gli occhi quasi lucidi, e quella scena fu la cosa più brutta che il calciatore avrebbe voluto vedere.

Il senso di colpa si fece spazio dentro di lui e se prima ne aveva un po', ora questo poco si era allargato sempre di più, facendolo sentire una persona orribile.

«Scusa, Bea, hai ragione. Vuoi che andiamo via?» Domandò, con il tono della voce basso senza doversi neanche sforzare di sussurrare, e improvvisamente si sentì incapace di compiere qualsiasi azione.

Beatrice spalancò gli occhi, rendendosi inevitabilmente conto del cambio di umore del ragazzo.

«No Fede, non voglio che andiamo via, assolutamente. Voglio godermi la serata e stare con te.» Spiegò, abbassando leggermente la voce sull'ultima frase come a volerla dire più a sè stessa che a lui, e poi gli strinse la sua mano che intanto aveva allentato la presa sul polso della ragazza.

Lui alzò di poco lo sguardo, aprì le labbra in un minuscolo sorriso per rassicurarla e, approfittando della distrazione degli altri, attirò la sua testa a lui e le lasciò un bacio leggero tra i capelli.

«Scusami.» Disse solo lui, prima di restituirle il cellulare che le apparteneva.

«Solo non volevo aggiungerti altre preoccupazioni.» Concluse, riportando lo sguardo verso il basso.

Beatrice si lasciò scappare un sorriso, e non perché la rendesse felice vederlo in quelle condizioni, ma semplicemente perché era probabilmente la prima volta che si mostrava in quella maniera ai suoi occhi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 18, 2021 ⏰

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