prologo

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Beatrice si sistemò velocemente i capelli e scese le scale del condominio dove viveva, nel centro di Torino.

Nell'esatto momento in cui si chiuse la porta alle spalle sentì il suo cellulare squillare: con ogni probabilità era Chiara.

Infatti, il nome che comparve sullo schermo fu proprio quello della sua migliore amica, che la stava chiamando per avvertirla che sarebbe, come al solito, arrivata in ritardo.

Ormai era abituata ai ritardi dell'amica, quindi non ci diede troppo peso e si avviò verso la sua meta.

Come ogni venerdì sera, Beatrice e Chiara si erano date appuntamento con Marco nel loro pub preferito.

Marco, ex compagno di scuola delle due ragazze, era diventato con il passare degli anni il loro migliore amico.

Erano un trio inseparabile, e passavano insieme gran parte del loro tempo libero.

Quella sera, però, all'ultimo minuto si aggiunse a loro un amico di Marco, di cui le due ragazze avevano tanto sentito parlare.

Marco diceva spesso che ampliare le loro conoscenze sarebbe stato molto più divertente, e nonostante la solita diffidenza delle sue amiche pensava che fargli conoscere Federico sarebbe stato un modo per convincerle di avere ragione.

Quando alle ventuno esatte Beatrice varcò la soglia del locale riuscì da subito a vedere l'amico seduto al loro solito posto, che raggiunse in fretta, facendosi spazio tra i tavolini in legno che riempivano la sala, rischiando più di una volta che la sua gonna lunga rimanesse incastrata da qualche parte.

Salutò Marco con due baci sulle guance e un leggero abbraccio, spostando poi istantaneamente lo sguardo sul ragazzo seduto al suo fianco.

Si guardarono per qualche attimo, forse neanche, ma in quegli attimi Beatrice riuscì a percepire tante cose.

Fissò quegli occhi scuri per un po', e le sembrarono tremendamente familiari. Sarà stato per tutte le volte che li aveva già visti in televisione, o dietro a uno schermo.

Si soffermò per qualche attimo anche sui suoi capelli, abbastanza lunghi da contornargli morbidamente le tempie.

Aveva un viso bel delineato, dei tratti particolari ma estremamente belli agli occhi della ragazza.

E ancora qualche altro attimo passò prima che Beatrice si accorgesse della mano che Chiesa le stava porgendo.

«Io sono Federico, piacere.» Si presentò, come se ce ne fosse bisogno.

Anche lui non aveva smesso di fissare neanche per un momento Beatrice sin da quando era entrata.

«Beatrice, piacere mio.» Rispose, afferrando la mano tesa del ragazzo in una presa decisa, per poi sedersi di fronte a lui subito dopo averla lasciata.

Poco dopo, anche Federico ebbe modo di osservarla mentre chiacchierava con Marco.

Non riuscì a guardarla bene come avrebbe voluto, ma pensò che fosse davvero bella.

«Che ne dici di raccontarmi qualcosa di te?» Chiese il calciatore appena ci fu un momento di silenzio.

Beatrice detestava parlare di sé quasi quanto detestava ricevere domande di quel tipo, ma decise che avrebbe fatto un'eccezione per quella volta.

«Vediamo... non c'è molto da dire in realtà. Sono nata a Firenze nel 1996, ma vivo a Torino da un bel po' di anni. Ho provato ad andare all'università, ma non fa per me, quindi da qualche mese mi sto dedicando alla gestione di una piccola biblioteca vicina al centro, e quando non ho da fare mi dedico alla pittura, che è una delle mie più grandi passioni da sempre.» Raccontò, mentre Federico sembrava pendere dalle sue labbra, totalmente affascinato.

Pensò che oltre ad essere bella fosse anche davvero interessante, e non vedeva l'ora di conoscerla meglio.

«Ora però tocca a te.» Esordì lei, senza dare tempo al ragazzo di rispondere.

Lui rimase confuso per un po'. Era davvero raro che qualcuno gli chiedesse di sé.

«Non mi conosci?» Domandò, insospettito.

Ed era proprio la risposta che Beatrice si aspettava.

«Conosco Chiesa, non Federico.» Rispose, sorridendo, mentre il ragazzo cambiava espressione.

«Hai ragione.» Ammise, alzando le mani in segno di resa, per poi iniziare a raccontarsi.

Beatrice aveva sempre pensato che ci fosse tutt'altra persona dietro un calciatore, e più Chiesa parlava, più la sua teoria veniva confermata.

Non fece troppi riferimenti al calcio, e lei fu felice di quella cosa: voleva sapere cose nuove, non ciò che già conosceva.

E se prima di quella sera Chiesa le era sembrato un tipo misterioso, dopo lo sembrò ancora di più.

Poi finalmente, con almeno mezz'ora di ritardo, Chiara fece il suo ingresso nel locale.

Subito dopo essersi scusata si presentò al calciatore, salutò i suoi amici e poi finalmente ordinarono da mangiare.

La serata passò in maniera molto tranquilla, continuando a chiacchierare per iniziare a conoscersi meglio, e a fine serata le ragazze dovettero ammettere che Marco non si sbagliava affatto.

Federico era un tipo misterioso, era vero, ma anche un ragazzo simpatico e alla mano.

Nulla a che vedere con il Chiesa che erano abituate a vedere in televisione.

A mezzanotte passata uscirono tutti e quattro dal locale, strappando a Federico la promessa di rivedersi qualche giorno più tardi, per poi salutarsi.

Quando arrivò il turno di Beatrice, lasciò due baci sulle guance del ragazzo.

«È stato un piacere conoscerti, Federico.» Disse, guardandolo negli occhi, proprio come era successo qualche ora prima, a inizio serata.

«Il piacere è stato mio.» Rispose, sorridendole, per poi dirigersi verso la sua auto.

Spazio autrice:
Ciao a tutti! Sono finalmente riuscita a pubblicare questa storia che avevo nelle bozze da troppo tempo.

Spero possa piacervi, intanto se vi va seguitemi su instagram, dove mi chiamo @/strawberryiicecream e spesso pubblico cose riguardanti questa storia 💖

Fake love || Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora