Dopo aver visto quella notifica e aver controllato per qualche minuto il profilo della ragazza Federico decise di ricambiare il follow.
Passò poi qualche altro minuto su instagram prima di decidere che fosse ora andare a dormire.
Poggiò il cellulare su uno sgabello che per caso si trovava affianco al divano dove il calciatore aveva deciso che avrebbe passato la notte.
Dopo un po' di tempo passato a rigirarsi a destra e sinistra, riuscì a prendere sonno.
Non dormì proprio serenamente, ma cercò di godersi le poche ore che aveva a disposizione.
Il giorno dopo avrebbe avuto solo l'allenamento pomeridiano, ma decise che si sarebbe comunque svegliato relativamente presto, impostando la sveglia alle nove, per allenarsi da solo a casa.
Nonostante la sua scelta, riuscì a dormire a stento sei ore: alle sette del mattino fu svegliato dall'insistente rumore del campanello di casa sua.
Mentre il suo sonno veniva bruscamente interrotto e lui cercava la forza per alzarsi dal soffice divano dove aveva dormito si chiedeva chi fosse il pazzo che aveva deciso di svegliarlo a quell'ora nonostante non avesse nulla in programma quella mattina.
Il suono del campanello si diffuse ancora una volta in tutta la casa, spazientendo il calciatore.
«Sto arrivando!» Esclamò, praticamente urlando, per farsi sentire dal disturbatore che attendeva dall'altro lato della porta.
Ancora in ciabatte e con la voce impastata dal sonno, andò ad aprire la porta.
Senza neanche dare il tempo a Federico di aprire totalmente l'entrata di casa sua, una figura, che poi il calciatore identificò come il suo agente, si fece spazio all'interno dell'abitazione.
Un uomo sulla sessantina, alto, con una faccia che ispirava antipatia, nonostante fosse una persona alla mano.
Nonostante questo, Federico aveva sempre grande rispetto per lui, anche perché gli incuteva non poco timore.
Aveva un po' paura di scoprire il motivo per cui era lì, anche se gli sembrava abbastanza scontato.
«Buongiorno Carlo. Come mai è qui?» Chiese, con la sua solita educazione, chiudendosi la porta alle spalle.
Il procuratore spostò una delle sedie che erano intorno al tavolo per potersi sedere, invitando il calciatore a sedersi di fronte a lui con un gesto della mano.
«Buongiorno, Federico. Pensavo sapessi che ieri sera mi ha telefonato il signor Pirlo per parlare della tua situazione, e io sono qui per confrontarmi con te.» Rispose, confermando l'ipotesi che Chiesa aveva formulato nella sua testa solo qualche attimo prima.
Sapeva che sarebbe successo, ma sperava che il suo allenatore per una volta non dicesse nulla.
Quella situazione lo stressava e non poco, ma pensò che prima si iniziava e prima si finiva, così fece cenno con la testa a Carlo di andare avanti con il suo discorso.
«Sai che dobbiamo fare qualcosa, vero? Non va bene come sta andando, non è un calo che riguarda solo la situazione in campo, ma anche quella in allenamento. Questa situazione deve cambiare il prima possibile, perché siamo a fine stagione e il tuo valore di mercato rischia di scendere a picco, come i miei guadagni.» Spiegò, con tono severo e risoluto.
Era in momenti come quelli che Federico odiava il calcio professionistico, e insieme ad esso il business e l'egoismo, caratteristiche principali di quel mondo.
Da fuori sembrava tutto rosa e fiori, ma era l'opposto.
E in quel momento non poteva non detestare il suo procuratore per la sua avidità, che si presentava a casa sua alle sette del mattino come se nulla fosse per fargli una ramanzina su una situazione di cui non sapeva nulla.
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Fake love || Federico Chiesa
FanfictionFederico Chiesa ha un calo in campo e tanto bisogno di una scusa per giustificarlo, facendo così finta di avere una fidanzata. Cosa succederebbe se i due si innamorassero davvero? !!Tutto ciò che è descritto nella storia è frutto della mia immaginaz...