Capitolo 16

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Capitolo 16: J

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Capitolo 16: J.C.

—A quanto pare, ci tocca stare insieme— disse Clary non appena Alec ci raggiunse per allenarci.

Io dovevo essere la prima, o almeno così avevo deciso con Clary, ed avevo già un bastone in mano.

Non avevo idea di come fare ad allenarmi per diventare almeno bravi a a combattere, con un paio di tacchi ai piedi. Izzy era una Shadowhunter da tutta una vita, era abituata, ma io e Clary no.

—Per quel che vale, credo che tua madre sia stata troppo dura con te— continuò mia sorella, facendomi sospirare.

—Le madri sono così— cercò quasi di giustificarla Alec, prendendo un bastone e mettendosi di fronte a me.

—Non la mia— controbatté Clary, facendomi roteare gli occhi.

—Lascialo in pace, Clar— le chiedo cortesemente, guadagnandomi un suo sguardo sorpreso.

Alec aveva sul viso un cipiglio.

—Non perché mi interessi qualcosa— mi affrettai a specificare — ma se lo fai incazzare, dopo riversa tutto su di me, mica su di te. Io sono difronte a lui— mi rivolsi solo a Clary alla fine, ironica, facendole scappare una risata.
Anche Alec lasciò andare un piccolo sorrisetto.

—Allarga i piedi— tornò serio, dandomi istruzioni.

Feci come aveva detto, pronta a sentirmi un incapace.
Perché combattere era così difficile? Non poteva essere come leggere o respirare? Sarebbe stato meglio per molti.

—Perché hai lasciato che tua madre insultasse Izzy?— domandai mentre cercavo di fermare un suo attacco totalmente lento.

—Avanza con il corpo, non con il bastone— ordinò —Izzy ha superato i limiti. La legge è dura, ma è legge. A volte me ne dimentico anche io.—

—Per questo hai concesso a tua madre di mandare Jace al posto tuo, in missione?—

—Perché Rosaline?— sorrise beffardo il ragazzo, facendomi rimanere di sasso. Non lo avevo mai visto con quell'aria —preferivi avere Jace con te? Non sono di buona compagnia?—

—Ovviamente sì. Avrei preferito mille volte Jace, lui infastidisce meno— ricambiai lo sguardo di sfida che colsi nei suoi occhi, e iniziammo a combattere.

I miei colpi erano leggermente insicuri, ma non stavo andando così tanto male.

Ci fu un momento, però, che mi mandò in confusione.
Il mio bastone e quello di Alec ci scontrarono a pochi centimetri dal pavimento, e i nostri occhi si incatenarono l'un l'altro.
Non riuscivo a smettere di fissarli.
Erano la prima cosa che avevo notato la prima volta che lo avevo visto, quella sera mentre andavo a prendere i gelati, e in quel momento ne avevo compreso il motivo: erano spettacolari. Erano freddi e seri, ma di un blu che ti davano i brividi. Nonostante la loro durezza, possedevano una luce impossibile da non vedere.

Impossible ➪ Alec LightwoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora